IL
TONNUTO© PERIODICO D’ACQUA DOLCE - Anno VII - N°68 – DICEMBRE 2006 www.iltonnuto.tk |
IN QUESTO NUMERO TROVATE:
RACCONTO… DI NATALE STRENNA DI…NATALE / 1 !!! IL DISCO DEL MESE/1 IL DISCO DEL MESE/2 I MIGLIORI 10 DEL 2006 (SINORA) NAVIGARE e MUSICARE - RUBRICA DI FaZ |
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La notte di Natale del 1991, quindici anni fa, quasi ora. Partiva l’avventura dei racconti di Natale. E partiva con un progetto assolutamente strampalato, senza capo né coda. L’avevo ideato in pochi giorni. C’è voluto un po’ più tempo a scriverlo. All’epoca non avevamo in casa un computer… si ricorreva al metodo artigianale per eccellenza; una mitica macchina da scrivere OLIVETTI LETTERA 25. Tempi da pionieri… “di prima del motore…” tempi duri per apprendisti ragionieri, con media o buona dimestichezza con la dattilografia In una quindicina di cartelle ecco nascere, in un mesetto o poco più, l’opera che intitolai “THE SLONVELY TOGHETHER FLYGHT”. “Il gruppo dei maltrà-insema” narrava le piccole vicissitudini quotidiane di tutti gli amici ai tempi della “bella compagnia”. Nella fantasia (illimitata) del sottoscritto tutti gli amici della compagnia del tempo diventarono altrettanti super-eroi, ognuno con un proprio particolare potere. Ci si batteva tutti insieme contro un grande nemico che attentava all’incolumità del mondo intero: il grande Puffo… intendendo per tale noto personaggio pittoresco in quel di Cabiate City conosciuto ai più, all’epoca, per la sua particolare dote di porta-sfiga senza limiti. Rileggerla ora, quella storiella, strappa più
di qualche sorriso… ci si ritrova tutti e tutto… il Carletto e Lo consegnai agli amici proprio dopo la messa della notte di quel Natale del 1991 e, il motivo di tale racconto mi era già chiaro all’ora. Bloccare un momento di vita mia, e degli amici, per sempre lì, in quei fogli battuti a macchina, in quegli avvenimenti descritti e ormai diventati mitici. Gli amici in cambio mi regalarono una risma di fogli di carta, penne, ed il necessario, insomma, per proseguire l’attività di scribacchino: il biglietto che allegarono era emblematico: un sottobicchiere di cartone, di quelli della birra con tanto di anno e firme di tutti. Ancora lo conservo come un caro ricordo. Sono passati anni ma, rileggendolo, veramente riesco a respirare di nuovo l’aria che tirava la notte di Natale del 1991. Miracoli… di un racconto di Natale. |
Il paradosso del nostro tempo nella storia è che abbiamo edifici sempre più alti, ma moralità più basse, autostrade sempre più larghe, ma orizzonti più ristretti. Spendiamo di più, ma abbiamo meno, comperiamo di più, ma godiamo meno. Abbiamo case più grandi e famiglie più piccole, più comodità, ma meno tempo. Più conoscenza, ma meno giudizio, più esperti, e ancor più problemi, più medicine, ma meno benessere. Beviamo troppo, fumiamo troppo, spendiamo senza ritegno, ridiamo troppo poco, ci alziamo stanchi, Abbiamo moltiplicato le nostre proprietà, ma ridotto i nostri valori. Parliamo troppo, amiamo troppo poco Abbiamo imparato come guadagnarci da vivere, ma non come vivere. Abbiamo aggiunto anni alla vita, ma non vita agli anni. Siamo andati e tornati dalla Luna, Abbiamo conquistato lo spazio esterno, ma non lo spazio interno. Abbiamo creato cose più grandi, ma non migliori. Abbiamo pulito l'aria, ma inquinato l'anima. Abbiamo dominato l'atomo, ma non i pregiudizi. Pianifichiamo di più, ma realizziamo meno. Abbiamo imparato a sbrigarci, ma non ad aspettare. Costruiamo computer più grandi per contenere più informazioni, per produrre più copie che mai, ma comunichiamo sempre meno. Questi sono i tempi del fast food e della digestione lenta, grandi uomini e piccoli caratteri, Questi sono i tempi di due redditi e più divorzi, case più belle ma famiglie distrutte. Questi sono i tempi dei viaggi veloci, dei pannolini usa e getta, della moralità a perdere, delle relazioni di una notte, dei corpi sovrappeso e delle pillole che possono farti fare di tutto, dal rallegrarti al calmarti, all'ucciderti. un tempo in cui ci sono tante cose in vetrina e niente in magazzino. Un tempo in cui la tecnologia può farti arrivare questa lettera e in cui puoi scegliere di condividere queste considerazioni con altri, o di cancellarle. Ricordati di spendere del tempo con i tuoi cari ora, perché non saranno con te per sempre. Ricordati di dire una parola gentile a qualcuno che ti guarda dal basso in soggezione, perché quella piccola persona presto crescerà e lascerà il tuo fianco. Ricordati di dare un caloroso abbraccio alla persona che ti sta a fianco, perché è l'unico tesoro che puoi dare con il cuore e non costa nulla. Ricordati di dire "vi amo" ai tuoi cari, ma soprattutto pensalo. Un bacio e un abbraccio possono curare ferite che vengono dal profondo dell'anima. Ricordati di tenerle le mani e godi di questi momenti, perché un giorno quella persona non sarà più lì. Dedica tempo all'amore, dedica tempo alla conversazione, e dedica tempo per condividere i pensieri preziosi della tua mente. E RICORDA SEMPRE: la vita non si misura da quanti respiri facciamo,
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STRENNA DI…NATALE / 1 !!!
