IL TONNUTO© PERIODICO D’ACQUA DOLCE - Anno VIII - N°70 – FEBBRAIO 2007 www.iltonnuto.tk
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Caro
amico a quattro zampe. Non
ti ho mai coccolato abbastanza a suo tempo. Ti
ho tenuto in braccio troppo poco. L’ultima
volta che l’ho fatto è stato per depositarti tristemente nella fredda terra. Ho
provato dolore in quel momento, te lo confesso. Qualcuno
avrà di che sorridere, forse. Se
avete avuto un animaletto, o ancora l’avete, forse, mi capirete. Non
avrei mai pensato di potermi affezionare così a te. Sei
stato con noi in vacanza ovunque si andava. Sei
stato compagno di avventura per cinque anni esatti. Sei
stato parte della nostra famiglia. Animali
da affezione, così vi chiamano. E
l’affetto è un sentimento forte. Difficile
pensare a te solo come ad un “animale”. Ci
sono molti più animali qui, tra i nostri simili. Chi
ammazza, chi ruba, chi si approfitta degli altri. Eri
gentile e silenzioso amico mio. L’angolo
dove c’era la tua gabbietta ora è desolatamente vuoto. Ma
è un vuoto di quelli che non ha modo di riempirsi. Sono
certo che il ricordo del tuo muso buffo si affaccerà così, improvviso, nella
mia giornata, magari in un giorno d’estate col caldo che tu soffrivi molto,
oppure in una fredda sera di febbraio, come quella della sera in cui ti ho salutato
un ultima volta prima di adagiarti nella piccola fossetta qui fuori. Ci
ritroveremo ancora da qualche parte in futuro?? Porto
il tuo ricordo in questo scritto, perché nei ricordi ti ritroverò in ogni
momento come ritrovo tutti quelli che già sono partiti. Addio
Ringhio, amico mio. |
Ringraziamo…
…di
cuore tutti gli amici che hanno speso una parola per il nostro amichetto
peloso… tra tutte le cose che ci avete scritto, una ci ha colpito in modo
assoluto… è l’amico ALE.SIRO a scrivere:
“Mi spiace amici per il vostro piccolo Ringhio! Come nel
vostro caso, gli animali, anche se presenza silenziosa.....fanno scaturire in
noi, come per magia, un affetto "particolare" che solo chi possiede o
ha posseduto un animale può capire! La vera magia però, ed è quello che un pò
ci fa soffrire, è che anche loro, sono insostituibili.....
di Ringhio, ce ne
sarà soltanto uno.....”
Cari amici ben
trovati. In questo mese
passato sono successe parecchie cose… da dove partire?? La carneficina di
Erba ha ora dei colpevoli. E i colpevoli sono loro, gli orchi di Erba, quelli
della porta accanto, i coniugi malefici. Sono i nuovi mostri, o come dir
volete, quelli che hanno premeditato tutto e, che Dio li fulmini, fino
all’ultimo gridavano la loro innocenza davanti a telecamere e giornalisti. Mi domando, se non ci
fossero questi RIS, quanti delitti resterebbero senza colpevoli?? Se non ci
fosse la prova che incastra il colpevole?? Si dice “aver la faccia come il
culo” si intende che neghi quel che è evidente. Il trucchetto a volte funziona
a volte, per fortuna, no; e questa volta, nonostante i due ne Del multiplo omicidio
che ha insanguinato il tranquillo angolo lariano resterà per sempre, nella
memoria collettiva, l’immagine del volto sorridente del piccolo bimbo
trucidato. Ora attendiamo il verdetto
che, speriamo, schiaffi i due mostri dentro il buco più sperduto dell’inferno. Venendo al Governo,
il summit di Caserta doveva servire a chiarire le idee a tutte le varie fazioni
della maggioranza in vista dei prossimi impegni programmatici. Non è che sia
stato un grande successo. Due giorni dopo il summit nella maggioranza già
litigavano per via della base USA a Vicenza prima e per la missione in
Afganistan poi. E’ una maggioranza molto litigiosa ma, alla fine, pur di
mollare la “cadrega” qualcuno è sempre
il più lesto nel fare il famoso “passo indietro”. Resta il fatto che
siamo governati in modo abbastanza approssimativo, e questo è un dato di fatto. Nel frattempo il buon
Bersani ha proseguito nel suo piano delle liberalizzazioni ed ora pare che si
possa, per esempio, aprire una sala cinematografica con molti meno problemi burocratici. Peccato che, pare,
nella sola Milano alcune tra le più antiche sale stiano chiudendo i battenti in
un trend negativo che si trascina ormai da un biennio almeno. Insomma, si
legalizza l’apertura ma, forse, sarebbe magari il caso (piuttosto) di abbassare
(e/o azzerare) l’iva sul biglietto d’ingresso in modo da diminuirne il prezzo e
tornare a riempire le sale che già ci sono. Altra trovata
geniale; l’idea della benzina in vendita nei grandi negozi di
distribuzione. Te li vedi i carrelli
della spesa con dentro un bel Poi hanno tolto il
balzello fisso di ricarica dei cellulari… A questo punto
sarebbe il momento dell’applauso al buon Bersani, un uomo perbene… ma tanti
