IL TONNUTO©     

 PERIODICO D’ACQUA DOLCE - Anno VII - N° 64    LUGLIO / AGOSTO 2006     www.iltonnuto.tk

 


Se vuoi scaricare l'intero n°64 in formato PDF clicca qui:     ( A BREVE )


 

 

Questo  numero  contiene:

 

 

FRATELLI… D’ITALIA!!!

LINGALAD, il Canto degli Alberi…

JOHNNY CASH ”AMERICAN V – A HUNDRED HIGHWAYS”

JOHNNY CASH ”PERSONAL FILE”

MONDO RINGHIO! EDITORIALE

 SPECIALE: IL MATRIMONIO DI SILVIA & TEO

 SPECIALE:  IL MATRIMONIO DI…CLARA E PAOLO!!

CINEMA SOTTO LE STELLE …una serata d’estate…

I grandi della musica jazz: Stéphane GRAPPELLI

la novità - THE ORGAN

I MIGLIORI DEL 2006 (SINORA)

da INTERNET: STRUMENTI MUSICALI  -  La Batteria

 

 


 

 

FRATELLI… D’ITALIA!!!

By  Mauro

FOTO DA:

 WWW.IT.SPORTS.YAHOO.COM

La faccia così “italiana” di Fabio Grosso pochi secondi prima che calciasse il rigore decisivo della sfida con la Francia è stata per me l’immagine del nostro Successo.

Ancora la rete non era del tutto gonfia quando io il Paolino la Warren Clara e la Grande Suocera già eravamo in macchina con la nostra piccola Bandierina.

Abbiamo così dato buca a Stefy & Mimmo e a Silvia & Teo (con i quali, solo la sera prima, c’eravamo dati appuntamento, in caso di vittoria, proprio qui, fuori da casa mia) e siamo  scappati via senza nemmeno vedere la premiazione.

Appuntamento in Piazza Roma a Seregno. Appuntamento con un pezzo di storia dell’Italico stivale… e non solo di “storia calcistica”.

Già c’ero passato, perché io c’ero nelle strade qui nei dintorni di casa mia anche nella notte
dell’11 luglio 1982, ma sono passati qualcosa come 24 anni, un quarto di secolo,
e questa è stata tutta un’altra storia.

Le scene che abbiamo visto e di cui potremo testimoniare di qui in futuro parlano di un delirio senza precedenti. Uomini, donne, ragazzi e bambini tutti uniti in una festa che di tale proporzione non avevo mai visto.

Peccato non ci fosse la famiglia al completo… sarebbe stato bello avere insieme anche Elisabetta e il piccolo Valentino. Ma Vale era  stanco e ormai già in ora di sonno… crescerà, e alla prossima festa ci si andrà tutti insieme in piazza.

Ma quando sarà la prossima festa??

Perché una festa è stata. E tutti sono stati invitati: non importa se biondi, mori, alti o bassi, ricchi o poveri… come i “brasiliani” ai tempi di  Pelè e Garrincha soprannominato “allegria della gente”… così tutti uniti con un unico comune denominatore che poi è lo stesso viso di Grosso Fabio. La faccia da italiano, mammone, minchione…  strafottente e, se vogliamo esagerare, anche hijo de la Grande Madre, ma sincero, vero … da buon latino. Sempre.

 

Per qualche ora il paese è stato veramente unito. La notte del 9 luglio abbiamo visto, tutti noi in Piazza, qualunque Piazza, il miracolo del calcio. Chissà benpensanti e parrucconi, quelli che il calcio è uno sport per “volgari”… chissà la faccia nel veder il paese unito a festeggiare per “una partita di pallone”.  Così unito come nelle vittorie della nazionale di calcio il popolo italiano non è stato mai.

Non sono mancati i gesti di inciviltà perché, anche in questi momenti,
la puta madre dei cretini è sempre incinta… ma, è stata poca cosa.

Alle prime luci dell’alba il sogno del momento magico piano piano è svanito, tutto è rientrato nella sfera dell’”ordinario”... lo sballo è durato poco, a seconda dei casi, ma, per una notte intera di luglio, nell’anno di Grazia 2006, veramente possiamo dire d’essere stati… FRATELLI D’ITALIA.

 

 

 

 

BEN 8 AMICI
HANNO AZZECCATO IL PRONOSTICO MONDIALE:

 

Annina,   FaZ,   Mara,   Gianfranco,
 
Claudio,   Primo,   Domenico e   Michele

 

BRAVI RAGAZ…!!!!!!!

 

 

 

 

 

 



LINGALAD ,  il Canto degli Alberi…

 by Pip-Pip-Hurra &  Norma

 

...allora Ilúvatar disse: Del tema che vi ho esposto, io voglio che voi facciate, in congiunta armonia, una Grande Musica. E poiché vi ho accesi della Fiamma Imperitura, voi esibirete i vostri poteri nell’adornare il tema stesso, ciascuno con i propri pensieri e artefici, dove lo desideri. Io invece siederò in ascolto, contento del fatto che tramite vostro una grande bellezza sia ridesta in canto...

 

                                                                       (J.R.R. Tolkien La Musica degli Ainur)

 

…quale miglior inizio della MUSICA DEGLI AINUR, per presentare degli amici che hanno eletto la Terra di Mezzo a loro “dimora” ?

L’avventura dei Lingalad (che nell’idioma elfico significa IL CANTO DEGLI ALBERI) incomincia per caso…

Un giorno Giuseppe Festa, fondatore del gruppo, trova abbandonato su uno scaffale della libreria, un libro…. IL SIGNORE DEGLI ANELLI…. la magia della Terra di Mezzo lo cattura a tal punto che poco dopo mette in musica alcune delle più belle poesie del romanzo. Nasce così il primo cd VOCI DALLA TERRA DI MEZZO, per il quale riceve un graditissimo riconoscimento: la figlia del grande maestro, Priscilla Tolkien, elogia il suo lavoro, apprezzando in modo particolare le melodie “hobbit”, dall’allegra e scanzonata FILASTROCCA alla malinconica ed evocativa ACCANTO AL FUOCO
  (vedi il testo integrale della lettera inviata a Giuseppe da P. Tolkien, visitando il sito dei Lingalad www.lingalad.com ).

 

Sulla scia del successo ottenuto, soprattutto all’estero, con VOCI DALLA TERRA DI MEZZO, Giuseppe coinvolge nel progetto             Lingalad alcuni amici “d’infanzia” che avevano già condiviso con lui altre esperienze musicali (Fabio Ardizzone al basso, flauti e voce, Giorgio Parato alle percussioni e chitarra, Claudio Morlotti alla ghironda, dulcimer e bouzuki, Giovanni Ghilardi, tecnico del suono che cura gli aspetti tecnici dei concerti).