“CATENACCIO” di GIANFRANCESCO TURANO
By Mauro
La copertina che
vedete qui sopra è quella di un libro il cui autore è (era) un emerito
sconosciuto. Eppure, ve l’assicuro, è il libro più divertente che io abbia
mai letto sul calcio: e credetemi, io ne ho letti a centinaia. Lo scorso agosto,
allorché nella pausa feriale me lo sono potuto leggere tutto per intero in un
sol boccone, ci sono stati dei momenti in cui la mia dolce mogliettina
pensava seriamente fossi pazzo. Pazzo perché dopo due-tre pagine per volta mi
ritrovavo piegato sulle ginocchia a ridere come un pazzo. Perché a questo
libro non si può resistere è una cosa fuori da ogni misura e, mi rendo conto,
a poco servirebbero le mie parole e/o le mie ragioni. Se amate il calcio
un po’… un pochino… tanto o non ne potete fare a meno, beh, questo libro, che narra le vicende di
Mister Luigi Litaliano, dovete assolutamente comprarvelo o, visto che le
feste son qui, farvelo regalare. E’ una serie di
delirii esilaranti di questo allenatore che racconta la “partita della sua
vita”. Il reto della copertina porta già il suo motto: “ Ringrazio,
debitamente, gli amici E’ già diventato
testo imprescindibile della buona biblioteca dal calcio, quello serio. |
STRENNA DI…NATALE / 2 !!!
“TOWNES
VAN ZANDT – TEXAS TROUBADOUR”
Quattro CD
per raccogliere sette album completi, alcune ottakes di studio e una manciata
di canzoni live, un totale di 86
canzoni, quasi 5 ore di musica. Da “FOR THE SAKE OF THE SONG” album d’esordio
datato 1968 fino a FLYING SHOES datato 1978, un decennio di musica altamente
ispirata e contenente alcuni autentici capolavori. Tutto quanto sopra alla
modica cifra di circa 30 euro (ma
anche meno se, su internet, trovate l’occasione migliore). Questo in
estrema sintesi è il contenuto del cofanetto retrospettivo intitolato TEXAS TROUBADOUR che la label discografica CHARLY dedica ad
uno dei più grandi cantautori e poeti della musica americana scomparso ormai
da un decennio esatto: Townes Van Zandt. Di lui ha
detto un collega rinomato come Steve Earle: “Townes Van Zandt è il migliore
autore di canzoni del mondo: lo direi davanti a Dylan con i miei stivali sul
suo tavolino.” Questo basterebbe a deporre per Van Zandt,
ma qui dentro ci sono le sue canzoni che parlano per lui. Chi alle nostre
latitudini ha avuto l’occasione di vederlo dal vivo, dalle parti di Sesto
Calende o giù di lì, ai tempi in cui Townes faceva parte della schiera di
artisti americani arruolati da Carlini per concerti unici e impedibili, ora
c’è l’occasione di ritrovare un vecchio amico. Chi invece
lo conosce poco o per nulla, beh, ecco che la natalizia occasione potrebbe
essere quella buona. In apertura del sito a lui dedicato |
MONDO
RINGHIO!
