IL TONNUTO©     

 PERIODICO D’ACQUA DOLCE - Anno VIII - N°76 – SETTEMBRE 2007

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IN QUESTO NUMERO TROVATE:

IL CALDO AUTUNNO MUSICALE… ASPETTANDO
LAROCCA, MAIERON, DE SFROOS E…

IL CONCERTO DI AGOSTO di FaZ (ed i Tonni)
TREVES BLUES BAND

ASCOLTATO DA… FABIO’67!!
Rudy Marra “Sono un genio ma non lo dimostro”

IL DISCO DEL MESE: 
NOUS AUTRES  “SALUD e TRIGU”
By Mauro

DAVE ALVIN
LIVE FROM AUSTIN TEXAS TEXAS”
+
DAVID BROMBERG
TRY ME ON ONE MORE TIME”
 

I MIGLIORI DEL… 2007

GIOIELLI NASCOSTI:
CREEDENCE CLEARWATER REVIVAL
“GREEN RIVER”

 


 

IL CALDO AUTUNNO MUSICALE… ASPETTANDO

LAROCCA, MAIERON, DE SFROOS E…


GIGI MAIERON – foto di G. Pignat

Quando le ferie estive sono ormai niente più che un pallido ricordo & anche l’estate si approssima
alla sua conclusione occorre pianificare per bene gli ascolti di là da venire nei prossimi mesi
autunnali.
Quello del 2007 si annuncia come un autunno musicale molto caldo, qui, in casa TONNUTO.
Se indubbiamente il più atteso sarà il nuovo lavoro del nostro Max Larocca, dal titolo LA BREVE
ESTATE, almeno altre due leccornie si prospettano all’orizzonte.
E’ infatti atteso il nuovo lavoro di LUIGI MAIERON il poeta friulano che, a cinque anni di distanza
dal precedente SI VIIF, è atteso con il suo UNE PRIMAVERE. Maieron è un’artista veramente
eccezionale e i suoi precedenti lavori (ANIME FEMINE oltre al già citato SI VIIF) sono dischi che,
qui al TONNO, abbiamo ormai mandato a mente a memoria. I testi dell’artista friulano sono
autentiche perle di poesia pura e, l’idioma friulano rende tutto quanto magico & intrigante.
Il paladino dell’idioma lariano, DAVIDE VAN DE SFROOS è un altro artista che qui al TONNO è di
casa… anche lui ha preannunciato un nuovo lavoro in uscita entro la fine dell’anno. Due anni dopo
l’uscita del precedente AKUADUULZA ecco dunque che il Dylan del lago di Como si è chiuso in
studio per approntare un nuovo lavoro che, pare, avrà tinte molto roots e proporrà, di sicuro, altre
nuove canzoni che diventeranno classici del suo repertorio nel giro di pochi mesi.
Ancora non è dato di sapere quale sarà il titolo di questo nuovo disco … prossimamente buone &
nuove in merito, dunque.
Tra le altre proposte musicali, l’amico Fabio Antonelli ci ha segnalato l’uscita del nuovo lavoro di
Marco Ongaro dal titolo ANNI RUGGENTI.
I primi di settembre esce anche il primo disco di un artista emergente, ALESSANDRO PITONI. Il
suo LE COSE CHE VEDI è un disco che, a giudicare dalle tre canzoni disponibili sul suo SPACE,
promette bene, ma veramente bene.
Attesi sono anche i SEMISUITE, nuova veste dei nostri amati SULUTUMANA, con un nuovo disco
la cui prima canzone “APPESO PER LA LUNA” è già ascoltabile sul loro sito www.semisuite.it
Infine il cantautore di Valmorea, Luca Ghielmetti ritorna dopo qualche anno con un nuovo lavoro
che non mancheremo di segnalare su queste pagine.
Tra i BIG (cosiddetti) sono molto attesi a queste latitudini i nuovi lavori di Mark Knopfler & del Boss
Springsteen.
L’autunno è, per sua natura, una stagione un po’ “appassita”. Basterà un po’ di buona musica a
farci cambiare idea??? Ad ogni modo buon ascolto TONNUTI. Buon ascolto.