buoni intenti… sono rimasti tali. Infine, note dolenti,
sono le notizie sul mio personale precario stato di salute. Al compimento del
mio quinto anno in quel di casa TONNUTO sono vicino a quella che, trasformata
in età umana, sarebbe l’età dei novanta… Iniziano
gli acciacchi, iniziano le fatiche, ma io resto qui, indefesso, finché il tempo
non sarà scoccato. Alla prossima fratelli. |
“SILVIA RIPOSA… By Mauro …dentro la stanza con
una mano sotto il cuscino mentre di fuori spunta il mattino… fra non molto la
sveglierà(…)”… Quasi quasi indico un
concorso… ma so già che il buon 90% tra voi saprà il titolo della canzone che
inizia con i versi di cui sopra. Una volta sveglia Dopo dieci anni perdo
la mia collega di lavoro “prediletta”, e lo scrivo così, chiaro & tondo. Il due mesi fa è
toccato agli amici di MUSICALLANGOLO… il mese scorso a Ma tra tutte quante
queste cose, al di là degli scherzi, e lasciando da parte il dolore per l’unica
perdita “definitiva”, ossia quella di Ringhio, quella che più mi peserà nei
prossimi tempi (ed anche qui, lo scrivo chiaro, e se no, tondo) sarà vedere la
scrivania dell’amica Ho tentato pure di
convincerla a restare, andando anche contro dei principi di sana
ragionevolezza, dato che la sua decisione era irrimediabilmente già presa. Ma
sono fatto così; e se non l’avessi fatto, non sarei stato a posto con me stesso:
tentativo invero finanche un po’ egoista, ma fatalmente sincero. Ad un certo punto
qualcuno mi ha pure detto (con malcelata e sottile ironia) che non mi
rassegnavo all’idea. Beh, vero, perché negare. Ma siamo al punto di prima… se
alle cose ci tieni… non stai certo zitto. Anzi. Ad ogni modo “Il tempo è un gran
dottore (…)” cantava la Bertè in una vecchia e famosissima canzone. Aspetteremo
che questo tempo passi, potendo solo
dopo dire se la SAUDADE se ne sarà andata e questo tempo… sarà, invero, passato invano. Ti auguro fortuna
amica mia. Sempre.
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NAVIGARE e MUSICARE
RUBRICA DI FaZ
per non navigare alla deriva nel grande mare di internet
Come nei numeri precedenti vi
riporto 8 indirizzi di siti internet che ritengo possano essere di interesse
comune, per utilità o piacevolezza o semplicemente conoscenza.
L’elemento comune è il mare della
musica, mentre le 8 direzioni sono così suddivise:
i 4 punti cardinali vi porteranno in siti di gente che crea
musica;
le 4 “mezze” direzioni vi porteranno in siti di gente che tratta
la musica.
SCEGLIETE
( posizionati sopra il nome,
premi CTRL e fai click col mouse… andrai in internet alla pagina
collegata)
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BREVE DESCRIZIONE DEI PORTI:
NORD
Eileen Rose - http://www.myspace.com/eileenrosemusic
Grazie all'amicizia con
SUD
RadioDervish
- http://www.radiodervish.com/
Interessante
gruppo nato a Bari che unisce la tradizione italiana a quella del mondo arabo.
Atmosfere serali che ai più possono ricordare Battiato. Melodie con testi in italiano, arabo, inglese e francese che
affondano le radici sia nella tradizione araba che nella musica
occidentale che li rende originali.
OVEST
Sondre Lerche - http://www.sondrelerche.com/media.asp
23enne
norvegese che ultimamente ha sfornato degli ottimi pezzi jazz. Ascoltate sul
sito alcune tracce di tutti i suoi CD. Ne è uscito uno in queste settimane, ma
se ne comprate uno vi consiglio il penultimo, “Duper Sessions” .
EST
Folco
Orselli - http://www.folcoorselli.it/
Esce in questi giorni il terzo CD di questo “animale da
night pub”. Con quei suoi ringhi notturni in caldi blues è tra i miei italiani
preferiti. Dopo l’ottimo “La spina” siamo in attesa di riportarvi sull’ultimo
lavoro “Milano Babilonia”.
I suoi CD sono prodotti da LifeGate (http://www.lifegate.it/music/
).
Roots
Rock’n roll ed altre storie…. Forum, mailing list, concerti, recensioni e tutto ciò che c’è di nuovo nel mondo poco sponsorizzato dei grandi rocker di qualità .
NORD-EST
Mediateca
Desio -
http://www.csmdesio.it/mediateca/mediateca.htm
Grande disponibilità di titoli CD, DVD musicali e film in questa sezione della Biblioteca di Desio. Strumento utilissimo per conoscere nuovi artisti e lavori. Potete prendere in prestito 5 titoli multimediali alla settimana. Aperta tutti i pomeriggi compreso il sabato. La pagina linkata comprende solo alcuni delle migliaia di titoli disponibili.
SUD-OVEST
LifeGate Music - http://www.lifegate.it/music/
Pagina di LifeGate, la nostra radio preferita, dedicata agli album da lei prodotti. Interessante perché potete ascoltare tutte le tracce e se poi vi piacciono acquistare i CD, di qualità superiore alla media.