EDITORIALE
A CURA DI
NATALE E…BUFFON
Cari amici ben
trovati. Mentre si
approssimano le festività natalizie molte cose sono accadute in questi ultimi
giorni. Le prime pagine dei
quotidiani hanno dato grande risalto alla visita del Papa in Turchia. Date le
premesse era, indubbiamente, un evento particolarmente carico di significati:
più politici che religiosi, per dire il vero. Tutto è andato bene ed è un
buon viatico per raffreddare un po’ gli animi in questa che è ormai diventata
una guerra di nervi fra due mondi tra loro lontanissimi. Ha monopolizzato
l’attenzione dei media anche il caso della ex-spia russa del KGB che è stata
avvelenata in Inghilterra: è un vero e proprio intrigo internazionale. Sembra
quasi la trama di un film ma è, purtroppo, una dolorosa storia che ogni
giorno si arricchisce di particolari inquietanti. Nel frattempo qui,
a casa Italia, il Governo sta mettendo insieme gli ultimi pezzi della manovra
finanziaria. Come sempre arriverà il via libero definitivo a ridosso del
Natale, quindi, ne avremo ancora un po’ da vedere da qui in poi. Per contro
il centrodestra ha schierato la manifestazione popolare del 2 dicembre scorso
in quel di Roma proprio per protestare contro la misura finanziaria di Prodi. Sinceramente non
tutto il contenuto della manovra è da buttare; ci sono cose buone e cose che
lo sono meno. Certo è che come al solito le tasse aumenteranno ancora ma
questa, nonostante il cambio della guardia al potere, è l’ultima delle
novità. Staremo a vedere cosa uscirà in più dalle nostre tasche perché, alla
fine, la più grande bussola dell’andamento dell’economia nostrana rimane,
manco a dirlo, la lunga lista della nostra spesa che si concretizza nel prezzo finale dello
scontrino. Infine, come
sempre, le cose meno serie. Da questo redazionale vorrei spazzare una lancia
(e più) a favore del GIGI NAZIONALE, ossia Buffon. E’ lui il vincitore morale
del Pallone D’Oro. E non se ne abbiano a male gli amici del FABIO NAZIONALE.
Un portiere come il GIGI non nasce che una volta ogni cinquant’anni… Se l’ultimo
portiere a vincere il Pallone D’Oro è stato Mr. Lev Yaschin (ed è stato
l’unico!) capirete bene la portata di tutti quanti i voti del GIGI Nazionale. Al portiere nessuno mai pensa, manco fosse lì per caso,
manco non ci fosse: nel suo destino solitario vi è compreso anche questo
fardello: sarà un caso che di tutti i fuggiaschi dalla nave juventina che
affondava, dei pezzi da 90, solo il GIGI sia rimasto al suo posto?? Eppure
mercato ne aveva… Chiamatelo sacrificio, magari non economico. Ma chiamatelo
sacrifico. Bene fratelli, è giunto il momento degli auguri, quelli
natalizi e anche quelli per un buon inizio di 2007. Che vi arrivino forte e
chiaro, come la prossima bolletta del |
Acquistato in internet a novembre su
http://www.crotalo.com/
al prezzo di 13 €.
Così riporta
il suo sito:
“In attività da una ventina d’anni, di cui
dieci attraversando a 360° il mondo del Blues, Max “Alligator” Lazzarin
ispira il suo sound, pianistico e vocale, alle atmosfere della New Orleans
music, eseguendo sia brani propri che grandi classici reinterpretati.
New Orleans, da buon crocevia di razze e
culture, ha prodotto, come in tutte le sue espressioni,
una musica “contaminata” in cui si riconoscono
sonorità caraibiche, funky e gospel sempre mutuate dal
blues ovviamente. Max, volendo fare proprio il
background culturale che ha prodotto tali risultati, prosegue a mescolare e
“inquinare” la New Orleans music con tutto ciò che in qualche modo lo ha
segnato artisticamente. “
Questo mese vi parlo del veneto Max Lazzarin,
il Willy DeVille italiano, che ho conosciuto molto recentemente. Ho trovato
in internet delle citazioni su di lui e mi ha incuriosito.
Mi ha impressionato la sua impostazione
musicale che non avevo mai sentito da un italiano se non vagamente da Paolo
Conte. E’ musica bella, allegra, profonda, serale, carica, da piano bar e
locali “anni ’40” moderni (?!). La cosa fantastica è che appena parte il CD
si viene davvero proiettati in quegli ambienti di metà secolo passato dove
sembra che le ballerine di un cortometraggio in bianco e nero o seppia ci
passano attorno.