 


 

IL CONCERTO DI AGOSTO

di FaZ (ed i Tonni)

TREVES BLUES BAND

Saliti in Valmalenco per le ferie estive in montagna ci troviamo nelle prime sere, il 5 agosto, in 3
Tonni + famiglie al concerto di una delle nostre band preferite: la Treves Blues Band !
Il comune di Chiesa Valmalenco ci omaggia di questo spettacolo.
Già! Spettacolo. Infatti oltre che serata musicale Fabio Treves ed il suo gruppo riescono sempre a trasformare il concerto in uno show e ne fanno un vero spettacolo per chi assiste. Coinvolgono
sempre tutta la gente, anche i passanti, con battutine simpatiche ma anche pungenti infilate tra una canzone e l’altra. Chiedono al pubblico di partecipare con battute di mani, urla, canti, risposte a
domande. Mai in maniera “burina”, comunque energica ma
sempre controllata.
Altra azione da segnalare, purtroppo quasi unica ma proprio per questo stupefacente per il pubblico ignaro, suonano in versione acustica tra la gente ovvero scendono dal palco e passeggiando tra le sedie suonano senza amplificatori e microfoni ma solo con la forza del fiato e dei polpastrelli.
La Band capitanata da Fabio Treves d’Artagnan vede al suo
fianco come sempre gli altri 3 moschettieri: Garriazzo, Serra e
Cappelletti. Fabio che ad inizio concerto mi pareva un po’ tirato ed invecchiato col passare dei minuti l’abbiamo visto sbocciare di blues ed energia. Sempre un grande intrattenitore. Alle
armoniche rimane imbattibile. Incredibili certe sue perfette “soffiate” nei buchini dello strumento.
Una rapidità ed un espressione nel suono unica.
Serra alla batteria, a metà concerto si è preso 10 minuti e forse più per “battere” tutto ciò che
poteva. Davanti al palco, armato di bacchette e basta ha iniziato a picchiarle su tutto ciò che
trovava e faceva rumore. Per chi non se lo aspetta è questo uno show nello show. Veramente
impensabile cosa riesce a tirar fuori con i rumori uno che li sa trasformare in ritmi ipnotizzanti. Alla
fine come il pifferaio magico, anche Serra aveva il comando del pubblico che tutto unito seguiva,
battendo le mani, i ritmi imposti da questo batterista maestro.
Cappelletti lì a fianco, il più preso per il .. dalla band per l’età anagrafica e lo strumento che non
ha potere di impennare l’energia espressa ma che non dimentichiamolo amalgama meglio di ogni
altri i suoni di tutti. Fabio ha raccontato che se la sua persona è emersa nel blues (e diciamo noi,
diventata il n°1 in Italia) è grazie al compagno d’università Cappelletti che lo ha invitato in un locale
a Meda (MI) a provare a cantare e suonare un nuovo genere di musica, quella che si usava nel
sud degli USA ed era ancora sconosciuta in Italia.
Infine il giovane del gruppo Alex Garriazzo che è già un big ! Chitarrista secondo me unico ed
impressionantemente bravo, suona di tutto in tutti i modi. Chitarra elettrica, classica, mandolino ,
banjo, corde tese, chitarra elettrica orizzontale piana.
Oltre alle mani muove l’ugola egregiamente. Canta, urla, in inglese in maniera molto sciolta e soprattutto intonatissima col suono che produce. Un futuro grandissimo. Fra 20 anni quando il Fabione si divertirà in pensione ad ascoltare il blues ascolterà sicuramente anche il futuro n°1 in Italia del genere che sarà proprio Alex Garriazzo e Band. (Danilo, Alex Garriazzo & Faz). Scommetto su questo giovane cavallo di razza !
Dei tanti gruppi a cui abbiamo partecipato ai concerti Fabio e compagni sono quelli che riescono di più a far partecipare il pubblico. Richiedono sempre e ci riescono un pubblico interattivo che partecipi attivamente alla serata e non solo stando seduto ad ascoltare o applaudire. Questo se per i più timidi può inizialmente dar fastidio poi lo si nota col passare delle canzoni alla fine coinvolge davvero tutti.
La serata infatti si è conclusa con doppio bis incitato da tutti ma davvero tutti tra il pubblico. Fabio
e compagni non si sono minimamente risparmiati. Richiamati al bis lo han concesso con 2 brani
del loro repertorio. Richiamati nuovamente a gran voce da tutto il pubblico son risaliti ed hanno
suonato alcune hit rithm&blues del passato, concludendo per limite di tempo imposto dal comune
con la famosa TuttiFrutti.
Grande successo ed alla fine firme ed autografi. Forse anche loro non si aspettavano tanta
partecipazione. Dopo 5 minuti dalla fine del concerto non avevano più ne magliette ne CD da
vendere. Ai Tonnuti non rimangono che le foto (anche se sia i CD che la maglietta già le
avevamo).
Girano spesso anche per i nostri paesi.
Andate ai loro concerti. Vi faranno amare il blues!
Ciao.
PS: per tutte le foto vedete la relativa pagina su www.iltonnuto.it

