IL TONNUTO©     

 PERIODICO D’ACQUA DOLCE - Anno VII - N° 61   APRILE 2006     www.iltonnuto.tk

 


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Questo  numero  contiene:

 

 

IO, IL TESTIMONE DELLA SPOSA.

 

MONDO RINGHIO!

 

LA NOSTRA WOODSTOCK BRIANZOLA

 

SPECIALE:     IL MATRIMONIO DI SILVIA & TEO

 

APPUNTAMENTO CON…   DAVIDE VAN DE SFROOS     A DESIO   18/3/2006

 

L’ANGOLO D’IVANO

 

TONNUTO FOR…TREVES

 

IL DISCO DEL MESE/1

NEIL DIAMOND   ”12 SONGS”

 

SULLE ORME DI…

THE MAMAS & THE PAPAS

 

RICORDANDO…

PHIL OCHS

 

I MIGLIORI DEL 2006 (SINORA)

 

 da INTERNET:    STRUMENTI  MUSICALI
Il Clarinetto

 

 

 

 



 

IO, IL TESTIMONE DELLA SPOSA

 

 

Lettera aperta alla mia amica Silvia

 

 

Cara amica,

quando la scorsa domenica (26 marzo 2006), mentre parlavamo con Teo e Betty del più e del meno, ad un tratto mi hai chiesto se avessi voluto essere tuo testimone di nozze, mi hai sorpreso. E’ una cosa bellissima, unica.

Eri emozionata, e mi hai emozionato.

Per qualche attimo lo “scompenso emozionale” mi ha reso incapace di mettere insieme una frase che avesse senso compiuto. Credo di averti detto un: “Nooo, veramente??” nel quale il nooo, lungi (ovviamente) dall’essere una negazione era invece una sorta di  “non ci posso credere!!”.

La gioia che questa tua richiesta mi ha donato la condivido ora, in questo istante, con queste poche ma sentite righe, con tutti gli amici che ho, anzi,  che abbiamo.

Sarebbe, forse, stato maggiormente opportuno scrivertele a solo tuo uso e consumo queste mie considerazioni, così, senza donare una tale pubblicità alla tua richiesta: ma tu mi conosci, c’è chi ostenta le proprie “gioie” che fanno “status symbol” (come suol dirsi)… il macchinone, piuttosto che il telefonino, il giubbino piuttosto che le scarpe e via dicendo... io (non solo perché non ne ho ed in ogni caso non ne darei molto  valore) preferisco ostentare emozioni veramente forti, come quella che tu mi hai donato, come quelle che gli amici sanno donare. Perché queste hanno un valore universale, che resistono nel tempo e si guadagnano uno spazio unico nel nostro cuore: forse anche perché, come tutte le cose care, non hanno un controvalore in denaro che le possa riscattare.

Sarà la terza volta che “vestirò” i panni del testimone. Successe il 25/04/1992 quando si sposò mio fratello e otto anni dopo, l’11/05/2000 quando si sposò il mio “Bond” che per me è come un fratello.

Tutte e due le volte precedenti ho vissuto la “testimonianza” con un grande senso di responsabilità, perché, quella che si vive in quel momento sull’altare è, ovviamente, una pagina cruciale nella vita degli sposi.

Così sarà anche questa terza volta, e così sarà di sicuro anche per tuo cugino Andrea.

Ti ringrazio, amica mia, dal profondo del cuore per avermi fatto un tale onore, spero di esserne degno così come sono sicuro di esserne orgoglioso.

 

Mauro

 

 



 

MONDO RINGHIO!

EDITORIALE

A CURA DI



Cari amici ben trovati.

Questi giorni sono stati funestati dalla triste fine del piccolo Tommy. Un fatto così orribile ha scosso tutti quanti, indipendentemente dal credo religioso, indipendentemente da tutto.

Il maligno è lì, dietro gli occhi di ghiaccio di un animale che, definire tale, reca offesa agli animali, quelli veri. Il diavolo esiste, e spesso si intravede: si sente. Dio appare lontano, non sempre presente.  Se esiste, di là, qualcosa, speriamo che sia esattamente come viene descritto nei testi sacri. Che l’angioletto vegli da lassù, e che il maledetto possa bruciare nelle fiamme per l’eternità. Nel frattempo gradirei molto  che la giustizia, non quella della Legge (in senso stretto), ma quella del “taglione” colpisse duramente.

Su questa vicenda non voglio aggiungere altro.

Penso che ognuno di voi si sarà fatto una propria idea: avrete pregato e, se non credete, vi sarete affidati alla sensazione che il vostro cuore vi avrà dettato.

Ciao Tommy.

Venendo a cose poco serie: ad un certo punto la tentazione di attendere ben oltre il nostro termine di uscita, solo per commentare il risultato politico delle elezioni, ci ha sfiorato. Ma poi abbiamo pensato che, noi, siamo (appunto) “animali” dotati di una certa serietà.  

E quindi eccoci puntuali al nostro appuntamento: il 10 del mese… e senza exit-pol.

Immagino, a questo punto, le facce di chi, voleva o l’uno o l’altro dei due contendenti al governo.

Ma non intristitevi, amici, chiunque voi siate, che siete dalla parte degli sconfitti o dei vincitori.

In verità, chi può dire, realmente di aver vinto???

Avete seguito la campagna elettorale?? Una pena e una tristezza.