 

Incomincia così l’esperienza dei “concerti a lume di candele e lanterne finlandesi durante i quali, i quattro musicisti conducono per mano il pubblico in un luogo dove la magia e le emozioni del mondo naturale sono ancora protagoniste, in una terra ammantata di mistero e leggende, tra Elfi, Stregoni, Hobbit e spiriti del bosco

…e non è un modo di dire… fin dal primo concerto a cui assisti (il mio è stato nell’aprile del 2004, all’auditorium di Gerenzano in provincia di Varese), al primo accordo di chitarra tutto intorno a te svanisce… resta solo la sensazione di percorre un sentiero nei boschi al tramonto… e poi la pallida luce della luna confonde il contorno delle cose… e diventi albero… foglia… soffio di vento nell’erba… aquila… ruscello… scintilla di fuoco che sale fino a toccare il cielo …la voce ti conduce alla musica… la musica ti accompagna lieve nella magia !

Quando si riaccendono le luci, i tuoi sensi riemergono piano piano dalle nebbie di un sogno, e ti trovi davanti cinque hobbit !!! pronti a ridere e scherzare con chiunque… anche se è il tuo primo concerto, per il solo fatto di esserti seduto attorno ad un fuoco, nella notte, con loro, SEI UNO DI LORO.

 

Così può capitare che dopo un concerto “tiri tardi” dietro la consolle di Giovanni, ridendo delle avventure che i Lingalad hanno vissuto durante i loro vagabondaggi in giro per il mondo, mentre scorrono sul pc immagini e video che forse nessun altro vedrà mai… mentre Giuseppe e Fabio, poco distanti, raccontano a qualcun altro della loro vita di tutti i giorni, dei loro impegni quotidiani a contatto con i bambini (Giuseppe si occupa di  progettazione e realizzazione di programmi di educazione ambientale per le scuole), e Giorgio e Claudio danno lezioni private di percussioni o di strumenti etnici a qualche giovane fan…

  

Lo Spirito del Pianeta

Chiuduno - Giugno 2005 

 

 

…dopo VOCI DALLA TERRA DI MEZZO e LINGALAD IN CONCERTO, il gruppo propone un cd musicale, nato dall’esperienza di una passeggiata notturna con altri viandanti, nelle foreste casentinesi: IL CANTO DEGLI ALBERI... e ritrovi in questi nuovi accordi, tanto amore per la natura, ascolti la voce del silenzio e il respiro della terra, con un pizzico di magia di elfica ispirazione.

La produzione musicale del gruppo, prosegue con la pubblicazione dell’album LO SPIRITO DELLE FOGLIE, preceduto dalla registrazione del dvd (IMPERIDIBILE !) I SENTIERI DI LINGALAD.

 

Nel loro girovagare per il mondo (sì, perché purtroppo come spesso accade, anche i Lingalad sono più conosciuti ed apprezzati all’estero che a casa nostra…), hanno avuto modo di portare la loro poesia fatta di dolci note di flauti e violini (e tanto d’altro!) a manifestazioni di ispirazione tolkieniana, di portata internazionale: concerti in Polonia nell’estate del 2002 (TolkFolk di Bielawa) e in Inghilterra nell’estate del 2003 (Portishead e Dartmoor). Nel Dicembre 2003 Giuseppe Festa viene invitato ad esibirsi a Toronto, Canada, quale ospite d’onore alla manifestazione "The Gathering of the Fellowship", il più grande e importante evento del Nord America dedicato a Tolkien, durante il quale è proiettata la prima cinematografica nordamericana dell'ultimo capitolo della trilogia de "Il Signore degli Anelli". Tra il pubblico del concerto, qualche migliaio di persone, sono presenti alcuni degli attori del film di Peter Jackson. Nel marzo 2004 i Lingalad suonano a Bruxelles presso il "Teatro dell’Istituto Italiano di Cultura" e ad agosto 2004 in Olanda nella cittadina di Leiden. A Luglio 2006 i Lingalad sono tornati di nuovo in Canada, per l’edizione 2006 dell’evento "The Gathering of the Fellowship", invitati a presiedere con la loro musica, sia la cerimonia di apertura che quella di chiusura della manifestazione, oltre ad un concerto al Toronto Island Park - Gibraltar Point.

 

Fabio, Giorgio, Claudio e Giuseppe

 

Qualche consiglio per gli acquisti? … se siete estimatori delle opere di Tolkien, non può mancare nel vostro impianto stereo il cd VOCI DALLA TERRA DI MEZZO (bello anche LINGALAD IN CONCERTO, che unisce alle composizioni musicali, il commento di Giuseppe Festa che vi guida alla scoperta di magiche creature quali ENT, HOBBIT ed ELFI) … se siete particolarmente affezionati a questa nostra bella terra e ai suoi piccoli e grandi abitanti, siano essi fiere signore dei venti o imponenti ed immoti alberi, non lasciatevi sfuggire IL CANTO DEGLI ALBERI e LO SPIRITO DELLE FOGLIE… se la vostra mente pigra non riesce ad ipotizzare quali immagini della natura hanno ispirato le melodie dei Lingalad, il dvd I SENTIERI DI LINGALAD fa per voi… se e semplicemente siete amanti della buona musica di qualità: prendeteli tutti !

 

…un abbraccio a tutti da Pip-pip-hurra

 

07 luglio 2006

Casa Baggins, Via Saccoforino – La Contea – TERRA DI MEZZO

 

 

 

 

 

 

 



IL DISCO DEL MESE/1

JOHNNY CASH

”AMERICAN V – A HUNDRED HIGHWAYS”

By Mauro

 

 

Esce postumo, il 30giugno 2006, AMERICAN V – A HUNDRED HIGHWAYS  l’ultima fatica di Johnny Cash scomparso nel settembre del 2003.

Era atteso, dopo anni che se ne parlava.

Finalmente è arrivato e non ha minimamente deluso. Anzi.

E’ un disco splendido che consiglio a chi ha nel cuore la passione che arde per la buona musica.

Pur gravemente malato e a pochi giorni dalla scomparsa della sua adorata moglie June Carter, Cash ha raccolto le sue ultime forze per mettere insieme i pezzi che mancavo a completare l’album in questione. Si avverte, a tratti, la voce malferma, ma è sempre la sua unica, inimitabile, inconfondibile voce. E’ un disco emozionante e che emoziona.