 


 

ASCOLTATO DA… FABIO’67!!

Rudy Marra “Sono un genio ma non lo dimostro”

 

Rudy Marra: incompreso quindi genio?

di Fabio Antonelli


Ho ascoltato questo disco senza sapere chi fosse Rudy Marra, ignorando una sua partecipazione
a Sanremo e la pubblicazione di altri due lavori, la sua lunga assenza ed il suo ritorno in scena con questo nuovo disco. Insomma il mio giudizio è totalmente sgombro da qualsiasi influenza o pregiudizio e la domanda ancora adesso è: ci troviamo davanti ad un genio, come vuol far intendere il titolo del disco, o no?
Forse la parola genio è esagerata, ma se si pensa a quanti personaggi del passato sono stati considerati geni solo a posteriori, mentre in vita erano stati ritenuti pazzi solo perché avevano una visione della vita totalmente fuori dagli schemi, beh allora l’andare sempre contromano di Rudy forse rientra in questa “logica”.

Ma veniamo subito al disco ed al suo contenuto seguendo ciò che ci propone la scaletta.
“Amore di contrabbando” è la canzone che apre il disco e che è stata quella poi girata nelle radio come presentazione del disco, narra di un amore clandestino, vissuto nella tragedia dei viaggi della speranza gestiti da avidi scafisti che “… se qualcosa va storto buttare il carico in mare e cucirsi la bocca e continuare a negare a negare e / E se anche in galera na na na nessun nome da dire / Ahi morena morena cosa ci tocca fare che il nostro è un amore di contrabbando”, non è forse la migliore però apre bene il disco.
“Trompe l’oeil (facciamo finta)” è invece uno splendido brano rap, quasi parlato, con un
andamento molto intrigante grazie anche ad alcuni bei rif, in cui Rudy mette a nudo in maniera dissacrante molte contraddizioni del mondo attuale. Il testo, davvero poco “politically correct”, come si usa dire oggi, sarebbe da riportare integralmente, però per motivi di spazio ecco un esempio “Facciamo finta che per rilassarmi accendo la televisione e guardando spettacoli vari mi turbi la coscia di quella che balla e mi venga l’angoscia di un dubbio che striscia d’importanza vitale / La differenza che passa tra una show girl ed una mignotta o quantomeno se mostrare il culo su un calendario è diverso che mostrarlo in strada sul raccordo anulare / Facciamo finta eh / Cioè non mi viene neanche lontano pensare che in tv ci sono stelle firmate che vanno in vacanza su barche da sogno parte dell’harem dello sceicco di turno e che una volta a suo tempo che era vivo mio nonno si chiamavano zoccole”.
“Il morso”, ovvero una poetica e struggente canzone su un … pompino, si proprio questo è il tema scottante della canzone che riesce però mirabilmente a sbalordire per la finezza del testo “Là dove più forte si sente il desio suggimi la vita così / Così dolcemente / E scivola d’ogni senso e respiro e stringimi tra le tue dita / Così amore mio / Amami e mangiami e amami davvero”.
“Mio fratello Teo” è dedicata a Vincent Van Ghog, figura presente anche con il celebre
autoritratto che fa da copertina al disco e tratta della genialità molto spesso incompresa “Mio fratello theo solo lui mi sa capire sa che ho nella testa il disprezzo del comune come questo girasole fatto di anima e di terra e che mi violenta agli occhi come a un cieco che riguarda”.