E non mi venite a dire che l’uno ha avuto più ragione dell’altro. Sia il Cavaliere che il Prodi  hanno passato la maggior parte del tempo a rincorrersi con accuse ad hoc. Ad un certo punto la confusione era totale. Poi l’hanno semplicemente buttata sul “fisco”. Perché ben sanno che l’italiano medio, tollera generalmente parecchio, sinché non gli mettete la mano nel portafoglio. A quel punto apriti cielo!!

Dico, in due mesi non che si sia sentito, da una delle due parti, un progetto (badate, non dico un programma) dico un progetto, uno che uno, che si possa, alla luce del sole, definire “mediamente” serio. Si è battagliato su tutto e l’impossibile e nessuno  ci ha spiegato che cosa intendeva “realmente” fare. Poi vai a spiegare il cuneo fiscale e i dividendi, la tassa di successione e gli estimi catastali. Se non sei mediamente “fiscalista” questi termini cominciano ad essere avvolti nel mistero assoluto. “Nebbia fitta in Valpadana” si diceva un tempo. Mi sembra che possa essere il caso di preoccuparsi.

Ribadisco, amici, chiunque vincerà rappresenterà un paese che, non si merita una classe politica del genere (o degenere!).

Ci illudiamo ancora che, politicamente, ci possa essere una morale un po’ più solida, una voglia reale di contribuire a far crescere la “Grande Italia”. Per ora, visto quel che è successo sinora in questa campagna elettorale, la Grande Italia resta un sogno, nel cassetto di molti. Troppi.

Ma aprile, amici miei, è l’inizio della primavera. Quindi si sconsigliano pensieri esclusivamente negativi.

Dopo il lungo inverno ci rituffiamo fuori per respirare una nuova aria, pulita, buona.

Poco importa che le “gazzette” già strillino sui prossimi aumenti di energia elettrica ecc. ecc…

Mi pare che siamo, ormai, talmente rassegnati ed abituati a cotali notizie che, come tanti  “tafazzi” non ne potremmo fare più a meno. Alla prossima amici miei.



 

LA NOSTRA WOODSTOCK BRIANZOLA
by FaZ

 

Come tutti gli anni o meglio come tutti gli ultimi 9 anni, anche per questo, arriva la miglior manifestazione musicale proposta dalla nostra zona.
 Ve la presento con molto piacere…ed invidia!! Organizzare un evento tanto bello (e non dimentichiamo che gli incassi vanno a fin di bene)  è il sogno di noi de Il Tonnuto.

 

 

27 aprile  -  1 maggio    2006
9^ edizione
Teatro Tenda presso Cascina Borromeo
 a  Maresso di Missaglia (LC)
Associazione "A força da partilha" ONLUS
www.laforzadellacondivisione.it

mercoledì 26 Aprile

ore 20 (anteprima) ingresso libero
presentazione con autorità del programma. Rinfresco per tutti e GERRY MUSIC BAND

giovedì 27 Aprile

ore 20  - 12 €   AUDIOINSONNO aprono il concerto dei MODENA CITY RAMBLERS

venerdì 28 Aprile

ore 20.30   - 15 €
LADRI DI CARROZZELLE (musicisti quasi tutti affetti da distrofia muscolare) aprono il concerto di ELIO E LE STORIE TESE

sabato 29 Aprile

ore 12.30  pranzo di condivisione per tutti
ore 20  -  17 €  
intramontabili NOMADI

domenica 30 Aprile

ore 12.30  pranzo di condivisione per tutti
ore 16
spettacolo di mimo-clown con Clown Orit
ore 17 merenda equo-solidale per tutti i bambini
ore 21.30 -  € 13    DAVIDE VAN DE SFROOS
presenta il nuovo concerto “Ma vadavia ‘l blues” con la nuova formazione internazionale.
In occasione del concerto si tiene anche il 4° raduno “Cauboi”.

lunedì  1 Maggio

ore 10.30 S. MESSA con un gruppo musicale afro-brasiliano
ore 12.30 pranzo di condivisione per tutti
ore 15.00 inizia il CONCERTO DEL 1° MAGGIO “MADE IN BRIANZA” con numerosi gruppi musicali: KAL DOS SANTOS, KNICKERS, BIOS, YOWSA, CIVICO 60, SILVER SKY, ORANGE
(con Francesco Mandelli, il ‘non-giovane’ vj di MTV), MITZIDUPREE, PERICOLODINCENDIO, MOMBASA, THE VITAE, MARILUNARI…
estrazione della sottoscrizione a premi
ore 21.30  -  gratis   I LUF

per info
Cell. 338.6579230 - 347.8730511 - 328.1547757

 ** Tutto il ricavato della manifestazione “NOTE DI CONDIVISIONE” andrà a favore dei “meninos de rua” di Salvador Bahia (Brasile), della “Comunità Emmaus” di Recife (Brasile), dell’Ospedale di Poxoreo – Mato Grosso (Brasile) e delle Coop. Soc. per disabili “Incontro” di Maresso (LC) e “Casa Amica” di Merate (LC).
 ** I concerti e gli spettacoli, gratuiti per i bambini fino a 12 anni e per i disabili, si svolgeranno, con qualsiasi condizione di tempo, nel teatro-tenda allestito presso Cascina Borromeo, Via S. Carlo Borromeo
 ** Nell’area concerti troveranno spazio mostre fotografiche sui centri del Brasile e banchetti di gruppi e associazioni impegnati nel campo della solidarietà: Emergency, Amnesty International, Commercio Equo e Solidale, Gruppi Missionari, Incontro, Casa Amica, Amici della paraplegia…

 

 


 

 


SPECIALE:

 IL MATRIMONIO DI SILVIA & TEO

By Mauro

 

Qui in casa TONNO il caos regna sovrano: lo sanno bene gli amici e quelli che ci frequentano più spesso: per quanto si cerchi di tenere un minimo d’ordine, l’anarchia la fa da padrona.