Rick Rubin che ha curato tutta la serie degli AMERICAN RECORDINGS ha tenuto in serbo per questo album le preziose registrazioni che Johnny ha (in parte) eseguito proprio pochi giorni prima della sua morte, e ce le porge ora in questo ultimo capitolo della saga, una grande saga, forse una delle migliori serie di album di ogni tempo.

Dodici canzoni, dodici gemme. Due inediti assoluti I COME TO BELIVE e LIKE THE 309 che è anche l’ultima canzone composta da Cash oltre ad una serie di riletture di brani di altri autori, come nelle precedenti uscite della serie.

E come nelle altre registrazioni, anche per questo AMERICAN V Johnny Cash coglie a piene mani tra le canzoni di autori notissimi, come Bruce Springsteen  (di cui rilegge FURTHER ON UP THE ROAD) del grande canadese Gordon Lightfoot (IF YOU COULD READ MY MIND) della leggenda Hank Williams (ON THE EVENING TRAIN) ma anche di autori meno noti (alle nostre latitudini), come Rod MCKuen, Hugh Moffatt, Don Gibson.

Alla fine il risultato è, come sempre, ottimo e prosegue così la leggenda dell’uomo in nero. Parlando con altri appassionati di “american-music” è impossibile non passare almeno una volta nelle strade dove l’ombra dell’uomo in nero non ne abbia mosso la polvere,  almeno una volta. Perché questa serie di dischi è veramente superba, al di là delle scelte proprie dell’autore, che  nel corso dell’intera serie ha osato misurarsi con musica di ogni spazio e tempo. Memorabili, tanto per citarne alcune, ONE degli U2 in AMERICA III, BIRD ON A WIRE di Mr. Leonard Cohen in AMERICAN I, BRIDGE OVER TROUBLED WATER del suo Simon & Garfunkel in AMERICAN IV.

Tra queste nuove canzoni merita di essere citata, senza il minimo dubbio LOVE’S BEEN GOOD TO ME canzone di Rod McKuen (poeta, scrittore e cantante  ai più sconosciuto alle nostre latitudini) che merita la palma di miglior interpretazione dell’album e che, almeno a parere di chi scrive, passa a condurre la classifica di miglior canzone del 2006. E’ un’interpretazione veramente stupenda e, se già l’originale (scoperta ora, e grazie proprio a questo disco) era una grande canzone, questa versione di Cash la rende ancora più stupenda.

Tra l’altro, il sottotitolo dell’album,  A HUNFRED HIGHWAYS è la citazione di una strofa della canzone di McKuen… e, come attestato di valore…  non è poco.

Suggestiva anche la ballata di Hank Williams ON  THE EVENING TRAIN.

Se il congedo dell’uomo in nero doveva essere segnato, questo album fa in modo che, per sempre, ci resterà il suo ricordo musicale migliore: il ricordo della sua voce, unica, allo stesso tempo dura e dolce, nera eppure così pacificamente rassicurante.

E’ questo il miglior disco che ho ascoltato in questo 2006. Ancor più del pur bellissimo SEEGER SESSIONS di Springsteen… se potessimo sapere cosa pensa il buon Bruce credo che, dopo aver ascoltato la versione di Cash della sua  FURTHER ON UP THE ROAD, sarebbe pienamente d’accordo con noi.

Johnny Cash rimane una figura mitica della canzone d’autore americana. La serie AMERICAN ne ha sancito il rilancio della carriera nel nuovo secolo e l’ha reso, per sempre e più di prima l’unico e vero MAN IN BLACK.

 

 

 

 


 

IL DISCO DEL MESE/2

JOHNNY CASH

”PERSONAL FILE”

By Mauro

 

 

 

Doppio Cash, questo mese e raddoppio proprio con un doppio che, confezionato in digipack con sovraccoperta plastificata in maniera suntuosa la Columbia (Sony) - Legacy presenta nel suo inimitabile stile.

In quarantanove canzoni ci viene presentato un Johnny Cash d’annata alle prese, da solo con la sua chitarra, con pezzi unici del suo repertorio ma non solo, svariando tra una serie incredibili di brani tradizionali, gospel, e brani di altri autori tra cui John Prine.

Un’operazione simile a quella di Rick Rubin che, con la serie AMERICAN  ha riportato in auge Johnny Cash pochi anni prima della sua morte: riportare l’arte musicale di Cash alla sua essenza. Solo la sua voce e la sua chitarra. Idea semplice e semplicemente vincente.

Queste registrazioni sono parecchio datate e coprono un periodo che va dal luglio 1973 al dicembre 1982.

La maggior parte delle canzoni sono datate luglio 1973, e costituiscono l’ossatura del doppio cd: sono tutte registrate nella HOUSE OF CASH  in quell’ormai autentico  museo che si trova in Tennessee.

Lì, accatastate fra mille altre registrazioni c’erano queste registrazioni che lo stesso autore aveva assemblato, tutte insieme, scrivendo sopra i nastri incisi “Personal File”.

Il figlio John Carter Cash ha riportato alla luce questi nastri e, nell’ambito di un classico episodio di “recupero” ha ben pensato di assemblare il doppio in oggetto.

Pare che il materiale inedito di Cash sia parecchio e che, quindi, operazioni del genere saranno sempre più spesso proposte di qui in avanti. Indubbiamente avranno successo, non fosse altro perché di buona musica abbiamo sempre più bisogno e quando si parla di Johnny Cash, il nome, solo vale più di ogni altra considerazione.

Consiglierei il doppio in questione solo agli amanti dell’acustico allo stato puro, agli amici del semplice, alle persone semplici. Qui non ci sono effetti sonori, credo, non ci sia la minima “taroccata” di studio.

Sono canzoni che Johnny cantava così, per il puro e sano piacere di suonare, lì a casa sua, senza avere condizionamenti di sorta… senza dover produrre per forza.

Un disco che, per diversi motivi, mi ricorda lo stupendo “Been all aroud this worl” di Garcia & Grisman, uno di quei dischi dove più di tutto quanto conta la passione, la sana passione che si sente quando si suona per il puro piacere di farlo.

 


 


MONDO RINGHIO!

EDITORIALE

A CURA DI

 

Cari amici ben trovati.

Siamo i Campioni del Mondo.

Ciò, tuttavia,  non mi fa scordare i dubbi sull’”opportunità” che vi ho espresso alla vigilia di questo mondiale.