“Quello di cui ho bisogno“ è canzone che viene dall’anima, quasi una preghiera, che evidenzia i propri umani bisogni “… di un lavoro duro che mi spacchi la schiena / E di tornare a casa e addormentarmi a cena / Di una carezza al viso e ai calli delle mani / E di svegliarmi all’alba sentendo che mi chiami”.
“L’ombra” è una splendida ballata rock, narra di troppo amore, di un amore violento finito in
tragedia e lo fa in maniera stupenda sia a livello di testo sia di musica, ecco un pezzo del
testo”Ogni azione ha il rigetto nella vita / Ma l’amore non ha il senso di ragione / La pazzia la mia pazzia è di troppo amore / Non sentii ragione di lasciarla andare / Mente maggio riscaldava al primo sole / La mia ombra spinse sul caricatore”.
“Barricate” è un’altra canzone sulle contraddizioni dei nostri tempi, sulle assurde barricate alzate in nome di un Dio o di una razza e mescola sapientemente il cantato in italiano al parlato in dialetto “Spiegare capire / Avere lo stesso intento / Andare con l’esplosivo alle feste dell’ambasciata / Guidare la guerra santa con il marchio della coca cola / Bbasciati le mane ca aqquai è terra noscia / Bbasciati le mane ca aqquai è terra noscia / In nome Dio / Per grazia di Dio”.
“Di viaggi, naufragi e salvataggi” è canzone intimista, lentissima, davvero toccante “E piano
piano sprofondo / E perdo il senso del tempo / E’ senza capo né coda / Ora / Il concetto di spazio / E io che afferro la vita / Ora / Che purtroppo / credo / forse / penso / ho paura / E’ finita.”
“Sono un genio ma non lo dimostro” è davvero canzone perfetta in ogni suo aspetto, degna di dare il titolo a questo splendido lavoro, con un testo spiazzante, sempre in bilico tra realismo e surrealismo “Ed in ho in mente un romanzo colossale / A livello dostoevski come dire universale /
Un trattato sull’umano tra costanti e inclinazioni / Un percorso ragionato sulle nostre convenzioni / Ma mi ci vorrebbero 20 anni / E ho l’affitto che mi scade tra due giorni / La musica leggera / Mi serve proprio a questo”.
“L’uomo mosca” è canzone kafkiana,forse quella che prediligo meno ed anzi trovo quasi
irritante, però qui forse l’effetto è voluto, in quanto trattasi di un’accusa diretta alla coscienza di ognuno “E io so perché mi detesti perché sono la tua coscienza / Posso rendermi invisibile e farti sentire la mia presenza / Ho visto preti cardinali e papi fare peccati / E a donne di irreprensibili giudizi gli intimi vizi / E politici sul cesso fare comizi”.
“Ognuno pensi per sé” chiude il disco in maniera briosa e trascinante, anche grazie al
coinvolgimento della Banda Osiris. Non è un semplice riempitivo, ma possiede un testo ironico che rischia di sfiorare il qualunquismo cercando di colpirlo “E abbiamo scelte da fare ogni giorno e abbiamo cose da scegliere intanto ma sono le cose che scelgono noi c’sempre uno che pensa per voi Tu dimmi che vuoi da me (2 vol) Tu pensa per te ch’io penso per me ognuno pensi per sé” ed il , bersaglio è affondato!
Per concludere quindi, una risposta alla domanda iniziale io me la sono ormai data, il consiglio che rivolgo a chi mi legge è invece quello di correre ad acquistare questo disco per darsi poi una personalissima risposta.