SUD-EST
Street Beat
- http://www.streetbeat.it/streaming.htm
Il battito della strada che proviene via streaming in internet da questa radio locale di un amico, ha origine in uno studio a Seregno (MI). Musica hip-hop la fa da padrona oltre a tutti i nuovissimi generi che nascono sulle strade giovanili.
Speciale Saluto ai
SULUTUMANa
x FaZ
“L’ultima
storia”… del nome Mi permetto
di sostenere che i Sulutumana sono uno dei migliori gruppi italiani degli
ultimi anni; purtroppo come spesso accade a chi non è “raccomandato” stanno
ottenendo meno fama del loro valore. Anzi, scusate, Valore con la V maiusola
! Ma… una
decina di giorni fa il comunicato: Ciao a tutti. Vi comunichiamo
con questo messaggio che il gruppo musicale SULUTUMANa, a partire da oggi 28
gennaio 2007, si scioglie e pertanto non esiste più. Il sito internet
www.sulutumana.net verrà definitivamente chiuso nei prossimi giorni. I SULUTUMANa allora
si dividono o meglio Michele uno dei due fondatori cambia strada. Ci auguriamo che la sua non sia una fermata
ma solo un affiancamento di corsia. Ma i “nostri” che rimangono sul bus tirano
comunque dritto e forte ! Infatti se andate sul loro sito trovate una data dopo
l’altra di appuntamenti in teatro ed altro. Ad oggi, per le date già fissate, rimane il nome solito. Quale sarà quello nuovo non si sa ancora (e non è nemmeno
sicurissimo che lo cambieranno). Voi che nome gli trovereste ? Io … dopo SULUTUMANa ho pensato a “SULUSCIOn”…
anche se decisamente anomalo (beh, come sulutumana direi…) è però anche lui
tratto da una parola del passato l’uscio , ma anche lui dà quasi un idea del
futuro (si legge suluscion = soluzione) di lingua inglese (vedi sulutuman,
primo nome stampato sui manifesti, che sembra superman!). Dopo esser stati sull’ottomana, perché non andare sull’uscio a
guardar fuori ? Sulution a parte, i SULUTUMANa cambieranno nome ma non lo stile ed il
percorso che mi pare decisamente orientato alla creatività, all’arte , ai
teatri più che le discoteche o i pub. Li
ho visti l’anno scorso in piazza come ottimi (davvero) accompagnatori di un
tour quasi teatrale. Le loro musiche ed i loro interventi sono sempre
brillanti. Noi li seguiremo sempre, sia col nuovo o vecchio nome ed
anche per Michele che rimanga o no nel gruppo. Se proseguirà da solo ques’anno
perché si sente così, bene, ma ci permettiamo di invitarlo a ritornare un
giorno. Con questo articolo vogliamo render loro omaggio per tutto
ciò che han fatto nascere. GRAZIE ! Vi riportiamo la STORIA
del gruppo prelevandola dal loro sito:
http://www.sulutumana.net/ita/home.html
SULUTUMANa
e' il nostro nome, ma per noi SULUTUMANa e' prima di tutto un suono attorno al
quale liberare quel po' di talento e quel tanto di passione che abbiamo per la
musica e per l'arte. Questo suono ha origini antiche e provenienza misteriosa e
ci ha raggiunto un giorno sulle ali del vento grazie al quale esso arriva alle
orecchie del mondo e questo e' quanto andiamo fantasticando. Asso
(CO), estate
millenovecentoottantotto, piazzetta del comune, dieci di sera, c'è una chitarra
sul tetto di una centoventisei bianca.
"Chi suona la chitarra?" "Giamba ti presento Michele, è
lui che suona la chitarra" "Piacere..." "Ciao,
piacere". La chitarra, la centoventisei, il comunismo, il consumismo, la
lotta, la rivoluzione, la rabbia, l'illusione, le certezze in una canzone,
l'amicizia, la condivisione, il vino manco a dirlo, il vomito, il ridere da
star male, le notti intere trascorse a parlare...Quei due si erano innamorati e
decisero in poco tempo di mettere su "cantina". Era stato Enzo a
presentarli, lui e Michele sono amici d'infanzia, da quella sera stavano quasi
sempre insieme, loro tre. Enzo era la presenza silenziosa, ascoltava ed
osservava senza mai annoiarsi. "Si
fa sul serio allora, io suono e tu canti e si va nei locali a fare delle
serate, compriamo un impiantino e lo paghiamo a rate." Michele ha sempre fatto maledettamente sul
serio. Giamba sentiva un misto di felicità e terrore. "Dobbiamo trovarci
un nome." " ...Già, bisognerà cominciare a pensarci." Questa,
in sintesi, è la preistoria dei SULUTUMANa, roba di un millennio fa,
quando, dopo averci pensato "su" una sera intera, Giamba e Michele
decisero che il nome sarebbe stato ispirato dall'ottomana sopra la quale se ne
stavano comodamente seduti. Il nome tradotto dal dialetto vallassinese
significa appunto "sull'ottomana" e per ottomana si intendeva anche
il normale divano. Frase tipica del
nonno o del papà quando erano stanchi e noi si era bambini: "Vo a fa un
sugnèt su l'utumana." Questo nome, scritto tutto attaccato, ci è
sembrato subito musicale e, perchè no, universale. Il perchè della
"a" minuscola finale è da attribuirsi al fatto che la prima locandina
ufficiale del gruppo, risalente al millenovecentonovantuno,
riportava il nome scritto in quel modo e a noi è sembrato divertente che il
mantenesse la finale minuscola come segno grafico distintivo. Per
anni si suonano le canzoni dei cantautori, si rivisitano i brani della
tradizione popolare tramandati da nonni e genitori, canti di festa e canti di
protesta. Nel corso del tempo il duo originale si allarga fino a diventare un
gruppo vero e proprio con amici e musicisti "vecchi" e
"nuovi" a costituire le diverse formazioni fino a quella attuale. Angelo
è nel gruppo dal novantatre, Francesco dal novantasette, Antonello e Nadir dal
novantotto, Andrea dal duemila.