Il Capitano Cannavaro ha risposto ai dubbi seguiti alla sua uscita sul caso Moggi (ricorderete il suo intervento subito corretto – o – fatto correggere dalla FIGC) come meglio non poteva.

Cannavaro ha disputato un Mondiale Strepitoso e solo la FIFA poteva votare miglior giocatore il francese Zidane che ha stupito, sì, ma solo per tre partite su sette. E poi i “trafficoni” siamo noi!!!

Il tecnico Lippi ci ha portato alla vittoria… resta un antipaticone di quelli di “prima classe”. Ma ha vinto e quindi, a conti fatti, ha ragione lui.

Questa vittoria è stata un toccasana per la Nazione intera.

Ora però che la pulizia nel nostrano calcio continui senza farsi in alcun modo condizionare dal successo Mondiale. Le punizioni paiono pesanti. Ma se è il prezzo per la nuova via… è giusto che così sia. Vedremo.

Sul fronte politico il nuovo governo del Prof. Prodi (detto “Mortadella”) ha iniziato a lavorare sul “buco” che, pare, sia ben più profondo di quanto il Berlusca avesse fatto credere. Il condizionale è d’obbligo, così come obbligatoria è stata la “Manovrina estiva”.

Il ministro delle finanze Padoa-Schioppa (pare un’uscita dell’autostrada) ha deciso che era subito il caso di correre ai ripari, e quindi, detto e fatto: hanno fatto già incazzare un paio di categorie (Tassisti, Avvocati) ma tant’è… non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca si diceva. Resta da capire la bontà dei singoli provvedimenti. Il tempo, come sempre, sarà galantuomo e ci racconterà poi se è (fu) vera gloria.

Per ora… avanti Savoia!! (E scusate se è poco… di questi tempi)

Ha fatto indignare molti l’uccisione dell’orso “Bruno” in Germania: la storia è nota e non sto quindi qui a rivangare il come e quando. Lascio aperta solamente la domanda che sta alla base di tutto, ossia: “perché ??”. Domanda da un milione di dollari. A sentire i tedeschi l’orso era pericoloso e poteva costituire un potenziale pericolo anche per l’uomo. I fatti narrano, invece, di scorrerie tra pollame e frutteti, tra campi e galline… Si è presa, secondo il mio animalesco parere, al volo l’occasione di punire l’”italians”, come sempre, come tante altre volte. Il tedesco, preciso per vocazione “storica” non gradisce il disordine, il caos… in questo caso non ha gradito il peloso intruso. Non potendolo controllare la decisione semplice e “basilare”: uccidiamolo. Detto e fatto.

Potremmo anche discutere sul fatto che l’orso “Bruno” fosse “solo” un animale ma, come tante e tante volte ho ribadito da queste righe, ANIMALE E’ CHI L’ANIMALE FA… (mutuando il buon Forrest Gump).

Chi ha ucciso il povero Bruno voleva dare una lezione… far capire che le regole sono regole… fosse rimasto sull’italico suolo il buon Bruno sarebbe ancora vivo e vegeto, o almeno lo penso… visto che poi, pochi giorni dopo l’abbattimento di Bruno, un pastore dell’Oltrepo’ Pavese ha seccato “Lupo Alberto”… per qualche razzia di troppo.

Pare, dicono, che  Lupo Alberto fosse innocente.

Ce ne sarebbe di chi aprire processi e dibattimenti, ma, siamo solo animali e la nostra giustizia deve, giocoforza, essere sommaria… come la nostra esistenza.

Avrà gioito il povero Bruno, lassù, dal paradiso degli animali quando il nostro Grosso calcistico ha fatto piangere il popolo tedesco intero???

Amen, fratelli… fate buone ferie e alla prossima.





 

 

 SPECIALE:

 IL MATRIMONIO DI SILVIA & TEO

By Mauro

 

 

L’amicizia è fatta di riti, di usanze, di ricorrenze. E’ fatta di momenti belli vissuti insieme e di momenti che si ripropongono a cadenza periodica.

Così con Silvia & Teo, unitamente ad altri amici, abbiamo stabilito nel recente passato un calendario fitto di appuntamenti annuali assolutamente impedibili, che ci hanno, nel tempo, lasciato ricordi bellissimi.

A loro dobbiamo la straordinaria usanza della giornata del lunedì di Pasquetta al Parco di Monza. L’usanza si è protratta per anni arrivando a sfiorare il decennio. Ora sono un paio di annetti che “saltiamo”, ma, mi auguro, riprenderemo al più presto…

Negli anni addietro allietavamo il tutto con l’immancabile sfida a calcio. Nelle varie occasioni più o meno tutti quanti gli amici che gravitano intorno alla nostra galassia sono stati presenti. E talvolta le sfide a calcio sono state veramente “memorabili”.

Andassimo ora come ora saremmo tutti quanti impegnati a rincorrere Valentino il quale a sua volta rincorrerebbe tutte le palle che ci sono nel parco.

Ad ogni modo, nel passato, ma spero anche nel futuro, la giornata del lunedì di Pasquetta si trasformava in un ritrovo di puro svago. Si rincorrevano discussioni, le più disparate, e a seconda dell’altezza della Pasqua nel calendario annuale già si tracciavano i primi progetti-vacanze.

Altro appuntamento fisso, questa volta a nostra cura, l’immancabile  serata del primo lunedì di luglio con i fuochi artificiali per la Festa di S. Luigi qui, sul terrazzo di casa nostra.

Anche qui, vedi il destino, gli ultimi due anni sono stati un po’ tribolati. Lo scorso anno, il lunedì diluviava come pochi, così il tutto fu spostato al giorno successivo… e niente male, tuttavia, perché così la festa raddoppiò.

Quest’anno neri nuvolosi e qualche secchiata d’acqua ci hanno tenuto con il fiato sospeso sino all’ultimo. Poi tutto si è calmato ed abbiamo così potuto rispettare la tradizione.

Un solo capodanno abbiamo trascorso insieme a Silvia & Teo… con l’ausilio di molti altri amici… era il 31 dicembre 2003 : serata memorabile ed immortalata in un’introvabile (nel senso che l’ho perso) video.

Pochi secondi prima del “fatidico” scoccare dell’ora mi è partito il tappo dello spumante e la povera Silvia (che ne odia anche l’aroma) è quasi stata investita dall’onda “anomala”.

La nostra amica è rimasta immortalata (sempre nel disperso video) mentre con l’espressione della faccia letteralmente “schifata” tentava di scappare via dall’onda. Memorabile!