Max è innanzitutto pianista ma ha anche una
voce ideale per il blues. Lo si potrebbe scambiare facilmente per un nero del
sud degli Stati Uniti. Sicuramente questo è uno dei migliori bluesmen
italiani e questo suo CD di esordio lo piazza ai primissimi posti della,
perlomeno, mia classifica dei migliori CD di blues. Un CD che se
fosse uscito, su vinile, 50 anni fa avrebbe spopolato.
Oltre che blues, c’è charleston ed in parte
gospel (la prima ed ultima traccia ideali per allegrare il Natale !), cajun e
sound incrociato del Mississippi.
12 le tracce: si parte con la calda
"Didn’t he ramble" tutta da suonare, cantare e ballare. Sonorità
adatte anche agli ambienti gospel di Natale. Segue il tintinnio
di pianoforte e voce profonda di “Big time woman” ritmo veloce e
aggiunta di sax che scalda il tutto. Pare una base per filmetti seppia anni
50. Poi “St.James Infirmary” una miscela di sonorità quasi sudamericane
ma dal suono deciso.
La quarta traccia è
"You can’t judge a book by its cover" di Willie Dixon.
Pezzo ideale per
La sorprendente quinta traccia “Baron Samedì” è
l’unica scritta tutta da Max Lazzarin. A mio parere tra le migliori
dell’album. E’ un allegro tip e tap ma da locali “cattivi” con alcool e carte
da gioco.
Segue la splendida e famosa “Jambalaya” di
Williams che sembra registrata su di un molo del bayou. Cori e tante voci per
questa allegra cantata.
Arrivano ora 3 cantate scritte da Rebennack:
"Somebody Changed the Lock on my Door" con pianoforte più il bel
coro femminile, il sax e i cori di "I ate up the Apple Tree" la mia
preferita dell’album con finale di pianoforte . Segue la dolcissima
"Such a night" sempre con cori, ululate, sax e l’immancabile
pianoforte. Ottima.
La traccia 10 è “Mess Around” che sembra
scritta per Zucchero ! Anche la voce ed il modo di cantare ricordano in
maniera impressionante lo Zucchero più scatenato.
Strepitosa
anche “Come on let the good times roll” di King con ripetute note di
pianoforte alla The Killer Jerry Lee Lewis.
Conclude alla grande “Bye
and bye” una traditional gospel da cantare tutti assieme magari in occasione
delle imminenti feste…
Signori, questo CD è davvero di grande classe
come il suo autore !
Ma non dimentichiamoci gli altri ottimi del
“quintet” :
il Max Lazzarin Quintet che ha realizzato il CD
si compone da Tim Smethurst batteria, Alex Arcuri contrabbasso,
chitarre Renato Banino e backing vocals Barbara Faggiotto.
Inoltre ha visto le aggiunte per l’armonica di
Marco Pandolfi mentre il sax è di Zeno Odorizzi.
Da comprare assolutamente !! Ottimo come
regalo di Natale .
Sito Ufficiale : http://www.maxlazzarin.net/
Pagina Personale: http://www.myspace.com/maxlazzarin
PS:
Visto che arriva il Natale, e siamo in tempo di
regali… non importa che sia quest’anno ed in dicembre ma un gran bel
regalo che vorrei sarebbe poter assistere ad un’esibizione di Max
Lazzarin col mito Fabio Treves & Band che sappiamo ci leggono
saltuariamente .