Nell'ottobre del novantanove sbarchiamo per la prima volta in una sala
d'incisione e registriamo un demo contenente cinque brani, le nostre prime
canzoni: La
vera storia Di Marisa Puchenia, La danza, Il funerale, Viola, Carlina
Rinascente. Il demo viene spedito a case
discografiche, produttori e addetti ai lavori in genere; l'unica risposta
cortesemente pervenutaci è stata quella di un produttore che ci ringraziava ma
che non era interessato al progetto. Altre decine di plichi spediti non hanno
neppure ricevuto risposta. Il progetto
prosegue, nascono nuove canzoni, nuove storie da vestire di musica. La sera si
prova nel garage-cantina e anche gli appuntamenti dal vivo sono più numerosi,
il pubblico è sempre calorosissimo nei teatri, nelle piazze e nei locali. Alla fine di agosto del duemila ci
sono buone notizie per noi: La danza e Carlina Rinascente vengono
premiate al concorso "Un'avventura"
organizzato dal comune di residenza di Lucio Battisti (Molteno, LC) in sua
memoria. I brani si classificano secondo e decimo per la giuria ufficiale,
mentre vengono premiati parimerito al primo posto dalla controgiuria di Radio
Popolare. I due brani fanno parte del CD Un'avventura, contenente le prime
venti canzoni selezionate. Ma non è
finita, infatti solo pochi giorni dopo ci giunge la notizia dell'assegnazione
del Premio Tenco targa IMAIE come miglior gruppo inedito. Il nostro demo aveva fatto maturare
lentamente i suoi buoni frutti, cominciamo a gustarne il sapore. Grazie al riconoscimento del Premio Tenco
realizziamo un mini CD contenente le due canzoni che erano state premiate anche
in occasione del concorso "Un'avventura." Il singolo è prodotto dalla
casa discografica Alabianca di Modena. Finalmente,
tra gennaio e febbraio del duemilauno ci chiudiamo per venti giorni in uno
studio dove registriamo undici canzoni dando vita a "La danza", il nostro
primo CD autoprodotto destinato alla vendita Il disco viene presentato al
pubblico il quindici giugno duemilauno con un concerto a favore dell' AVIS in
un teatro di Erba (CO). E'
l'inizio del tour estivo che ci vede scorazzare su e giù per la brianza e per
il lago con qualche sconfinamento nel milanese, nel bergamasco, nel parmense e
nei cantoni Ticino e Grigioni della Svizzera. Termina
l'estate, ma per fortuna continuano le nostre serate; si torna a Milano, ma si
suona anche a Padova, Ivrea, Pavia, Torino, Bologna, Genova. Ed è proprio da
Genova che arriva un nuovo riconoscimento per i SULUTUMANa: in occasione del
concorso di musica d'autore "I MIGLIORI CHE ABBIAMO" (un nome che fa
il paio con la nostra infinita modestia), veniamo premiati dalla rivista
specializzata "L'isola che non c'era" come miglior gruppo
del duemilauno. Grazie a questo premio, il trenta novembre siamo ospiti
della serata in onore di Fabrizio De Andrè al teatro Carlo Felice di Genova.