Altro appuntamento estivo fisso a cadenza annuale è la pizzata qui in terrazza. Anche in questa occasione, da qualche annetto a questa parte, spesso ci scappa la fuga in casa sul più bello per via di qualche nuvoletta di troppo… lo scorso anno ce l’ha fatta buona… quest’anno invece è stata grande acqua sin dal tardo pomeriggio. Quindi tutti dentro… ma è stato bello lo stesso.

Col tempo qualcosa si guadagna, ma irrimediabilmente, qualcosa si perde. Da qui in avanti troveremo ancora nuove usanze e le vecchie, per la legge incontrovertibile del tempo, saranno sostituite, modificate.

Resterà l’amicizia alla base di tutto e, quando ci leggerete di nuovo, dopo la pausa estiva, sarà già il 10 settembre… al grande evento mancheranno solo sei giorni.

  

 

10/07/2006 -  MANCANO:  68 GIORNI

 



 

 

 SPECIALE:

 IL MATRIMONIO DI…CLARA E PAOLO!!

 

E così. Cari amici, mancano solamente tre mesi alla fatidica data!!!

E i nostri eroi, sapete che fanno? Vagano, vagano, vagano…alla ricerca di camera, bagno, sala…e quant’altro!!!

Ma so che siete impazienti di seguire la seconda puntata di una settimana tipo in casa “Verga – Donadel”

Lo scorso mese abbiamo approfondito la routine quotidiana delle giornate lavorative…ora è sopraggiunto il sabato !!!

 

Sabato: ore 7.00

Ovviamente il Paolino è già desto, mentre la sua dolce mogliettina vaga nell’oblio di un dolce sogno (possibilmente un dolce alla panna!).

E cosa può fare il giusto eroe per far passare il tempo? La cosa più ovvia: la barba!!!Ovviamente con un rasoio elettrico e a due cm dalla faccia di Clara, la quale, dimenticando il poco periodo di tempo trascorso dalle dolci promesse matrimoniali, si risveglia apostrofando in malo modo il maritino!

 

Sabato: ore 9.00

Dopo una lauta colazione, si parte per la spesa settimanale.

Clara ha già riempito il carrello con ogni ben di Dio spaziando dalla Nutella al cannolo siciliano, dimenticando, per la fretta, carne, frutta e verdura…ma in agguato c’è….lui…il Paolino, che molto furbescamente, approfittando delle consuete distrazioni della consorte, riesce piano piano a svuotare il carrello e a comprare solo lo stretto indispensabile!!

 

Sabato: ore 12.00

Si mangia!!

Convinta di preparare un pasto a base di panna, cioccolato e gelato, Clara si “attapira” alquanto alla visione di pollo, insalata e macedonia e decide così di raggiungere la casa materna, da poco lasciata, per il cosiddetto “caffè” (di tutto c’è tranne il caffè – rima baciata!)

 

Sabato: ore 15.00

E ora si deve provvedere alle pulizie…Clara ha già liberato ogni angolo di casa dalle ovvie “macerie” depositate durante la settimana, con il suo solito metodo infallibile: aprire l’armadio e BUTTARE dentro ogni cosa!

Paolino, dal canto suo, è alle prese con scopa, secchio e straccio, ma la casa è davvero troppo grande e l’impresa faticosa e opta per andare a tagliare l’erba dell’immenso giardino (cosa che, vista la vastità di quest’ultimo, lo impegna al massimo per 5 minuti!)

 

Sabato: ore 18.00

Le buone tradizioni non possono mutare semplicemente perché ci si è sposati e così Paolino continua a suonare l’organo in Chiesa per la Messa prefestiva, accompagnato da Clara la quale, come sempre, approfitta della situazione per schiacciare un “sacrosanto” (eh, siamo in Chiesa!) pisolino!

 

Sabato: ore 20.00

È sabato e siccome si devono consumare i buoni pasto della settimana si decide di prendere la pizza: la classica “Prosciutto” per il Paolino e una “Doppia Calabrese Piccante Super “per Clara che, così facendo, risparmia anche sull’anestesia del dentista!

 

Sabato: ore 21.00

Gli amici li aspettano, ma è stata una giornata davvero troppo pesante: la spesa, le pulizie, il prato, la Messa…no, non ce la fanno ad uscire e poi la palpebra del Paolino è già semicalata, mentre Clara è già al telefono da oltre mezz’ora e non accenna a riattaccare..così…felici e contenti per la loro nuova vita, esattamente come in settimana, i due coniugi si avviano verso il luogo più agognato: il letto!

 

Sabato: ore 21.15

Shhhhhhh!!!!!!!!!!!! Non svegliamoli!

 

 10/07/2006  -  MANCANO:  96 GIORNI

 

 


 


 

Cinema sotto le stelle
…una serata d’estate…

by FaZ

 

Come indicavo l’anno scorso in questo periodo, oltre all’ottima musica proposta da Il Tonnuto,
 vi ricordo che potete trascorrere una serata “estiva” ad un cinema all’aperto
che si trovano un po’ dappertutto. In questa pagina riporto le possibilità della mia zona.

 

Per chi vive nei comuni della Brianza consiglio di visitare il sito http://www.controluce.com/estate/openArene.htm
in cui potete trovare luoghi e date delle serate all’aperto. Vi riporto già qualcosa ora:

 

Tutte le proiezioni sono alle 21:30   con ingresso a 3,50 euro.

 

Giussano  ( Villa Sartirana - Via Carrocci )

Mercoledì 19 Luglio  -  IL MIO MIGLIOR NEMICO

Venerdì 21 Luglio  -  8 AMICI DA SALVARE

Mercoledì 26 Luglio  -  MISSION IMPOSSIBLE 3

Venerdì 28 Luglio  -  SYRIANA

Mercoledì 2 Agosto  -  LA PANTERA ROSA

 

Meda   ( Cortile Scuola Media - Viale Brianza )

Lunedì 17 Luglio  -  SYRIANA

Giovedì 20 Luglio  -  8 AMICI DA SALVARE

Lunedì 24 Luglio  -  VOLVER

Giovedì 27 Luglio  -  UNA MAGICA NOTTE D'ESTATE

Lunedì 31 Luglio  -  LA PANTERA ROSA

Giovedì 3 Agosto  -  I SEGRETI DI BROKEBACK MOUNTAIN

 

Seregno   ( Cortile delle scuole Cadorna - Ingresso da via M.D'Azeglio )