Pile di cd, ovviamente, ma anche libri, quotidiani e riviste, poi i giochi del piccolo Valentino che sono ovunque: insomma, un grande disordine… “ordinato”.

In mezzo a cotanto caos alcune foto. Immancabile quella del matrimonio… e poi ce n’è una, in particolare, che ci è stata scattata, “inquadrettata” e regalata dagli amici Silvia & Teo.

Ritrae me e Betty (col pancione) sul finire del giugno 2004. Dietro di noi lo splendido scenario del lago di Como così come lo si vede solo  dal Miro, in quel della Valbrona.

E’ una tradizione: sin dai tempi della “grande compagnia” ho portato fin lassù  tutti i miei migliori amici, chi prima, chi dopo… ci sono stato con tutti… e se qualcuno ancora non c’è stato… pazienti un pochino… attendiamo, in rima, che cresca un poco Valentino.

Questa della “gita in Valbrona” è una tradizione che ha origini molto lontane. Quel luogo me lo fece conoscere mio fratello che ci era stato, ai tempi dell’oratorio, con Don Sandro Vismara.

Con la mia futura moglie ci andammo una delle primissime domeniche che eravamo fidanzati, e ci andammo con l’amico Vigus.

Con Silvia & Teo già c’eravamo stati anni addietro in un’altra domenica di sole splendente (1999?). Quella volta ci dedicammo anche ad alcune partitine di calcio due contro due nello spazio in fondo alla piana, contro il piccolo orticello del Miro.

In quel fine giugno del 2004 avvenne un fatto curioso: lo riporto così come lo rievocai, nella piccola cronistoria che scrissi per il Battesimo del  piccolo Valentino.

 

Al termine della discesa da quel del “Miro” ci ritrovammo nell’abitato di Maisano, a scegliere, ad un bivio,  la strada per tornare alla macchina e concludere così la scampagnata domenicale in compagnia degli amici Silvia e Teo.

E’ stato in quel mentre che la mamma ha notato il nome di quella vietta del piccolo paesino della Valbrona: “Via Valentina”.

Era il chiaro segno. Ne abbiamo convenuto tutti e quattro insieme; a soli due giorni dall’ecografia che ci avrebbe svelato chi saresti stato,  mentre già eri, quella via era il segnale. Saresti stata Valentina.

 

Poi sapete tutti che è stato “Valentino”. Quella domenica, quell’episodio… ma soprattutto quella foto sono stati così importanti da risvegliare, ogni volta che l’occhio si posa sulla foto, ricordi splendidi e vivide emozioni.

Ora lassù in Valbrona non c’è più il Miro: non sappiamo che fine abbia fatto. Una staccionata chiude il passaggio che dalla casa dà accesso alla spianata che era la meta dei nostri pic-nic. Ci si passa lo stesso,  e sono rimaste intatte le panchine sotto l’albero davanti alla porta d’ingresso della casa.

Lassù tra quegli spazi aperti si evocano ricordi lontani, nel tempo, ma molto vicini nello spirito e nelle sensazioni. La prima volta che ci andammo con Silvia & Teo ci scottammo tutti quanti. Era una domenica appena appena ventosa e al sole si stava anche bene. L’indomani si vide l’effetto sulla nostra pelle: Teo, ricordo, era già rosso-aragosta quella stessa sera.

Torneremo ancora, tutti insieme magari tra qualche anno con le nostre famiglie… come cantavano Johnny e June Carte Cash… “will the circe be unbroken”!.

 

 

 

AL 10/04/2006 MANCANO: 159 GIORNI

 


 

 

 

APPUNTAMENTO CON…
Davide van de sfroos

A DESIO 18/3/2006

by FaZ

 

 

E’ il mio compleanno! Davide non poteva farmi regalo migliore di questo concerto vicino a casa.

Ore 19:50 sono pronto e parto per l’Esselunga dove devo comprare 2 cassette DV per filmare l’evento. L’intenzione è quella di realizzare un DVD da tenere nei ricordi, così come al concerto della scorsa estate a Cantù. Spesa veloce e via a casa di Mauro, luogo dell’incontro dei fans. Saremo in 6, io e Mauro, Paolino e Clara, Ivano ed Andrea. Ore 20:45 dopo qualche divertente chiacchiera (passava di là anche Lele che saluto !) l’atmosfera si fa calda. Urge la partenza. Visto che abbiamo il Zafirone 7 posti, ci imbarchiamo tutti sulla mia “curiera” e ...”e alùura giòòò”  !!

Dieci minuti e siamo là, al Palazzetto del Basket Desio. Il parcheggio principale è tutto pieno. Aggiriamo la zona e ci portiamo ad un parcheggio semivuoto sul retro della struttura che evidentemente in pochi conoscono. Posizione auto ottima ! Scesi dobbiamo fare solo 50 metri per l’incolonnamento verso l’ingresso. Dopo alcuni minuti in colonna (2 colonne da 15 metri) e meno di 2 metri guadagnati, il Paolino si chiede ma dove si fa il biglietto ?! Caspita ! Lo si deve fare all’ingresso principale che noi abbiamo aggirato. Ci tocca quindi spingere per arretrare ed abbandonare le colonne umane. Meno male che al botteghino ci sono poche persone. Facciamo il biglietto con ricevuta fiscale (scambiamo battute con le cassiere sulla inutilità per noi del pezzo di carta che a fatica dovevano rilasciare a tutti) e torniamo alle colonne che magicamente troviamo dimezzate e che ora si muovono anche a buon passo.