Dobbiamo esibirci con un solo brano e abbiamo scelto Ribes. Il
primo appuntamento importante del 2002 è datato 10 gennaio, si tratta del
concerto ripreso dal vivo da Radio24 alla Salumeria della Musica di
Milano all'interno di una rassegna dal titolo Uomini di parola condotta e
ideata da Gianni De Berardinis. E' sempre tempo di concerti dal vivo, il raggio
d'azione si espande oltre i confini consueti. Una preziosa conoscenza scaturita
dai concerti elvetici è quella con Patrizia, un concentrato di entusiasmo
energia e bellezza a nostra disposizione, che si fa in quattro per far
conoscere al mondo la nostra musica e per procurarci concerti. Un sangre
caliente nel cuore gelido d'Europa. A
Ottobre 2002 prende il Via il progetto per la realizzazione del CD singolo "I
PESS". A volte ci capita di dover scrivere canzoni per bambini, primo
perché ci diverte, secondo perché Giamba le canta assieme a loro durante i
laboratori scolastici. Anche in questo disco abbiamo voluto cantare con i
bambini e abbiamo selezionato tra parenti e amici e fan in erba, un coro a dir
poco eterogeneo per età e soprattutto per intonazione. Tre sono le canzoni che
fanno parte di questo disco, che è stato presentato alla fine di Novembre in un
concerto dal vivo con il coro che ha partecipato alla registrazione. I PESS E' una canzone popolare spagnola
(titolo originale Los Peces) che ci siamo divertiti a tradurre e a reinventare
in dialetto alto-brianzolo. E' NATO UN BAMBINO E' un brano natalizio per
bambini, quello che ha dato lo spunto per la realizzazione del disco. Gennaio
2003: si apre il cantiere "DI SEGNI e DI SOGNI", il disco che
uscirà a maggio. Ci sono le musiche e i testi, bisogna provare, trovare la
strada, tracciare il percorso che ci porterà in un teatro, a porte chiuse, per
la registrazione in presa diretta Il
25 maggio 2003 è il giorno della nostra festa. Al Parco Barni di Canzo
(CO) organizziamo il concerto di presentazione del disco DI SEGNI e DI SOGNI,
finalmente pronto. Un'adunata di tutti i nostri sostenitori da zero a cento
anni. Erano tantissimi e l'emozione sfondava porte di burro quel giorno. E'
stata una festa di quelle che se non c'eri… peccato, perché mancavi solo tu, e
raccontarlo non è come esserci stato. Grazie
a tutti, quelli che c'erano e quelli che ci saranno, quelli che vogliono farsi
sfiorare dalle stelle-canzoni, quelli che vogliono dondolarsi nella magia di un
ritornello, quelli che si incontrano e dicono: -che si fa stasera? Perché non
si va a sentire i SULUTUMANa?- Parte
il DI SEGNI E DI SOGNI TOUR, il CD "casereccio" incontra il favore
del nostro pubblico che non manca di testimoniare il proprio entusiasmo durante
i live o attraverso il nostro neonato strafigo sito internet studiato e
realizzato A GRATIS da Grazia e Francesca. Il
nuovo disco si vende alla grande nei concerti...sarà per le belle ragazze che
stanno dietro la nostra bancarella a vendere "sulumercanzìe"! Dopo i
concerti si va a casa della gente, sotto forma di CD, ed è un'esperienza
davvero affascinante e gratificante. Finora ci siamo sentiti l'eterno gruppo
emergente, ora cominciamo a capire che emersi siamo emersi, ma abbiamo a che
fare con un ambiente di struzzi abili a darsela a gambe o ad affondare
la testa nella sabbia..radio e stampa specializzata se ne fregano del nostro
bel dischetto, loro neanche lo sanno che lo abbiamo inciso, presi come sono a
smerciare prodotti preconfezionati omologati liofilizzati, roba da
"quattro salti in padella" spacciati per alta scuola culinaria. Non
che noi si pensi di essere i migliori "soffriggitori" di musica in
circolazione, per carità, però qui ci sembra di venire ignorati un po'
troppo…Ma questa è un'altra storia. C'è
chi ci ignora e c'è chi ci ama, e sono tanti davvero questi ultimi. Il sette
Dicembre siamo sul palco del TEATRO SOCIALE di Como, è la prima volta che
succede per un concerto tutto nostro. Chiamiamo
in adunata a squarciagola i nostri sostenitori, gli amanti della nostra musica,
le amanti nostre, le mogli, le famiglie, le famiglie delle amanti, i nipoti, i
nonni, i cugini fino al quarto grado; fatto sta che eravamo in settecento più
noi che fa settecentosette, il sette di Dicembre, a Como, al Teatro Sociale. E'
stato l'abbraccio più grande e caloroso che abbiamo mai ricevuto, e ci è
sembrato anche un po' di meritarcelo. Nel
gennaio 2004 ci aspetta un altro bagno di fans al BLOOM di Mezzago, un locale
storico all'interno del quale abbiamo assistito a concerti memorabili in
gioventù e che ora ci godiamo dal palco, beati noi, e ci sembra anche un po' di
essere all'altezza, e sappiamo anche che "ghem inscì da cuur",
"dobbiamo così correre" per essere un'orchestra con i
contro…fagotti! A fine mese siamo a
FRIBURGO, in Germania, per Continua intanto senza interruzione anche il nostro tour di concerti che vede allargare sempre di più gli orizzonti della nostra musica, si suona un po' dappertutto su e giù per l'Italia, in Svizzera, in Germania. E' davvero un anno di buoni frutti per noi, altri progetti sono in fase di ultimazione ma non è ancora il momento di parlarne, che è così bello lasciar parlare i fatti e il lavoro quotidiano. |
IL DISCO DEL MESE/1 JOHN MELLENCAMP ”FREEDOM’S ROAD’” By Mauro
John Mellencamp, il rocker dell’Indiana, torna dopo quasi
tre anni dal suo ultimo album di studio (TROUBLE NO MORE – 2004) e torna nel migliore dei modi. Il suo nuovo album FREEDOM’S ROAD è proprio un bel disco. Il
rock di Mellencamp è stato nel tempo accostato ai più blasonati Bruce