In caso di pioggia, prima dell'inizio dello spettacolo, il film verrà proiettato presso il cinema Roma

Sabato 15 Luglio  -  L'ERA GLACIALE 2

Domenica 16 Luglio  -  L'ESTATE DEL MIO PRIMO BACIO

Lunedì 17 Luglio  -  IL CANE GIALLO DELLA MONGOLIA

Giovedì 20 Luglio  -  ROMANCE & CIGARETTES

Venerdì 21 Luglio  -  PROOF - LA PROVA

Sabato 22 Luglio  -  UNO ZOO IN FUGA

Domenica 23 Luglio  -  IL GRANDE NORD

Lunedì 24 Luglio  -  ANCHE LIBERO VA BENE

Giovedì 27 Luglio  -  4-4-2 IL GIOCO PIÙ BELLO DEL MONDO

Venerdì 28 Luglio  -  NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI

Sabato 29 Luglio  -  UNA MAGICA NOTTE D'ESTATE

Domenica 30 Luglio  -  ROMANZO CRIMINALE

Giovedì 3 Agosto  -  RADIO AMERICA

Venerdì 4 Agosto  -  POSEIDON

Sabato 5 Agosto  -  WALLACE & GROMIT LA MALEDIZIONE DEL CONIGLIO MANNARO

Domenica 6 Agosto  -  ...E SE DOMANI

 

 

Buona visione !


 


 

I grandi della musica jazz

X   FaZ

 

Dopo Joe Venuti uno dei miei preferiti “grandi del (violin-)jazz” voglio presentarvi il suo degno erede e probabilmente il più famoso jazzista di violino della storia:

 

Stéphane  GRAPPELLI

 

 

Stéphane Grappelli (Parigi, 26 gennaio 1908 - Parigi, 1 dicembre 1997) è stato un violinista, pianista e compositore jazz.

 

Figlio di un violinista, prende le prime lezioni dal padre, per poi iscriversi al conservatorio di Parigi. Non conclude gli studi accademici ma apprende essenzialmente da autodidatta, ascoltando le prime registrazioni di Louis Armstrong, Bix Beiderbecke e Giuseppe (Joe) Venuti. Verso i 15 anni inizia a suonare il pianoforte come accompagnamento per i film muti, nei clubs e nei ristoranti parigini. A 19 anni diventa membro stabile della band dell'Ambassador Club e alternandosi tra pianoforte e violino continua la sua carriera con i "Gregor and his Gregorians"; quindi non molto tempo dopo lavora come violinista e sassofonista con la "Alan Romans Band" di Montparnasse. Proprio in questo periodo avviene l'incontro tra Stéphane Grappelli ed il celebre chitarrista jazz belga Django Reinhardt (un altro grande !).

Dall'incontro con Django Reinhardt nel 1934 nasce il Quintette du Hot Club de France. Il gruppo acquista subito un'importanza internazionale e attraverso le proprie registrazioni si impone come il primo importante gruppo jazz non americano.

Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale Stéphane e Django si trovano a Londra. Nonostante il clima di persecuzione razziale nei confonti degli zingari nella Francia occupata dai nazisti, Django decide di ritornare a Parigi. Grappelli continua a lavorare a Londra, collaborando attivamente con George Shearing. Alla fine della guerra, Django e Stephane si troverranno ancora a suonare sia in Francia sia in Inghilterra fino al 1948. Grappelli in questi anni subisce la forza del successo del suo più grande collega ed amico, rimanendo in ombra e venendo per lo più associato ad un certo tipo di stile cosiddetto "Gypsy", non acquista la notorietà che invece di lì a poco sarebbe divenuta mondiale.

Nel 1966 registra Violin Summit con Svend Asmussen, Jean-Luc Ponty e Stuff Smith, mettendo in evidenza le sue grandi capacità di maestro del Jazz Violin.

Il suo primo concerto negli USA è al New Jork Jazz Festival del 1969.  La sua carriera si è ormai involata verso il più grande successo. Dagli anni ’70, in formazione di trio o quartetto, partecipa a tutti i principali Jazz Festival mondiali, tra cui il meraviglioso "Tribute to Django" al Kool Jazz Festival di New York nel 1984. Lavora con i più importanti chitarristi tra cui Denny Wright, Diz Disley, Martin Taylor, Bucky Pizzarelli. Tra le collaborazioni si possono citare quelle con Duke Ellington, Oscar Peterson, Earl Hines, Joe Venuti, Barney Kessel, Gary Burton, Michel Petrucciani e David Grisman.

 

Ciò che apprezzo e che apprezzano di Grappelli è la sua semplicità nel suonare...perfetto in ogni situazione. Inventore dell’impossibile. Il suono ha un filo conduttore infinito e sempre ben dosato.

 Era l’unico che negli anni 30 riusciva a reggere i ritmi sfrenati del grande chitarrista jazz  Django Reinhardt. Ma era anche il più bravo a mio modestissimo parere ad “addolcire” le melodie di quei decenni.  Dolcezza ed incanto.  Un nobile animo per una nobilissima musica.

 

Una cenetta romantica a lume di candela al lago accompagnata dal suono del violino di Stephane Grappelli è qualcosa da sogno !  La sua è la musica che da valore aggiunto alle cose importanti.

 

 

Artista che ha coperto quasi tutto il secolo: dagli anni ‘20 ad arrivare quasi al 2000.

Dal 1970 in poi si è accompagnato in centinaia di esibizioni con gente differente come il pianista jazz Oscar Peterson, il violinista jazz Jean-Luc Ponty, il vibrafonista Gary Burton, il cantante pop  Paul Simon, col mandolino di David Grisman, il violinista classico Yehudi Menuhin e l’orchestra  di  André Previn. Molta collaborazione anche con Diz Disley, registrando 13 album.

 

In un’intervista disse:

"La jazz music proviene dal cuore e non dalla testa; la tecnica non ha molto a che fare con essa”.

e

"L’improvvisazione è un mistero. Ci puoi scrivere un libro ma alla fine non sai ancora cos’è. Quando improvviso e sono in buona forma sono come in ipnosi. Dimentico la gente davanti a me. I grandi improvvisatori sono come dei preti, pensano solo al loro Dio."

 

Mentre hanno detto di lui:

 "Stéphane è come un giocoliere che lancia in aria 10 piatti e li riprende tutti senza romperli".

 

Yehudi Menuhin disse riguardo le improvvisazione di Grappelli: 

"Nei cinema (muti dell’epoca) suonavo Mozart principalmente e qualche volta Gershwin nei film allegri. Poi, grazie a Stephane, scoprii il jazz e la mia vocazione e dissi addio ad Amadeus."