Caspita, che bello sarebbe !! Dai
Fabio facci un pensiero…
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IL DISCO DEL MESE/1
JERRY GARCIA
”THE VERY BEST OF”
By Mauro
Jerry Garcia è già stato ospite su
queste pagine (n. 46) mentre due mesi fa vi abbiamo dato istruzioni operative
su come scaricare dal suo sito ufficiale il cd-sampler che la Rhino ha messo
a disposizione dei fans per saggiare la qualità dei prodotti a marchio PURE
JERRY. Non mi dilungo quindi nel narrare la storia del nostro:
sottolineo di nuovo il fatto che Garcia è stato (e tuttora, a undici anni
dalla morte) continua ad essere un punto di riferimento cruciale per gli
amanti della musica americana partorita in torride jam-session. Come giusto tributo all’arte di Jerry la Rhino pubblica
ora questo doppio cd con elegante confezione in digipak registrato con il
sistema HDCD che rende il suono pulito all’estremo ma che, ahimé, richiede un
piccolo sforzo monetario aggiuntivo. Diciamo che è il cd del mese nel senso che,
per stanziare la sommetta per il suo acquisto, abbiamo già completamente
attinto alle riserve mensili che il bilancio familiare ci consente di
destinare al nostro svago preferito. Ma sia chiaro, sono soldini spesi bene. La Rhino ha svolto il lavoro di selezione, con la solita
cura e nel seguente modo: nel primo cd 16 canzoni per 78 minuti e rotti di
musica con tutto il meglio di Garcia preso dagli album di studio registrati
nella carriera solista. Nel secondo cd 10 canzoni per altrettanti 78 minuti
di musica attingendo però alla mole notevole di esibizioni live del nostro. Ovviamente nel primo cd non mancano i super-classici come
MISSION IN THE RAIN CATS UNDER THE STARS, DEAL, BIRD SONG e la stupenda
versione reggae di KNOCKIN’ ON HEAVEN’S DOOR di dylaniana memoria. Garcia nelle esibizioni dal vivo proponeva spesso canzoni
di Dylan e, proprio una bellissima versione di una canzone del “menestrello
di Duluth”, ossia POSITIVELY 4TH STREET vince la palma di miglior esibizione
live contenuta nel secondo dischetto: la canzone registrata il 17/11/1975 è
veramente spettacolare ed è una di quelle versioni che passano nella storia e
vi restano impresse in modo indelebile. Viene riproposta live una versione di DEAL davvero
strepitosa eseguita nel 1980 mentre c’è un altro pezzo storico del nostro,
ossia RIPPLE che mancava nel dischetto 1 ma che, ovviamente, non poteva
mancare nella raccolta. Alla fine 26 canzoni e poco più di due ore di musica
suonata veramente come Dio comanda; una musica senza tempo che tra San Francisco,
Los Angeles, San Rafael e Palo Alto ha dentro tutto il sapore delle strade
della California e che, ascoltata così, nelle sere delle feste natalizie tra
lucine, panettone e bollicine crea un’atmosfera speciale. |
IL DISCO DEL MESE/2
J.J. CALE – ERIC CLAPTON
”ROAD TO ESCONDIDO”
By Mauro
J.J. Cale ed Eric Clapton…un duo
d’eccezione. Clapton che si è sempre dichiarato grande ammiratore di J.J.
Cale (al quale deve “musicalmente” parecchio) aveva un sogno nel cassetto:
dopo aver collaborato e incrociato la sua chitarra con mezzo mondo gli
mancava proprio una collaborazione con il suo “maestro”, il suo “mentore”.
Nasce così questo ROAD TO ESCONDIDO. Al cospetto di tale maestoso duetto, come spesso accade,
la critica musicale si è letteralmente “spezzata” in due. Alcuni hanno
gridato al capolavoro, alcuni l’hanno relegato fra gli album ad alto tasso di
sbadiglio. Io ho la mia modestissima opinione che qui sotto brevemente
riassumo. Date le premesse ci si sarebbe potuto aspettare ben di
più: al primo ascolto non è che il disco mi abbia fatto impazzire: in parte
ho colto la stessa impressione di chi l’ha classificato troppo lento e
pacato. Perché è la verità, a volte pare veramente di rischiare l’abbiocco,
ma, e qui sta il segreto del disco, bisogna solo dare un po’ di fiato alla
casse. Io ho fatto così, ho semplicemente mandato a paletta il lettore. Ed è
successo quello che non mi aspettavo: il secondo e il terzo ascolto mi hanno
regalato delle vere emozioni perché i suoni, seppur pacati, hanno raggiunto
in pieno il bersaglio: le orecchie. Penso che i due abbiano suonato in scioltezza, forse
troppa scioltezza, neanche si trattasse di una session privata e, se no, informale. Quindi il
suono che ne esce ha bisogno di essere amplificato di parecchio. A questo
punto si odono distintamente i virtuosismi chitarristici di questi due eroi
dello strumento. Non va dimenticato, infatti, che qui ci si trova al cospetto
di due leggende vere e proprie dello strumento a sei corde. Così ascoltato, alla fine, il disco prende nuova vita.