Rudy Marra
Sono un genio ma non lo dimostro
Alabianca Records 2007
Lo potete trovare nei negozi di dischi www.rudymarra.it
www.myspace.com/rudymarra
Tracklist
Amore di contrabbando
Trompe l'oeil (L'inganno)
Il morso
Theo e Vincent
Mio fratello Theo
Quello di cui ho bisogno
L'ombra
Barricate
Di viaggi, naufragi e salvataggi
L'uomo mosca
Ognuno pensi per sé

 


IL DISCO DEL MESE
NOUS AUTRES   “SALUD e TRIGU”
By Mauro

I NOUS AUTRES sono un gruppo musicale della Sardegna. Li abbiamo scoperti tramite le buone
impressioni che abbiamo raccolto dagli amici Larocca & Parodi. Con Andrea Parodi in Sardegna
hanno anche condiviso un concerto nel giugno scorso.
SALUD’ E TRIGU è la loro prima fatica discografica, uscita in questo anno 2007, ed è un disco
che ci ha incuriosito parecchio. Così, tramite contatti sullo SPACE l’abbiamo acquistato e, a conti
fatti, ne valeva veramente la pena.
SALUD’ E TRIGU (che è un augurio in idioma sardo traducibile in “Salute e grano” come ci hanno
spiegato gli stessi amici del gruppo) è stato auto-prodotto dai NOUS AUTRES ed è composto da
dieci canzoni per una durata complessiva di quasi quaranta minuti.
Lo stile che contraddistingue la band è una via di mezzo tra il combat folk di gruppi come i
MODENA ai tempi di Cisco & un cantautorato più sofisticato di gruppi come i MERCANTI DI
LIQUORE.
Il risultato di mescolanze di generi tra un folk-rock & un combat-folk è SALUD’ E TRIGU: un disco
bello, pieno di suoni & colori. Pieno di storie e racconti.
I NOUS AUTRES sono: Antonio Matzeu alla chitarra + armonica & voce, Davide Boldrini al basso,
Ceku Dillinger al clarinetto + tastiere e Felipe Topanga al tamburo… alcuni amici hanno
coadiuvato il gruppo in occasione di alcune tracce.
Tutte le canzoni sono composizioni del gruppo per testo & musica e questa è una grande ed
importante constatazione; non ci sono cover ed è tutta quanta farina del sacco loro.
Le canzoni dei NOUS AUTRES parlano di minatori, di speranze, di ingiustizie & processi, di
speranze e viaggi, di Guantanamo e del Cile… raccontano del bello & del brutto, di sogni e
speranze. Sono storie con una morale ben precisa e tracciano un percorso musicale che non è
semplice, ma che intreccia problematiche e temi molto scottanti & attuali. Fanno appieno quel
lavoro che è proprio dei cantautori, quelli di razza: vedono quello che accade intorno a loro e, dato
che molto di quello che vedono non piace loro, lo dicono, forte e chiaro… anzi, per meglio dire, lo
cantano bello & preciso. Forse è per questa loro bella & sincera semplicità che, al di là di ogni
ideologia politica (che qui al TONNUTO – apolitico - è bandita), ci piace la loro musica & siamo
orgogliosi di potervi raccontare di loro e del loro disco.
Tra le canzoni senza dubbio è da segnalare l’iniziale IL CIGNO, canzone dalla notevole presa e
che si apre con una voce simile, per certi versi, alla voce del passato che da l’inizio allo stupendo
primo lavoro di Larocca.
LA BALLATA DEL MONDO SPAZZATURA il cui testo è dell’autore di Dylan Dog Tiziano Sclavi
viene ben musicata dai NOUS AUTRES ed è una canzone tipo constatazione-amichevole… narra
quello che si vede & vive e rende bene l’idea del mondo dove si vive.
LA SPERANZA è una ballata accorata che lascia aperta ancora, sì, una piccola porta.
NOI è un piccolo capolavoro di ricordi & immagini messo in musica in maniera impeccabile.
IL MINATORE è la ballata dedicata a chi sogna solo il sole & l’aria, elementi semplici ma
essenziali. Bella, intensa ed evocativa.
IL PROCESSO è la mia canzone preferita del lotto. Si tratta di una ballata veramente bella,
orecchiabile e dal testo divertente pare uscita dritta dritta dal song-book di gruppi già affermati
come i già citati Mercanti di Liquore. Una canzone di spessore. Notevole.
UN TRENO PER TORNARE A CASA, LUMACHE BIANCHE, e IL CUORE CHE RIDE portano a
compimento questo SALUD ‘ E TRIGU prima del colpo finale… un colpo ad “effetto”.
PARTO IN NICARAGUA è, infatti, una canzone godibilissima & con sorpresa: il viaggio in
Nicaragua dopo quattro minuti buoni finisce con una ghost track davvero carina che cita dapprima
il Robin Hood di disneyana memoria… per sconfinare poi nella lucida follia di voci, suoni & urla +
rumori di sottofondo.
L’opera prima dei NOUS AUTRES è, a conti fatti, un disco discreto, ben suonato & ispirato con
una manciata di canzoni veramente di ottima fattura, consigliato a tutti gli amici che amano quel
suono “libero & puro” che caratterizza, spesso, le produzioni indipendenti.
Al TONNUTO andiamo fieri di aver acquistato una delle prima copie uscite dall’Isola & ancor più
andiamo fieri dell’amicizia dei ragazzi. Speriamo che questo primo lavoro non sia che l’inizio di una
lunga e onorata carriera musicale. Salud’ e trigu.
Per ogni riferimento visitate lo space dei NOUS AUTRES al seguente indirizzo
www.myspace.com/112563457