Springsteen & Steve Earle: paragoni che faranno sicuramente piacere ma che,
al tempo stesso, non rendono pienamente giustizia al lavoro di Mellencamp. Il
tratto distintivo c’è, e va cercato nel suono che Mellencamp costruisce nei
suoi dischi, sempre in bilico tra ballate rock e ballate country. Il disco è stato preceduto dal singolo OUR COUNTRY che si
poteva ascoltare in rete, sul sito del cantante, già dalla fine di dicembre. La
canzone “lancio” è in effetti una delle cose in assoluto tra le migliori del
disco. Mellencamp è uno degli artisti che è sceso in piazza “polemicamente”
contro la politica estera guerrigliera degli USA. Al pari di molti altri
cantanti americani nelle sue canzoni non tralascia di citare errori e madornali
incoerenze del “sistema americano”. In questo suo impegno politico & sociale si inseriscono
canzoni come THE AMERCIANS e la title –track FREEDOM’S ROAD. Il disco ha una durata di circa 50 minuti e presenta dieci
canzoni completamente nuove: tutte sono composte per testo & musica da
Mellencamp. L’apertura del disco è affidata alla canzone SOMEDAY;
partenza appena accarezzata per qualche secondo e poi la piena voce di Mellencamp
inizia la sua cavalcata. Bella ed orecchiabile, uno dei pezzi più incisivi del
disco. Piena di vitalità e con le chitarre che impazzano. GHOST TOWNS
ALONG THE HIGHWAY è un pezzo “on the road”. Bellissimo l’intro di chitarra e gran bella canzone anche
THE AMERICANS… potrebbero essere solo stereotipi, ma la t-shirt & i blue
jeans sono segni distintivi… la canzone ha una vena volutamente polemica e
riafferma cosa significa essere americano. Nella canzone JIM CROW c’è un ospitata di tutto rispetto. A
duettare con Mellencamp nientepopodimenoche Mrs. Joan Baez. La canzone è seconda per
bellezza, nella mia personale play-list, alla sola OUR COUNTRY. Il duetto è
pienamente azzeccato e la ballata è una di quelle ad effetto assicurato. Per OUR CONUNTRY vale la pena spendere ancora qualche
parola: se la si legge nel testo, senza
musica, questa canzone potrebbe benissimo essere una preghiera, a tratti un
invocazione, a tratti una riaffermazione di quello che, credo, un tempo era il
“sogno americano”. Mellencamp è uno di quelli che ci crede, ora più che mai. Il disco si chiude con HEAVEN IS A LONELY PLACE. Mellencamp
non nasconde il disincanto della natura umana e lo racconta bene con questo
pezzo finale. In chiusura non resta molto da dire. FREEDOM’S ROAD è un album
che conta almeno tre canzoni bellissime; il resto si ascolta con grande
piacere. L’unica nota negativa è, a parere mio, il fatto che il cd sia
commercializzato in un digipack striminzito e senza testi. Di questi tempi non
è che ci si possa aspettare la luna...
però… |
IL DISCO DEL MESE/2 JOHNNY CASH ”AT SAN QUENTIN’” By Mauro
The “Man in Black” e la sua chitarra. La copertina
dell’album AT SAN QUENTIN è già di per sé stessa la summa del discorso. Corro il rischio di annoiare la platea degli amici ma
ripropongo ancora una volta (l’ennesima) un lavoro del grande Johnny. Dopo
averci deliziato con l’ultimo disco della serie AMERICAN (disco dell’anno 2006,
per chi scrive) viene ora riproposto nella serie LEGACY EDITION l’intero
concerto tenuto da Cash nel carcere di San Quintino il 24 febbraio 1969. Un disco di 38 anni fa (Cash di anni ne compiva 37 il 26
febbraio di quell’anno) ma che suona fresco, vivace e pimpante ora più che mai…
roba da non credere. Il documento video è, a tutti gli effetti, un documento
storico di notevole valore ed i fans di Cash non potranno che stropicciarsi gli
occhi di fronte a tale bellezza. Il concerto al carcere di San Quintino seguiva l’altrettanto
famoso concerto AT FOLSOM PRISON ed il fatto che Cash fosse così incline a
suonare per i detenuti (anche contro il parere della sua casa discografica) la
dice lunga sul Johnny-pensiero. Cash era molto vicino a queste persone nelle
quali, in fondo, trovava un po’ di sé stesso: il nostro ebbe problemi con la
giustizia a causa di droghe ed alcol e finì dietro le sbarre diverse volte. Il concerto è anche famoso per quella foto “storica” in cui
Cash mostra con la faccia da “incazzato nero&vero” il dito medio ad un
fotografo durante le prove del pomeriggio; la foto la troverete, senza
difficoltà, sul web… ed anche quella, in fondo, la dice lunga sulla grinta, la
rabbia e la vita del “Man in black”. Il 23 agosto del 1969 l’LP raggiunse la vetta della
classifica settimanale di BILLBOARD e lì in cima restò per quattro settimane di fila
diventando così il disco più venduto della carriera discografica di Cash. Un
successo senza precedenti soprattutto se pensate che quell’estate, quella del
1969, fu l’estate di Woodstock e di tutti gli altri eroi & antieroi della
musica mondiale. Oltretutto Cash era classicamente un cantante “country” genere
che ha sì avuto moltissimi proseliti ma che, proprio in quegli anni, stava via
via segnando il passo. Notevoli le esibizioni del cantante Carl Perkins e della
moglie di Cash, June Carter, sola o accompagnata dalla “Carter Family”, un vero
pezzo di storia della musica americana. Contributo di non poco conto anche quello
del gruppo gospel degli STATLER BROTHERS. Le canzoni di Cash contenute nel disco sono quelle classiche
del suo repertorio dell’epoca, da I WALK
THE LINE a FOLSON PRISON BLUES, passando ovviamente per RING OF FIRE e non
dimenticando la stupenda ed accorata SAN QUENTIN eseguita per ben due volte di
fila. Insomma, alla fine sono 31 canzoni, non una da buttare.