Condensa in 57 minuti e rotti ben 14 pezzi e si passa con assoluta scioltezza
da un rock-blues ad un blues venato di puro jazz per finire al soul senza
nemmeno accorgersene. Apre le danze la canzone che ha il refrain indubbiamente
più coinvolgente, ossia DANGER. Decisamente gradevole anche la canzone che
segue, HEADS IN GEORGIA. Quindi MISSING PERSON che si apre con un piano ed
uno stile jazzato e con un ritornello facile facile. IT’S EASY è un’altra canzone che vale la pena ricordare,
ha un ritmo “datato”, nel senso che pare uscita da uno di quei film americani
in bianco e nero del primo dopoguerra. Bella la traccia
finale RIDE THE RIVER che vede arrivare scintillanti i nostri alla meta. Si fanno ricordare anche HARD TO THRILL e THREE LITTLE
GIRLS. Queste ultime sono le uniche canzoni composte da Clapton presenti nel
disco. Le altre 12 sono tutte di JJ Cale ad eccezione di SPORTING LIFE BLUES
che è di Brownie McGhee. Cale & Clapton non sono soli nel disco, basterebbero i
nomi di John Mayer e Derek Trucks alle chitarre per deporre a favore del
disco…e che dire di Tay Mahal all’armonica??? Resta fuori appena di un soffio dalla mia top 10 annuale
ma è lì, tra quel che di buono resta di questa annata musicale 2006 che volge
al termine. |
I MIGLIORI 10 DEL 2006 (SINORA) By Mauro
1)
JOHNNY CASH – AMERICAN V 2)
LUCA CARBONI – … LE BAND SI SCIOLGONO 3) KELLY JOE PHELPS – TUNESMITH RETROFIT 4)
SIMONE MENEGHELLO- LE CANZONI DI SETTEMBRE 5) BRUCE SPRINGSTEEN – WE
SHALL OVERCOME 6)
LINGALAD - LO SPIRITO DELLE FOGLIE 7)
ZUCCHERO - FLY 8) CHRISTY MOORE – LIVE
IN DUBLIN 2006 9) WILLIE NILE – STREETS
OF 10)
NEIL DIAMOND – 12 SONGS |
Siamo arrivati…
Ormai ci siamo… ancora qualche giorno, giusto il tempo delle
feste di Natale e di qualche nuova eventuale sorpresa, ma ormai siamo arrivati
anche alla fine di questo nostro 2006 musicale.
Difficile ormai che qualcuno soffi via al buon Johnny la
nostra preferenza finale. Il suo è il disco che ci ha emozionato di più nel
corso del 2006… e il mese prossimo sarà il vincitore definitivo (salvo
clamorosi colpi di coda…)
NAVIGARE e MUSICARE NUOVA RUBRICA DI FaZ
Dal numero scorso vi riporto in questo sezione otto siti internet che ritengo possano essere di interesse comune, per utilità o piacevolezza o semplicemente conoscenza. L’elemento comune è il mare della musica, mentre le 8 direzioni sono così suddivise: i 4 punti cardinali vi porteranno in siti di gente che crea musica; le 4 “mezze” direzioni vi porteranno in siti di gente che tratta la musica. |
SCEGLIETE
NORD
Davide van de sfroos - http://www.davidevandesfroos.com/
In occasione dell’uscita del suo primo DVD ecco il sito del
nostro beniamino principe. Musica folk laghèe
mischiata quest’anno col blues americano. Nel sito potete vedere anche spezzoni
del DVD nuovo oltre che a trovare tante altre cose edite ed inedite.
SUD
Pixies - http://www.pixiesmusic.com/
Uno dei gruppi che ha fatto la storia della musica punk.
Sicuramente il mio preferito per questo genere. Purtroppo in Italia sono sempre
stati poco conosciuti. Where is my mind ? il loro miglior
capolavoro.
OVEST
Eva Cassidy - http://www.evacassidy.com
La miglior voce
femminile che abbia mai sentito. Credo
sia in grado di cantare di tutto!
Una ragazza semplice che cantava
nei locali scoperta da un cantante di professione.
EST
Terramare
- www.terramare.info
Gruppo folk-rock emergente. Hanno appena pubblicato il primo
CD prodotto dai Mercanti di Liquore. Nel sito ascoltate alcune tracce. Li si
può ascoltare in febbraio dal vivo a Cantù. Ne riparleremo in futuro. Da
seguire !
FlickR - www.flickr.com
Come il discutissimo
YouTube (indicato nel mese scorso) sta ai video, così FlickR sta alle foto. Trovate
una marea di foto di artisti,etc scattate dai privati o da loro stessi.
Ad esempio partite da Lucinda… www.flickr.com/search/?q=lucinda+williams&m=text
NORD-EST
Last.fm - http://www.last.fm/music/ZZ+Top/Greatest+Hits
Trovate tantissimi
album di musicisti e la maggior parte con tutte le tracce ascoltabili (primi 30
secondi circa). Fantastico punto di
partenza per trovare, ascoltandoli, i CD da acquistare poi. Sito di origine francese.