 


 

DAVE ALVIN
"LIVE FROM AUSTIN TEXAS TEXAS”
+
DAVID BROMBERG
"TRY ME ON ONE MORE TIME”
E CHITARRE … D’AMERICA

 

  

Due chitarristi, due mondi lontani e diversi, una sola costante: il risultato finale che è sempre e
solo buona musica.
Dave Alvin da Los Angeles e David Bromberg da New York (sponda Greenwich Village) hanno in comune, probabilmente, solo l’ottima tecnica e l’impareggiabile maestria nel suonare la chitarra.
Ognuno poi segue il proprio credo.
Dave Alvin, già leader dei BLASTERS ha viaggiato tra la roots-music, americana per eccellenza e
un rock-blues sanguigno passando a mischiare più generi musicali alla ricerca del puro suono
“americana”. Dopo aver lasciato il fratello Phil e i restanti componenti dei BLASTERS sul finire
degli anni ottanta David ha intrapreso la carriera solistica con risultati soddisfacenti, mantenendo
sempre uno standard qualitativo di tutta evidenza. Con una decina di album alle spalle è ormai
un’icona consacrata della musica della West-Coast.
In questo nuovo episodio della serie AUSTIN CITY LIMITS troviamo Alvin in una sessione
concertistica tenutasi il 29 gennaio del 1999 accompagnato dai fidi GUILTY MEN.
Il concerto segue di poco la pubblicazione dell’album BLACKJACK DAVID e ne riprende,
ovviamente, diverse canzoni. Il suono è pulito, secco e vigoroso; Dave attinge a piene mani dal
repertorio (suo e dei BLASTERS) e, quindi, classici come BORDER RADIO e KING OF
CALIFORNIA, MARIE MARIE e FOURTH OF JULY vivono di una luce propria, scintillante più che mai. E’ un disco pieno zeppo di belle canzoni e ottimi suoni. In totale sono 13 le canzoni proposte per una durata di quasi 57 minuti. Il ritmo è sempre molto alto e il disco non ha pause: una cascata di suoni che è puro godimento.
David Bromberg mancava con un nuovo disco sugli scaffali dei negozi di musica da qualcosa
come 17 lunghi anni. TRY ME ONE MORE TIME è composto di 16 canzoni per 47 e passa minuti di vera musica d’autore. Bromberg sceglie di ritornare sul mercato nella maniera più impensabile:  lo fa, infatti, con un disco completamente acustico e che lo vede solo & soletto… con le sue chitarre a dargli man forte.
E per il ritorno sceglie di reinterpretare classici, standard e traditional, tutti targati folk - blues . Così se a Robert Johnson rievocato in KIND HEARTED WOMAN segue il Reverendo Gary Davis con TRYING TO GET HOME non può certo mancare un classico come SHAKE SUGAREE di Elizabeth Cotten (già cavallo di battaglia dell’ultimo DeVille).
Un brano di Dylan poco conosciuto come IT TAKES A LOT TO LAUGH, IT TAKES A TRAIN TO CRY e diversi traditional come MOONSHINER o WINDIN’BOY oltre all’inedita TRY ME ONE MORE TIME sono il migliore biglietto da visita per il ritorno sulle scene di questo artista che, ritiratosi dalle scene già nel 1980 per dissapori con le case discografiche, si è dedicato all’attività di liutaio, giusto per restare nel campo.
Due dischi tra loro molto diversi, ma due chitarre, imprescindibili, nella storia musicale dell’America del rock-folk-blues.