Forse un po’ fuori luogo i fratelli STATLER, ma validi, come il resto delle
registrazioni. Se devo consigliare il disco a qualcuno dei miei amici, beh,
non esiterei a farlo, a patto che siate amanti di questa musica, che ha anni
sulle spalle, certo, ma che è vera e sincera più o meno come la passione che
c’è dentro. |
I MIGLIORI DEL… 2007
By Mauro
SANNIDEI – FRAMMENTI DI REALTA’
JOHN MELLENCAMP – FREEDOM’S ROAD
GIOIELLI NASCOSTI Terri Hendrix –
Wilory Farm (1998)
Terri Hendrix, texana nativa di San Antonio, è una
cantautrice country-folk poco conosciuta
alle nostre latitudini. Solo alcuni dei suoi dischi sono giunti qui da noi. Questo WILORY FARM è il suo secondo lavoro ed è uscito
originariamente nell’ormai lontano 1998. E’ un disco magnifico che si accosta,
per concezione e genere, al mitico ARKANSAS TRAVELER di Michelle Shocked. Molto simile alla Shocked anche nella voce Terri mette insieme
un lavoro che è però più marcatamente
country. Tra chitarre acustiche, mandolino, banjo alla fine esce un disco
veramente bello che il tempo ha, forse, nascosto troppo in fretta. |
I DIARI DI VIAGGIO DI MR. RHO NANDO… PARTE II
LISBONA-FATIMA-MADEIRA-MADRID Abbiamo visitato Lisbona, con i suoi vari
quartieri, tra cui il più famigerato, quello dell’Alfama. Il ponte sul fiume Tago non esisteva ancora. Serata con lo spettacolo di Fado. Abbiamo visitato il giardino di Villa Italia,
celebre dimora di Re Umberto II° e quindi il celebre circuito dell’Estoril.
Quindi in taxi abbiamo proseguito per Fatima per visitare il famoso Santuario. Quindi ci siamo trasferiti sull’Isola di
Madeira, ed abbiamo preso alloggio all’Hotel Savoia. Madeira è un’isola tutta
fiorita, piena di bananeti, castagneti. La capitale è Funchal. Lì, al cenone dell’ultimo dell’anno, abbiamo
conosciuto i Signori (:::) di Faenza. Loro erano in viaggio per festeggiare il
25° di matrimonio. Di ritorno dal Portogallo il 6 gennaio ci siamo
fermati a Madrid. Abbiamo visitato DICEMBRE
72/73 TANZANIA Abbiamo sorvolato il Kilimangiaro con la sommità
innevata. Quindi abbiamo visitato Abbiamo conosciuto due coppie di Milano con le
quali abbiamo intavolato delle partite a ramino. Con l’aereo siamo andati in un parco per il celebre safari. La pista di atterraggio, nel mezzo del
parco era in terra battuta e con degli elefanti che cercavano di attraversarla.
Ero seduto davanti con il pilota, il quale mi tranquillizzava: diceva che ai
bordi della pista c’è un filo di ferro nel quale passa della corrente
elettrica, cosicché, non appena gli elefanti si avvicinano, subito ne si
ritraggono. C’erano parecchi animali, oltre agli elefanti, le
giraffe, impala, zebre, e quant’altro della famiglia dei leoni. Un leone molto
bello, giovane, forse disturbato dalla nostra jeep ci rincorse per un bel po’. Anche
l’autista era terrorizzato, per fortuna, dopo un po’, il leone desistette. Al rientro ci attendeva il cenone di capodanno
ai bordi della piscina dell’hotel, con buffet e, un bel caldo. Proseguimmo il viaggio in aereo con destinazione
Zanzibar. Appena giunti all’aeroporto ci diedero una pastiglia contro Visitammo poi il mercato del paese, davvero
unico, c’erano banane di tutti i colori e i formati e molto altro ancora
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STRUMENTI MUSICALI (da
INTERNET)
By FaZ Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
L'arpa è uno strumento
musicale cordofono a pizzico. Esistono vari tipi di arpe. Per quello che riguarda
la musica popolare e tradizionale, molte culture e geografie hanno tra i propri
strumenti qualche variante di arpa: si ha così l'arpa celtica, le varie arpe
africane, indiane, ed altre ancora. In ambito occidentale, il
termine arpa non altrimenti specificato si riferisce quasi sempre all' arpa da
concerto a pedali, della quale esistono varienti acustiche ed elettriche. L'arpa da concerto a pedali
è dotata di 47 corde tese tra la cassa di risonanza e una mensola detta
"modiglione", con un'estensione di 6 ottave e mezza e intonato in do
bemolle maggiore. I suoni estranei a questa tonalità si possono ottenere agendo
su 7 pedali a doppia tacca; ogni corda è in grado di produrre tre note diverse
ed è possibile costruire una scala cromatica. L'arpa è costituita