SUD-OVEST
COmusic - http://www.comusic.it/default.asp
Forse il sito del
comasco più denso di appuntamenti musicali. Parecchi appuntamenti interessanti
per chi abita in queste zone.
SUD-EST
IBS - http://www.internetbookshop.it/cd/hme/hmepge.asp
Per finire visto che ci avviciniamo al Natale, ecco un sito molto
usato per ordinare CD musicali, film in DVD e soprattutto libri. Sito italiano. Purtroppo vi si trova merce molto commerciale
mentre più difficile trovare cose particolari.
STRUMENTI
MUSICALI (in
INTERNET)
IL CLAVICEMBALO
By
FaZ
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Con il termine clavicembalo
si indica una famiglia di strumenti musicali a corde di origine italiana,
dotati di tastiera, tra questi il più noto e il grande strumento attualmente
chiamato clavicembalo, ma anche i più piccoli virginali e
Storia
L'epoca d'oro del
clavicembalo si estende attraverso il XVII e XVIII secolo, periodo in cui sono
sorte diverse scuole in tutta Europa, sequenzialmente:
Italia principalmente a
Venezia, Milano, Firenze, Roma e Napoli.
Fiandre, ad Anversa
soprattutto con la celebre famiglia di artigiani Ruckers
Francia, principalmente a
Parigi con artigiani originali e con riadattamenti di strumenti fiamminghi.
Inghilterra, gli artigiani
più famosi situati a Londra
Germania, nelle zone di
Amburgo, Berlino e Dresda
Queste nazioni hanno
fabbricato la maggior parte degli strumenti, solo alcuni esemplari erano
fabbricati nella penisola iberica (Spagna e Portogallo) ma erano evidentemente
di derivazione della scuola italiana.
Tutti i tipi di clavicembalo
hanno un funzionamento simile:
La linguetta è una semplice leva che
ruota intorno ad un asse orizzontale costituito da una spina che passa attraverso
un foro. Nella linguetta è incastrato un plettro, anticamente ricavato
dal calamo di una penna (usualmente di corvo) e oggi generalmente realizzato in
materiale plastico (Delrin); ogni plettro è sagomato con la punta di un
coltello in modo da regolarne la larghezza e l'elasticità in funzione del
diametro della corda che deve pizzicare, e del timbro che si vuole
ottenere. Il salterello è un
listello di legno con una feritoia rettangolare in cui è imperniata
Quando il tasto si abbassa,
il salterello ricade verso il basso per il proprio peso e la linguetta ruota
all'indietro permettendo al plettro di superare la corda senza più pizzicarla.
In cima al salterello è
posto uno smorzatore in feltro, che si appoggia sulla corda quando il
saltarello è in posizione di riposo, smorzando la vibrazione quando il tasto
viene rilasciato (e impedendo che la corda entri in vibrazione per risonanza
quando il tasto non è premuto).
Nella maggior parte dei
clavicembali, per ogni tasto vi sono due corde e due salterelli: per una delle
due file di salterelli il registro superiore può scorrere, permettendo di
allontanare i plettri dalle corde. Questo consente di escludere una delle file
di corde, variando timbro e volume sonoro dello strumento, similmente all'uso
dei registri dell'organo.
Le differenze timbriche
fra i diversi clavicembali sono legate:
al materiale delle corde (ottone giallo,
ottone rosso o acciaio), alla loro lunghezza e al loro diametro, che ne
determinano la tensione (la tensione ottimale delle corde è di poco inferiore
al carico di rottura): la successione delle lunghezze delle corde determina la
forma dello strumento (più tozzo o più affusolato) e l'equilibrio timbrico e di
intensità fra le zone bassa, media e acuta dell'estensione dello strumento;
alla posizione della fila dei salterelli
rispetto alla corda: quando per una stessa tastiera vi sono due file di corde
all'unisiono, una di queste risulta avere un timbro più "nasale" semplicemente
perché è pizzicata più vicino al ponticello;
alla dimensione della cassa e allo spessore
della tavola armonica
Si associa facilmente l'idea
del clavicembalo a quella di una tastiera dove i tasti diatonici sono neri e
quelli cromatici bianchi, cioè colori invertiti rispetto a quelli del
pianoforte. Questa pratica di colorazione appartiene soprattutto alla scuola
francese e si ritrova anche in molti esemplari della scuola fiamminga rimodernati
o riadattati dagli artigiani francesi.