Entriamo che la fascia bassa dei posti del bel palazzetto circolare, con tetto perlinato e travoni, è tutta piena. Noi ci dirigiamo più su dove non si sa se è consentito, ma noi ci prendiamo la “responsabilità”. Ci sediamo proprio in faccia al palco in posizione dominante. Per me è il massimo. Sono in grado di appoggiarmi la videocamera sulle ginocchia e filmare tutto.  

Ore 21:25 eccoli arrivare ! Davide sale sul palco seguito dall’ormai inseparabile amico violinista Anga. Applausi ! Finalmente, nuovo anno, nuovo tour. Questa volta si preannuncia differente dal passato. Davide per la prima volta sarà accompagnato da musicisti made in USA e non più solo da italiani “nostrani”. I nuovi sono dei “tosti” del blues americano si dice e si legge. Comunque Davide saluta e ringrazia. Poi si scusa che il bassista (che dicono sia un fenomeno) ha avuto un lutto ed ha dovuto rientrare a casa così presenta la sua sostituta Miss Ilary XXX una bella ragazza che arriva in emergenza dal milanese. Poi è la volta del chitarrista John Dolce, il Jimi Hendrix della Grande Mela. Segue il batterista, gigante nero che farebbe bella scena su un ring di Wrestling. Infine l’ospite più illustre Sugar Blue veterano dell’armonica blues, accompagna spesso i migliori in USA e per questa primavera è qui con Davide in Italia. (Davide andrà a restituire il favore a metà aprile in Alabama per 2 concerti con molti artisti folk).

 Il concerto ha inizio !

Attaccano con il Barùn de la Luna Storta. Si mettono in carreggiata abbastanza bene subito dall’inizio ma ci pare manchi qualcosa. Comunque l’acustica è soddisfacente per un palazzetto anche se decisamente inferiore che non all’aperto o sotto un tendone.  La canzone migliora sul finale con Anga che fa da coretto all’inconfondibile personalissima voce del Davide. E tra i fumi colorati va a sfumare “..ghè scià ul Barun dala luna storta..”. Tocca ora al Paradìis del Scurpiùn in una versione decisamente adattata all’enorme quantità d’aria soffiata nell’armonica di Sugar Blue. Caspita che polmoni ! Sempre perfetto nel suono e nell’accompagnamento.

La terza è una dei tradizionali cavalli di battaglia ma in versione rap-armonica: Pulenta e gaina fregia in sula veranda. L’è minga vè, l’è minga vè, l’è minga vera…e a finire le vibrazioni nell’anima che ci dà il violino dell’Anga. Ed il vent al pica ala porta… Via lanciati con la Nona Lucia e la batteria che spinge moltissimo in questa versione accelerata. Armonica di Sugar che domina su tutta la canzone, infatti il Davide alla fine ne chiede l’applauso. Purtroppo qui abbiamo invece la triste conferma del nostro sospetto: la chitarra elettrica ?  Chi la sente ? Ma il suo filo è collegato ? Finge o l’hanno abbassata ?  Non c’è proprio !  La cosa è clamorosa con la versione a ritmo forsennato di Per una Poma dove c’è il basso che sovrasta la chitarra elettrica ancora una volta vergognosamente silenziosa ! E’ la grande pecca di questo concerto che invece sugli altri versi è più che soddisfacente su tutto.  Ci consoliamo, anzi di più, con la fantastica “nunc che vemm de sfroooosss” sospinta dai cori della calda platea e dalle vibranti curve…. Tutti a saltare , fuori o dentro il corpo. Davide conta per i cori finali e dà il tempo a noi per partire con “lolololo-lolo-lo-lo-lo…” . Zoommo sul magico batterista. E’ una maschera di sudore e come se non bastasse alla fine alzandosi fa penzolar fuori la lingua (è più lunga di quella del mio cane !) per far capire che ci ha dato dentro.

Seguono altre canzoni, sempre accoppiate ad una buona coreografia di luci colorate sopra il palco e saltuariamente fumi sparati sul palco.

Nella fase centrale del concerto dà il meglio secondo me con “io sono il corvo” una delle mie canzoni preferite che a detta è stata una delle migliori della serata anche se una decisa chitarra avrebbe dato la giusta forza e resa anziché l’armonica che viene sempre usata anche dove non gli compete. “I’m just a crow…” termina ed arriva la vera chicca  della serata: “Hey Joe” il successo mondiale diffuso dall’enorme Jimi Hendrix stasera sul nostro palco e suonato piuttosto bene ma soprattutto in versione divertente dove il Davide ne cambia i versi con “Vee giòooo, l’è pussè de un’ura che sunt chi a spetàtt .. cristu!!…vada che te vedi me…ta se li dreè a spetà dietro la credenzaa…” . Finalmente qui (e solo qui) ci si accorge della chitarra elettrica che esegue il suo pezzo migliore (beh … era anche l’unico che abbiam potuto valutare). Si prosegue ad oltranza.