complessivamente da 1.415 pezzi differenti che sono necessari alla sua
fabbricazione. La storia L'arpa ha un'origine
antichissima: deriva dal cosiddetto arco musicale. I primi ad avere in uso
l'arpa furono gli Egiziani circa nel Presso gli Egiziani e gli
Assiri venivano costruite arpe di varia foggia ed aventi un numero tra loro
differente di corde (sembra che se ne avessero fino a 22). L'uso dell'arpa
probabilmente era anche conosciuto dal popolo ebraico mentre fu disdegnato dai
Greci e dai Romani a tutto vantaggio della lira e della cetra. L'arpa ricomparve in Europa,
durante il IV secolo, presso le popolazioni nordiche (in particolare irlandesi
ed anglosassoni) e da lì si diffuse nel resto del continente dove venne
particolarmente usata nel genere musicale del Minnesang nel XII secolo. L'arpa divenne molto comune
nel XIV secolo come accompagnamento per i canti o le danze. Questo strumento ha subito
notevoli modifiche nell'arco dei secoli e, a partire dal 1607, dopo che
Monteverdi la utilizzò nell'Orfeo, fu accolta nell'orchestra. Con l'aggiunta di varie
modifiche tecniche l'arpa conquistò secoli e paesi. In Francia la scuola d'arpa
fu particolarmente brillante nella seconda metà del XVIII secolo ove furono
fabbricate arpe decorate in modo sfarzoso, alcune delle quali sono ancora
conservate presso il Museo del Conservatorio di Parigi, il Museo della Scienza
e della Tecnica di Monaco, il Museo dell'arpa Victor Salvi (il più completo nel
suogenere). Nicolas Bochsa (1789-1856)
fu uno dei più grandi arpisti del XIX secolo così come il suo allievo Elias
Parish Alvars. Nel 1811 nacque a Londra
l'arpa a doppio movimento, tutt'ora in uso a brevetto del francese Sébastien
Erard. L'arpa moderna fu poi perfezionata nel corso del medesimo secolo. L'arpa in araldica L'arpa è' simbolo di
tranquillità, animo eletto e allegria. È anche simbolo di Santa Cecilia,
patrona della musica. È molto rara negli stemmi.
Uno dei primi signori dell'Irlanda, David, scelse come propria arma l'arpa,
strumento preferito dal re Davide di cui portava il nome: da allora l'arpa è
diventato il simbolo dell'Irlanda. L'arpa celtica, o gaelica (detta "clàrsach"), è uno
strumento a corde del folklore dei paesi europei di area celtica (Irlanda in primis di cui è lo strumento
"principe"), L'arpa celtica è più piccola
rispetto all'arpa classica . A differenza della grande
arpa da concerto, l'arpa celtica non ha i pedali, ma ha le chiavi con cui si
ottengono i semitoni. Le corde delle arpe celtiche
antiche erano metalliche oppure di budello di pecora, ma oggigiorno possono
essere anche in nylon oppure in carbonio. Gli antenati dell'arpa
celtica devono essere ricercati nelle arpe dei Babilonesi, degli Assiri e degli
Egizi. La più antica arpa celtica arrivata a noi è quella del Re Brian Borù,
conservata al Trinity College di Dublino, databile intorno al XIV secolo.
Intorno all'anno Mille i bardi dei Celti possiedono due tipi di arpa: una con
tutte le corde in metallo, un'altra con le corde in budello e la cassa di
risonanza intagliata da un tronco di salice. Gli arpisti formavano una
corporazione di tipo ereditario, ed erano organizzati come un ordine religioso.
L'arpista era tenuto in grande considerazione da tutte le corti dove esercitava
la sua arte,accompagnando le sue innumerevoli storie che parlavano di amore, di
guerra, di amicizia, di magia, ed era tale la sua influenza sul popolo che nel
XV e nel XVI secolo molti sovrani emanarono leggi per limitare il potere dei
bardi. Gli ultimi bardi irlandesi si chiamano O'Neill, Hempson, ma soprattutto
Turlough O'Carolan, vera pietra miliare e riferimento ancora attuale per gli
arpisti dei nostri tempi, ma dopo di essi, il buio per alcuni secoli. Nel |
NEL PROSSIMO NUMERO:
SPECIALE… DAVID MASSENGILL
CONSIGLI E ASCOLTI By FaZ
& ALTRE BUONE & NUOVE COSE
QUESTO NUMERO DEL TONNUTO E’ STATO CHIUSO IN REDAZIONE ALLE
ORE 19.00 DEL 10/02/2007
HANNO FATTIVAMENTE
COLLABORATO A QUESTO NUMERO (E NOI LO RINGRAZIAMO) :
IL PORCELLINO D’INDIA RINGHIO
L’INDISPENSABILE AIUTO DEL GRANDE AMICO FAZ
L’AMICO IVANO
CIAO RAGAZ!!
SE AVETE MATERIALE CHE VOLETE PUBBLICARE…
SE AVETE UN CANTATE PREFERITO DI CUI PARLERE…
SE VOLETE SAPERNE DI PIU’ SU QUALCHE ARGOMENTO…
IL NOSTRO NUOVO INDIRIZZO
E’
SCRIVETECI ! ! !