Nelle altre scuole non ci furono regole precise in tal senso e si
possono trovare antichi strumenti con i tasti dello stesso colore di tutto lo
strumento oppure con tasti fabbricati in legno di colore più o meno chiaro.
Occasionalmente sono state usate per la fabbricazione dei tasti anche materie
più pregiate come la madreperla.
Negli anni, sulla struttura
originaria dello strumento si sono avuti tentativi di modifiche con il risultato
di "mostruosità" varie, costruite in un basso numero di esemplari e
di cui ne sopravvivono pochissimi esempi se non addirittura nessuno:
Geigenwerk (Germania, XVII
secolo): detto anche violicembalo, le corde non sono pizzicate ma
sfregate da ruote di legno messe in rotazione da un pedale. Come nella ghironda,
quando si preme un tasto la corda corrispondente viene avvicinata alla ruota,
producendo un effetto analogo agli strumenti ad arco.
Lautenwerk (Germania, XVII
secolo): clavicembalo con corde di budello, costruito per simulare il suono del
liuto. Si ritene che alcuni brani "per liuto" di J.S. Bach
siano stati scritti per questo strumento (Bach ne possedeva ben due).
Clavicitherium (clavicembalo
verticale): la coda dello strumento è posizionata in verticale e i meccanismi
di funzionamento orizzontali sono azionati con una serie di rinvii e snodi. Si
guadagnava in area occupata sul pavimento, ma necessitavano soffitti molto
alti!!
Moeder en kind (madre e
figlio, Fiandre XVII secolo): Una piccola spinetta inserita all'interno o al di
sopra del clavicembalo "madre" per suonare insieme.
Spinettone da teatro
(Cristofori, Italia, XVIII secolo): clavicembalo con coda modificata per
ridurre l'ingombro dello strumento nella fossa dell'orchestra.
Doppio virginale
(Cristofori, Italia, XVIII secolo): con le corde incrociate
I musicisti che suonano lo
strumento sono chiamati clavicembalisti. L'arte di suonare il clavicembalo
moderno può essere divisa in tre ere, iniziando dalla grande artista Wanda
Landowska (1879-1959), autrice della riscoperta dello strumento. La
Landowska utilizzava un clavicembalo costruito da Pleyel, del tipo
somigliante ad un pianoforte, come indicato più in alto. Strumenti come questo,
anche se adesso considerati non appropriati per la musica più antica, hanno una
certa importanza per la musica che è stata composta appositamente per quel tipo
di clavicembalo.
La generazione successiva di
clavicembalisti era rappresentata dei pionieri della riproduzione su strumenti
realizzati secondo lo spirito di avere le prestazioni moderne con strumenti
costruiti secondo i dettami della rappresentazione storica dei periodi
precedenti, in seguito alle ricostruzioni scientifiche di costruttori come Frank
Hubbard e William Dowd. Questa generazione di esecutori comprende
artisti come Ralph Kirkpatrick, Igor Kipnis, e Gustav Leonhardt.
Più di recente alcuni altri illustri clavicembalisti sono sulla scena, tra loro
Kenneth Gilbert, Christopher Hogwood, Ton Koopman, Hendrik Bouman e
Patrick Frye III.
BUONE FESTE A TUTTI !!!!!!!!!!!!!
NEL PROSSIMO NUMERO:
SARA’ GIA’ 2007 … COSA CI ASPETTERA’???
CLASSIFICA FINALE 2006 By
Mauro…
I MIGLIORI DELL’ANNO By FaZ
QUINDI ALTRE BUONE E NUOVE DA FaZ E VIA RACCONTANDO
QUESTO NUMERO DEL TONNUTO E’ STATO CHIUSO IN REDAZIONE ALLE
ORE 14,00 DEL 10/12/2006
HANNO FATTIVAMENTE COLLABORATO A QUESTO NUMERO (E NOI LO
RINGRAZIAMO) :
IL PORCELLINO D’INDIA RINGHIO
L’INDISPENSABILE AIUTO DEL GRANDE AMICO FAZ
L’AMICO IVANO
CIAO RAGAZ!!
SE AVETE MATERIALE CHE VOLETE PUBBLICARE…
SE AVETE UN CANTATE PREFERITO DI CUI PARLERE…
SE VOLETE SAPERNE DI PIU’ SU QUALCHE ARGOMENTO…
IL NOSTRO NUOVO
INDIRIZZO E’
SCRIVETECI ! ! !