Su Remuliff radioattivv una delle più vecchie canzoni dei De sfroos, in versione psichedelica, Davide ricorda che il giorno dopo c’è la seconda serata di festa con vari gruppi che suoneranno in memoria del grande Fabrizio De Andrè.  Finisce ufficialmente il concerto ma tutti i fans sanno che seguiranno almeno 3 bis. Infatti poco dopo Davide ed Anga da soli eseguono Ninna Nanna dorma fioeu che’l tò pà al gà un sacc in spala…cunt dent el so curagg ed i paròll che al po’ mia dìi… bellissima versione con chitarra e violino davvero molto dolce ed emotivamente intensa.

Seconda risma …sbroia tuta la matassa.. tira tira drizz el fill e poi lasa che sal rilassa… dall’est dall’est.. Ventaaannaaasss ed il vento soffia sulle vibrazioni del violino ed i ritmi della chitarra del Davide.

Ripresenta salutando tutta la band che risale sul palco e …tucc in su la curieeera! Alla grande ancora una volta ! Tutti saltano, il Paolino e Clara vogliono saltare in mezzo alla folla, di corsa per mano si precipitano sul parquet del palazzetto (non siam riusciti a sapere se fosse Paolino la “locomotiva” di uno dei 3 lunghissimi trenini che ho filmato:-).  Immenso finalone con l’armonica di Sugar Blu e gli “heee heee heee” del Davidone a scandire il tempo, il passo, i salti.

I trenini si snodano,  le mani si alzano,  i piedi battono…  grande serata !

Chitarre (ma porca miseria, ora si sente?!) che fanno da base e Davide saluta tutti presentando i prossimi appuntamenti del tour. Esce dalla scena con Sugar Blue che continua a ripetere “Da-vi-de..Da-vi-de..” alzando le braccia… chitarre, violino, rullo infinito di batteria… e tòccch… ciao a tutti !  Il felice concerto ci saluta e ci rimanda tutti allegri e contenti sulla nostra curiera, il Zafirone, che ci riporta a casa immersi nei nostri ricordi. Come oggi che felicemente leggiamo e ricordiamo, con voi, queste indimenticabili grandi emozioni.

Wuhaauu ,, che serata !

 

 

 

   

 

…VISTO DA CLAUDIO
 

... IL SUGAR FREE GRIDAVA CON LA SUA VOCE RAUCA:" DAI-VI-DE! DAI-VI-DE! DAI-VI-DE! VAN DES SFRUUUUSSS!!!". DENTRO IL SUO VESTITO DI PELLE NERA LUCCICANTE. TRA LE SUE RUGHE SI POTEVANO LEGGERE LE SUE STORIE DI VITA FATTA DI PALCHI, PUBBLICI , LUCI, SOFFERENZA ED ARMONICHE SUONATE MAGARI ANCHE NELLA NEW ORLEANS ORA ALLAGATA.

IL BATTERISTA, ANCH' EGLI AFROAMERICANO, BATTEVA COME UN BASTARDO SULLE CASSE QUASI A PREOCCUPARE REALMENTE IL DAVIDE PER LA BATTERIA ACQUISTATA A VERONA.

MI RICORDAVA MIGUELON INDURAIN QUANDO SPINGEVA ANIMALMENTE SUI PEDALI NELLE PROVE A CRONOMETRO FACENDO QUASI SCOMPARIRE TUTTI GLI ALTRI. 

LA GIOVANE ED ELEGANTE BASSISTA MILANESE SEMBRAVA ESTRANEA AL RESTO DEL GRUPPO, FINO A QUANDO NON SI TRATTAVA DI SNOCCIOLARE ACCORDI CHE SILENZIOSI MA INCISIVI, FACEVANO DA LETTO AI MASCHIETTI DEL "GRUPPO".

IL CHITARRISTA ITALOAMERICANO CANTAVA MA SOPRATTUTTO SUONAVA "HEY JOE" DI HENDRIX CHE QUASI SVENIVO CON LA BIRRA IN MANO.

IL VIOLINISTA NELLA SUA SEMPLICITA' D' ALTRI TEMPI FACEVA VOLARE IL SUO STRUMENTO ALTO SUL PALCO.

IL DAVIDE FAVEVA DA FILO CONDUTTORE TRA I QUATTRO.

QUANDO HO SENTITO LA PRIMA CANZONE CON LA "NONA LUCIA CHE SEMBRA UNA STREGA" CON QUEGLI ARRANGIAMENTI BLUES, HO CAPITO CHE NON ERANO LI' A SUONARE IL CLASSICO DEL DAVIDE, MA A FAR SPAZIARE, EVOLVERE ED OVVIAMENTE BALLARE NOI TUTTI IN UN MODO NUOVO. BRAVI.

C' ERANO QUELLI DELLA CURVA A POGARE, I BAMBINI A SALTELLARE, I "NEO FASCISTI" PIENI DI BIRRA A PETTO NUDO, GENITORI GIOVANI, GIOVANI DI SESSANT'ANNI ATTACCATI ALLE LORO SEDIE DAVANTI AL PALCO, RIGOROSAMENTE LASCIATE LIBERE PER LORO, C'ERA UNA SIGNORA IN LEGGERO SOVRAPPESO CHE LANCIATASI A PRENDERE AL VOLO LA GIACCA DEL VANDESFROOS E' ATTERRATA SULLE GINOCCHIA..., C'ERO IO COI MIEI DUE MIGLIORI AMICI E DUE BIRRE ATTERRATE NEL MIO STOMACO VUOTO CHE MI HANNO AIUTATO LE SINAPSI A SCORRERE PIU' VELOCI CARPENDO PIU' CHIARAMENTE I SUONI E LE EMOZIONI. C' ERANO RAGAZZE CARINE DAI SENI PRONUNCIATI DA MAGLIETTINE STRETTE, C'ERANO RAGAZZI IN CAROZZELLA, C'ERANO RAGAZZI DISABILI MOLTO PIU' BRAVI DELLA GENTE "NORMALE" AD ESSERE NORMALI ED ESSERE FELICI SEMPLICEMENTE CON UNA CANZONE.