 

 

Particolarità:

 La musica di Grappelli la si trova anche nell’album dei  Pink Floyd : Wish You Were Here.

 E’ a volume bassissimo quasi coperta dagli  effetti del rumore del vento .

 

Grappelli è ora sepolto nel famoso cimitero di Parigi, Père Lachaise.

 

 

 



La scoperta del mese

THE ORGAN

By FaZ

 

A chi piacevano i The Cure o i Depeche Mode anni ’80 ? 

 

 

In questo breve articolo vi presento una giovane band tutta al femminile
ma non una delle solite.

Questa non ha (solo) bellezza  o cosce al vento. 

Qui c’è del tosto!

 

Ascoltando “Grab that gun” il loro ultimo CD, uscito da pochi mesi sono stato sorpreso se non ingannato dai suoni.

Anche i fedelissimi degli anni '80 faticherebbero a riconoscere che questo è un CD di 2 mesi e non di 20 anni ovvero dei tempi d’oro del dark-punk.

 

 Il suono di questa band si intreccia tra i famosi (primi) The Cure, gli Smiths, con miscugli di Depeche Mode e voce a tratti alla Alison Moyet.

Tutte le 5 ragazze del gruppo sono di Vancouver in Canada. La leader Katie Sketch (voce) poi Debora Cohen (chitarra), Ashley Webber (basso), Shelby Stocks (batteria), e la tastierista solitaria Jenny Smyth (organo Hammond).

Il gruppo è uno dei migliori canadesi degli ultimi anni. Sta acquisendo popolarità grazie all’ultimo bellissimo CD che 20 anni fa avrebbe scalato ancor più le classifiche, anzi a detta degli addetti del settore sarebbe stato nelle top.  Oggi nonostante questa moda è in parte passata il CD vende bene grazie anche al singolo “Steven Smith” nelle hit inglesi di questi mesi.

La loro musica ha a tratti un suono apparentemente triste (dark appunto) ma vi assicuro che fa “scintillare gioia” e carica. Gli amanti del genere saranno sicuramente molto soddisfatti.

 

Posso dirvi che nella stessa settimana ho ascoltato l’ultimo CD “Playing the angel” dei famossissimi
sempre over-booking  Depeche Mode  e questo “Grab that gun” delle The Organ. Non c’è storia! Dopo 2 giorni i Depeche me li ero già dimenticati , nonostante sia un buon CD anche quello.

 Quindi, e brave ste ragazze che (perlomeno) stavolta han superato i maschietti.

 

 

Siti di informazioni:

  http://www.theorgan.ca/

  http://www.newromantic.ca/artists_theorgan.htm

 

Discografia:

Grab That Gun  - Mint Records; 2004, ristampato per l’Europa 2006    (CONSIGLIATO !)

Sinking Hearts EP  - Global Symphonic; 2002

 

 

 

 

 



I MIGLIORI DEL 2006 (SINORA)

By Mauro

 

1)    JOHNNY CASH – AMERICAN V

2)    BRUCE SPRINGSTEEN – WE SHALL OVERCOME

3)    CHRISTY MOORE – LIVE IN DUBLIN 2006

4)    WILLIE NILE – STREETS OF NEW YORK

5)    NEIL DIAMOND – 12 SONGS

6)    VINICIO CAPOSSELA – OVUNQUE PROTEGGI

7)    PACIFICO – DOLCI FRUTTI TROPICALI

 

SONO ATTESI…

Andrea Parodi –  Settembre vedrà l’uscita di SOLDATI
 l’album più a lungo atteso qui in casa TONNO

LINGALAD – Il loro “LO SPIRITO DELLE FOGLIE”
è in rampa di lancio… a Settembre… il tutto

Pieretto… annunciato in registrazione da Vertemate… attendiamo con fiducia

Stefano Barotti – da definire – un nostro beniamino alla seconda prova. Attesissimo.

 

 

 

 

 

 


 

 

da INTERNET:    STRUMENTI  MUSICALI
by FaZ

La Batteria

 

 

(Da Wikipedia, l'enciclopedia libera)

La batteria è uno strumento musicale composto da tamburi, piatti e altri strumenti a percussione disposti in modo da essere suonati da un solo batterista, nel jazz, nel rock o in altri generi di musica contemporanea.

 

Fin dal jazz del 1920 la batteria è stato uno strumento fondamentale della musica popolare, coniugato o sostituito in seguito dalla drum machine, soprattutto nella musica elettronica.

 

Origini

Le origini dello strumento risalgono alla seconda metà dell'ottocento, negli U.S.A., sebbene i tamburi singoli abbiano radici ben più antiche. La genesi avviene con la fusione di vari componenti percussivi durante le esibizioni bandistiche fino a formare una "batteria" di tamburi molto simile alle odierne. L'attuale batteria nasce da problemi di "spazio"; infatti in principio, lungo le strade di New Orleans (Luisiana), c'erano enormi bande che suonavano per strada, in corteo, ed ogni elemento dell'attuale batteria era suonato da una singola persona, come nelle fanfare militari odierne. In seguito le esibizioni si spostarono dalle strade ai locali, ed era impossibile ospitare sul palco cinque/sei musicisti che si dedicassero alle percussioni; quindi si fuse la grancassa (bass drum) con il rullante militare (snare drum). A questa batteria "primordiale" vennero, in seguito, aggiunti i piatti, solitamente allo scopo di creare un suono acuto che si contrapponesse al suono grave dei tamburi. In seguito ogni etnia presente in america diede il suo contributo, come i cinesi, che importarono i tom, tamburi di diametro piccolo (generalmente dagli 8 ai 12 pollici) ed i turchi, che perfezionarono la produzione dei piatti adoperando il loro modo di fondere e martellare il rame e l'ottone. In principio la grancassa era suonata con il piede, come suggerisce anche il vecchio nome inglese kick drum (tamburo a calcio), sebbene oggi sia sempre suonata con l'apposito pedale per cassa o battente.