 

 


 

I MIGLIORI DEL… 2007
By Mauro

STEFANO BAROTTI - GLI OSPITI ,     ANDREA PARODI - SOLDATI
DAVID MASSENGILL – WE WILL BE TOGETHER
FRANCESCO BACCINI – DALLA PARTE DI CAINO
RY COODER – MY NAME IS BUDDY
PAUL ELLIS - ESSENTIALS
SANNIDEI – FRAMMENTI DI REALTA’
JOHN MELLENCAMP – FREEDOM’S ROAD
DAVE ALVIN – LIVE FROM AUSTIN TX

 


 

GIOIELLI NASCOSTI

CREEDENCE CLEARWATER REVIVAL

“GREEN RIVER”

Un classico GREEN RIVER, un classico targato CCR. Un classico del R&R senza tempo, un disco da 5 stelle in quasi tutte le guide musicali esistenti al mondo.

Il perché di tale giudizio è insita negli stessi solchi del disco, un disco di 9-canzoni-9 che sono essenziali, gemme del rock & roll allo stato puro, senza tanti fronzoli ma con le chitarre e la sezione ritmica al posto giusto nel momento giusto.

La band dei fratelli Fogerty, John e Tom con Stu Cook al basso e Doug Clifford alla batteria

esordisce nel 1968 con l’album CREEDENCE CLEARWATER REVIVAL. Lo stile è ben delineato in quel rock puro e incontaminato che sarà poi da guida per le generazioni a seguire.

Dopo il secondo album BAYOU COUNTRY, sempre nel 1969 esce questo GREEN RIVER. Un disco veramente magnifico che contiene canzoni di spessore “universale” come la stessa GREEN RIVER che titola il lavoro, oppure BAD MOON RISING, LODI, TOMBSTONE SHADOW.

La band è qui al suo massimo splendore. La conferma arriva dritta dalle note, suoni, colori che si trovano dentro questo disco.

  C’era una volta il rock & roll.

 


 

QUESTO NUMERO DEL TONNUTO
E’ STATO CHIUSO IN REDAZIONE ALLE ORE 20.00 DEL 10/09/2007

 

HANNO FATTIVAMENTE COLLABORATO A QUESTO NUMERO (E NOI LO RINGRAZIAMO) :

L’INDISPENSABILE AIUTO DEL GRANDE AMICO FAZ

IL GRANDE ARTICOLO DI FABIO

CIAO RAGAZ!!

SE AVETE MATERIALE CHE VOLETE PUBBLICARE…

SE AVETE UN CANTATE PREFERITO DI CUI PARLERE…

SE VOLETE SAPERNE DI PIU’ SU QUALCHE ARGOMENTO…

IL NOSTRO INDIRIZZO E’ [email protected]

 

SCRIVETECI ! ! !