 

CON LO SGUARDO HO CERCATO TE MAURO, AL BAR...

HO CERCATO LA TUA SUOCERA BIANCAROSA SEDUTA TRA I GIOVANI DAVANTI AL PALCO, HO CERCATO L' ELISA CON IN BRACCIO IL VALENTINO, ED ANCHE LA CLARA.

SE ERAVATE PRESENTI, PENSO CHE QUESTA MIA DESCRIZIONE APPROSSIMATIVA SIA INUTILE. MA SE NON C'ERAVATE, VI SIETE PERSI BELLE EMOZIONI.

 

CIAO A TUTTI.

CLAUDIO.

 

 

 



 

 

L’ANGOLO D’IVANO

 

Un’enciclopedia? Un dizionario? Un almanacco? Un’antologia? Un lessico? Un tesoretto? Una raccolta di luoghi comuni? Un vademecum?

Be’ sì, L’originale miscellanea di Schott è tutto ciò.

Questo mese (e forse anche per i prossimi!) intendo sfruttare lo spazio che mi concede il mio «angolo» su questa pubblicazione per diffondere alcune curiosità raccolte in un prezioso e quasi introvabile volumetto pubblicato in Italia nel novembre 2004 dall’editore Sonzogno, L’originale miscellanea di Schott appunto.

 

 

•Specifiche dell’arca di Noè

 

Costruita con                        legno resinoso

Lunghezza                 300 cubiti

Larghezza                  50 cubiti

Altezza                      30 cubiti

Finestre                     1

Ponti                           3

Numero di umani       8

Il diluvio durò           40 giorni e notti

L’allagamento durò   150 giorni

Noè visse fino a        950 anni

 

 

 

• Il mondo secondo la CIA

 

La Central Intelligence Agency pubblica annualmente il suo World Factbook che elenca dati statistici, politici, geografici e sociologici sui paesi del mondo. Una delle voci del World Factbook fornisce i dettagli della «superficie comparativa» di ogni nazione, permettendo di stabilire un confronto con gli interi Stati Uniti o uno dei singoli Stati. Qui di seguito è riportato l’elenco di alcune descrizioni della CIA:

 

Afganistan

poco più piccolo del Texas

Bangladesh

poco più piccolo dello Iowa

Cina

poco più piccola degli Stati Uniti

Corea del nord

poco più piccola del Mississippi

Danimarca

poco meno del doppio del Massachusetts

Egitto

poco più del triplo del New Messico

Francia

poco meno del doppio del Colorado

Germania

poco più piccola del Montana

Haiti

poco più piccola del Maryland

Iran

poco più del doppio dell’Idaho

Giappone

poco più piccolo della California

Lesoto

poco più piccolo del Maryland

Messico

poco meno del triplo del Texas

Nuova Zelanda

circa la superficie del Colorado

Oman

poco più piccolo del Kansan

Pakistan

poco meno del doppio della California

Polonia

poco più piccola del New Messico

Qatar

poco più piccolo del Connecticut

Regno Unito

poco più piccolo dell’Oregon

Russia

poco meno di 1,8 volte gli Stati Uniti

Spagna

poco più del doppio dell’Oregon

Trinidad e Tobago

poco più piccolo del Delaware

Vietnam

poco più grande del New Mexico

Zimbabwe

poco più grande del Montana

 

 

• Alcuni termini musicali

 

Adagio, affrettando, agitato, allargando, allegro, andante, animato, appassionato, arpeggiante, bravura, brio, con anima, deciso, dolce, dolcissimo, dolente, energico, forte-piano, forzando, fugato, grave, impetuoso, lacrimoso, largo, legato, leggero, l’istesso tempo, lontano, lusingando, ma non troppo, marcando, martellato, morendo, nobilmente, parlante, passionato, patetico, piacevole, pizzicato, prestissimo, rallentando, rigoroso, risvegliato, ritardando, scherzando, slargando, smorzando, staccato, strepitoso, suave, tacet, tempo primo, teneramente, tranquillo.

 

 

• A cena sul Titanic

 

Menù della prima classe – 14 aprile 1912

 

Hors d’oevre Varié, Ostriche

Consommé Olga, Crema d’orzo

Salmone, Salsa Mousseline, cetrioli

Filet Mignon Lili, Sauté di pollo, Lyonnaise, Zucca farcita

 

Agnello, salsa di menta

Anatra arrosto, salsa di mela

Bistecche di manzo, patate Chateau

 

Piselli, Crema di Carote, Riso bollito, Parmentier e patate novelle

 

Punch Romaine

 

Arrosto di piccione & Crescione, asparagi freddi alla Vinaigrette, paté de Foie gras, Sedano

 

Pudding Waldorf, Pesche in Gelatina alla Chartreuse,

Eclairs di Cioccolato e vaniglia, Gelato francese.