 

I componenti

Nell'immagine a lato sono evidenziate la parti di cui si compone una comune batteria:

 

 1.grancassa o semplicemente cassa, 

 2.tom-tom a terra da 14" a 18", dal registro più grave, viene chiamato impropriamente timpano

 3.rullante

 4.uno o più tom-tom da 8" a 16" fissati alla grancassa o su apposite aste reggi-tom

 5.charleston detto anche hi-hat 

 6.piatti, presenti almeno un ride (quello sulla sinistra) e un crash (vicino al charleston)

 

I componenti di una batteria variano molto in base allo stile musicale, al gusto personale, alle risorse finanziarie, ed alle possibilità di trasporto. Una piccola batteria di solito è composta da una cassa con pedale, un rullante con supporto, due o tre tom-tom alcuni dei quali montati direttamente sulla cassa per mezzo di appositi supporti (reggi-tom), uno o due timpani appoggiati a terra per mezzo di gambe proprie o "sospesi", cioè fissati ad altri supporti tramite appositi morsetti, e posizionati solitamente al lato opposto al rullante. Si devono aggiungere anche i piatti charleston, un piatto ride e un piatto crash montati sui reggipiatti ai lati della batteria. Il batterista siede sullo sgabello con il rullante fra le sue gambe, il piede sinistro sul supporto hi-hat, e quello destro sul pedale della cassa. I batteristi mancini solitamente invertono la posizione di tamburi e piatti, ma alcuni preferiscono conservare l'impostazione originale destrorsa

Fabbricazione

Il materiale utilizzato maggiormente per la costruzione dei fusti è il legno (acero, betulla, mogano, tiglio, bubinga, afromosia, noce, amazoukè, faggio, bamboo). Il componente principe della batteria, il rullante, può anche essere costruito in metallo (bronzo, acciaio, alluminio, ottone). Più rare le batterie costruite in plexyglass (acrilico trasparente e/o colorato) (dagli anni '70, come le Ludwig Vistalite). Molto importanti per la caratteristica timbrica del tamburo sono:

lo spessore del fusto (da cui dipende la risonanza dello stesso; minore è, maggiore sarà la risonanza)

la pelle applicata; un tempo naturali (pelle di asino o capra) oggi completamente sintetiche si distinguono per lo spessore, la composizione plastica, il singolo o doppio strato, l'eventuale rinforzo al punto di impatto o l'anello di rinforzo.

I cerchi tendipelle; il loro peso, materiale e spessore influisce sulla profondità e controllo del suono.

Le caratteristiche sonore vengono influenzate anche da come lo strato di legno è stato applicato, se, con la venatura orizzontale o verticale. Nel caso di venatura verticale, la nota fondamentale, cioè il suono emesso senza armonici di disturbo, scende di tonalità, poiché il suono si propaga più velocemente attraverso quei "binari" che sono le venature, dato che il suono "parte" dall'alto, cioè dalla pelle nel momento che essa viene percossa.

Il suono dipende dallo spessore: Un fusto sottile (oggi si arriva al minimo a 5mm, ma esistono da 6, o da 7) conferisce un suono molto risonante, aperto, ricco di armonici, ma di basso volume. Questo poiché, se l'energia data dalla percussione viene utilizzata tutta nella vibrazione, questa si perde perché la vibrazione stessa la attituisce, il suono che deriverà sarà più risonante ma con minor volume.

Al contrario un fusto spesso (dagli 8 ai 10-12mm) conserverà al meglio l'energia data al momento della percussione, la sua rigidità non permette una fuoriuscita di energia, il suono sarà molto più potente, incentrato sulla nota di base e con pochi armonici che vengono dati dalla vibrazione del fusto, che, in questo caso è assente.Anche se, ovviamente, un fusto spesso avrà un suono più freddo di uno sottile, per via del fatto di non avere quella pienezza sonora (noi batteristi lo chiamiamo "corpo") data dalla vibrazione, quindi dall'aumento di suoni in uscita

Quindi Fusto sottile: suono risonante, caldo,armonico, ma poco volume Fusto Spesso: suono imponente, molto focalizzato sulla nota fondamentale, poco risonante, suono un po freddo

Inoltre il fusto spesso cambia rapidamente suono al cambio di pelli diverse, perché in questo caso la differenza vera e propria la fanno loro,poiché il fusto rimane neutro e contribuisce solo da fare da amplificatore alle pelli. Al contrario un fusto sottile presenta meno differenze tra una pelle e l'altra poiché comunque ci mette del suo nella generazione del suono finale.

Le case costruttrici più celebri sono Drum Workshop, Gretsch, Ludwig, Mapex, Pearl, Premier, Slingerland, Sonor, Tama e Yamaha.

 

Batterie estreme

Alcuni batteristi aggiungono una seconda cassa, o dei particolari pedali, suonando anche con il piede sinistro; dei tom tom supplementari, altri piatti, tamburelli, woodblock, campanacci, pad elettronici che riproducono suoni campionati o altri strumenti della vasta collezione di accessori.. Queste enormi batterie hanno raggiunto l'apice nel momento storico del rock del 1970, ma dopo quel periodo la tendenza è stata verso l'utilizzo di strumenti più piccoli.

 

Le bacchette

I batteristi solitamente suonano con le bacchette, ma possono usare anche strumenti diversi come le spazzole, le mani, i multi-rod (bacchette composte da fasci di legno) e i mallets (battenti). Il batterista Bob Moses fu visto suonare con dei ramoscelli raccolti prima del concerto. Esistono due tipi di “impugnatura” per le bachette: classica e quella moderna. L'impugnatura moderna a sua volta si distingue in due varianti: francese, quando le due bacchette vengono mantenute nello stesso modo, cioè parallele tra di loro e con il pollice sopra le bacchette e le altre dita sotto; tedesca, quando le due bacchette sono mantenute formando una "V" con le stesse bacchette, tenendo i pollici l'uno contro l'altro e il palmo sopra. Ognuna delle impugnature ha i suoi pro e i suoi contro per quel che concerne il suono del colpo. Si utilizza l'impugnatura classica, invece, se si forma un angolo di 90 gradi tra il braccio e la bacchetta, rivolgendo il palmo della mano in alto. Questo permette di suonare il tamburo bandistico posizionandolo agevolmente di lato all'esecutore.

 



 

NEL PROSSIMO NUMERO:

“LO SPIRITO DELLE FOGLIE” SUNTUOSO DISCO DEI LINGALAD

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DOPO LA PAUSA ESTIVA… APPUNTAMENTO PER IL 10 SETTEMBRE

 

QUESTO NUMERO DEL TONNUTO E’ STATO CHIUSO IN REDAZIONE ALLE   

 ORE 14,00 DEL 15/07/2006

 

 

 

 

 

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IL PORCELLINO D’INDIA RINGHIO

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PIP-IP HURRA’ & NORMA

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CIAO RAGAZ!!

 

 

 

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