 

 

Le seguenti provviste facevano parte del carico del Titanic

 

Animelle                                 1.000

Arance                                   80 casse

Asparagi freschi                   800 mazzi

Burro fresco                         2.724 kg

Caffè                                     1 tonnellata

Carne fresca                         34.050 kg

Cipolle                                    1.600 kg

Marmellata                            508 kg

Farina                                    200 barili

Gelato                                    1710 litri

Latte fresco                         1368 litri

Lattuga                                  7.000 cespi

Limoni                                     50 casse

Pancetta e prosciutto          3.405 kg

Panna fresca                         1.368 litri

Patate                                                40 tonnellate

Pesce fresco                         4.994 kg

Piselli freschi                                    1.021 kg

Pollame                                   11.350 kg

Pompelmi                                50 casse

Riso, fagioli secchi                4.540 kg

Sale e pesce essic.                1.816 kg

Salsicce                                 1.135 kg

                                           363 kg

Uova fresche                        40.000

Zucchero                               4.540 kg

Acque minerali                      15.000 bottiglie

Alcolici                                   850 bottiglie

Birra                                       20.000bottiglie

Vini                                         1.500 bottiglie

Articoli cristalleria              29.000

Posate                                                44.000

Sigari                                     8.000

Stoviglie                                57.600


             

• Resti della cremazione

 

La Gran Bretagna è un paese nel quale la pratica della cremazione è largamente diffusa. Da un’analisi dell’Istituto britannico per le onoranze funebri risulta che i resti organici del defunto cremato contengono le seguenti sostanze (in valore percentuale):

 


Fostato                                  47.5

Calcio                                     25.3

Solfato                                  11.0

Potassio                                 3.69

Sodio                                      1.12

Cloruro                                   1.00

Silicio                                     0.9

Ossido d’alluminio                 0.72

Zinco                                      0.342

Ossido di titanio                   0.026

Bario                                      0.0066

Antimonio                              0.0035

Cromo                                     0.0018

Rame                                      0.0017

Manganese                            0.0013

Piombo                                   0.0008

Stagno                                   0.0005

Vanadio                                  0.0002

Berillio                                   0.0001

Mercurio                                0.00001


Direi che per questo mese può bastare….


 

 

 



TONNUTO FOR…TREVES

 

 

 

L’ANTEFATTO

 

Pagina 8 del mensile JAM di marzo 2006. Rubrica JAM ANCH’IO * LE VOSTRE LETTERE *

Prima lettera “TREVES E I GIOVANI BLUESMEN”.

La leggo con la solita curiosità con cui leggo, di solito, i pareri degli altri lettori. Ma stavolta c’è di più. Nella sua missiva il lettore di JAM arriva ad affermare:

 

 “(…) Senza nulla togliere al glorioso personaggio che è ed è stato, non capisco l’utilità per il lettore di sapere quali band italiane lui gradisce e sponsorizza. (…)Ma parlare di gruppuscoli regionali di cui mai nessuno comprerà un cd (non foss’altro perché non si trovano) mi sembra inutile anche per i più giovani e inesperti. Insomma la sua pagina così com’è non serve a nulla, è vuota. Non sarà anche questo un segnale della crisi in cui versa il blues o in cui versa il buon Treves? Se no rischiate di apparire come Carù che fa otto-dieci pagine su Bubola o Van De Sfroos solo perché è loro amico.” 

 

Arrivo alla fine a stento. In fondo, ognuno, è libero di pensare e scrivere quel che vuole. E non sarò certo io a dire il contrario.

Ma noi, qui al TONNO, Fabio Treves, “IL PUMA DI LAMBRATE”, lo conosciamo bene, abbiamo avuto la fortuna e l’occasione di parlargli ormai già diverse volte. Lui è uomo blues di grande passione. Per un personaggio del genere, che in quel che fa, ci mette l’anima, vale la pena prendere carta e penna (o mouse e tastiera che dir volete) e comunicare alla rivista tutto il proprio appoggio al PUMA.

Quindi ecco, a seguire, la mia missiva e la cortese risposta di Fabio.

Lui in Italia è il blues, signori!!! Giù il cappello. Zitti e mosca.

 

 

Carissimi

Scrivo dopo aver letto sul numero in edicola la missiva del lettore che  “attaccava” lo spazio di Fabio Treves.

Oltretutto il lettore in questione tirava in ballo Carù ed essendo il sottoscritto un buscaderiano oltre che un  jammiano, mi capirete.

Io penso che chi scrive di musica come Carù,  Guitamacchi, Vites, Zambellini (e via dicendo) lo faccia per passione ancor prima che per lavoro. Fabio Treves lo fa innegabilmente  per passione, e lo fa da alfiere del blues in Italia: trovatemi uno che possa farlo al suo posto ma, a maggior titolo.

Se nelle riviste musicali non si desse spazio a giovani e nuove proposte, quanti talenti nascosti resterebbero tali??? Se Fabio Treves non avesse scritto della Gnola Blues Band  (una, valga per tutte) come l’avrei scoperta??

E poi, “gruppuscoli regionali” cosa vuol dire?? Mio cugino abita a Bormio (SO) e lì, nello storico negozio di musica COTTON CLUB mi raccontò che si esibirono i primi DE SFROOS. Ora, sapete che fenomeno è diventato DE SFROOS, e forse anche per merito di chi quella volta era lì  a vederlo e ne parlato e poi magari ne ha anche scritto: di bocca in bocca e di penna in penna può crescere qualcosa di veramente importante.  

Sul fatto poi che i cd di certi gruppi non si trovino beh, basta un po’ di buona voglia, magari sì, anche un po’ di sbattimento, qualche chilometro… e poi siamo nell’era di internet, o no??

Insomma, che Fabio continui a scrivere di nuovi gruppi emergenti sperduti per tutta Italia, con la passione di sempre.

Penso che, se faceste un sondaggio, il 90 per cento dei lettori sarebbe con lui… Volete provare???

 

Un abbraccio e un saluto.

 

Rho Mauro – Cabiate – CO

 

 

P.S. Indipendentemente dal fatto che la presente sia pubblicata o meno, vi sarei grato se giraste questa mia mail al “PUMA DI LAMBRATE” … con alcuni amici gestiamo un piccolo sito www.iltonnuto.tk

Alla pagina delle foto, tra le altre, ve ne sono alcune proprio della TREVES BLUES BAND alla festa della Birra di Misinto del luglio 2004… parlavo di passione… beh, vedere Fabio e il suo chitarrista Alex kidd in mezzo alla gente a suonare beh… è la passione allo stato puro.

 

 

 

Carissimo Mauro, innanzi tutto grazie per aver scritto alla redazione di Jam. Hai perfettamente inquadrato il discorso. Devo riconoscere che per pochi minuti ero infuriato nel leggere quelle cose..Mi sono venute in mente le migliaia di concerti degli ultimi 35 anni, le migliaia di band ascoltate su cassette e Cd, le migliaia di ore di trasmissioni per parlare e diffondere il Blues. Certo non pretendo di piacere a tutti, ma rivendico il rispetto per la mia onestà e coerenza artistica. Se uno mi dice che faccio schifo a suonare l'armonica non mi offendo davvero, ma se uno mi critica perché mi  sbatto per diffondere una musica che è la mia vita, allora mi imbufalisco. Poi ,per fortuna ,arrivano lettere belle come la tua, che mi fanno capire di non essere solo in quest'operazione di proselitismo. Quindi grazie, grazie ed ancora grazie. Ti mando questa locandina, perché da Cabiate a Mezzago non è un viaggio impossibile... se ci sei fatti riconoscere,un bibita fresca me la bevo volentieri con un amico come te...Dimmi qual è il tuo idolo musicale, così cerco tra le mie foto e te la mano al più presto...Ciao a presto FT

 

Bello davvero il sito...Quando vuoi sono più che disponibile per interviste e quant'altro....hai visto cosa ti ho inviato?Ciao grazie ancora..

 

 

 

 

 


 

IL DISCO DEL MESE/1

NEIL DIAMOND

”12 SONGS”

By Mauro

 

 

Lo inserisco nel 2006 (de sfroos): in realtà l’album è uscito sul finire del 2005, ma, non siamo mica “Paperoni” da queste parti, e ci concediamo giusto il “giusto” premio di 1 piccolo cd mensile.

Questo mese, senza dubbi e senza remore ho scelto questo splendido lavoro del buon Diamond.

Sull’operazione “nostalgia” pesa, e non poco, l’impronta del produttore del suddetto dischetto: Rick Rubin.

Rubin è lo stesso uomo che, con la serie AMERICAN RECORDINGS ha consegnato al mondo intero la leggenda dell’UOMO IN NERO, JOHHNY CASH. Rubin rispolverò il vecchio Cash e gli fece incidere una serie di dischi che ogni amante della buona musica dovrebbe avere tra le mani. In questo modo le nuove generazioni sono venute a contatto con l’icona della musica made in USA  e Cash da quell’esperienza è uscito trionfatore.

Ora Rubin ritenta la grande impresa anche con Diamond. Il nostro, nel frattempo era un po’ uscito di scena, dimenticato da molti, con lavori di notevole importanza “storica” nella sua lunga e copiosa discografia, ma ormai lontano dal “mercato”.

Nel passato sue canzoni sono state hits per altri, cito solo I’M A BELIVER per i MONKEES: sua è anche SOLITARY MAN canzone che Rubin cucì addosso a Cash in occasione di AMERICAN III – SOLITARY MAN. Forse proprio da lì nacque quel filo sottile che ora lega Rubin a Diamond.

Il risultato del binomio RUBIN-DIAMOND è questo 12 SONGS album che, per noi, europei è uscito in ritardo di qualche mese ma con due bonus tracks. Il disco è indubbiamente affascinante.

Parte con un doppio colpo al cuore che regala dolci emozioni. OH MARY e HELL YEAH sono canzoni di una bellezza estrema: la voce di Diamond espressiva e la chitarra a fare da conduttore poco o nulla di più. La scintilla scocca subito e di questo album ti innamori all’istante. Nella seconda traccia Diamond fa volare alto la sua bella voce; e proprio la voce che sale e scende rende il pezzo una piccola, indiscussa gemma.

Bella anche EVERMORE un piano ad introdurre e canzone che racconta, soprattutto, di ricordi e domande dalle difficili risposte “Ma era amore o solo illusione?”: una canzone che ha uno stile e un incedere affascinante.

Meritano una citazione anche MAN OF GOD, I’M ON TO YOU, CREATE ME  ma, credetemi, è tutto il disco che suona alla perfezione, non ci sono passi falsi, non ci sono pause.

Sembra proprio che Neil Diamond sia rinato ad una nuova vita artistica: sul BUSCA attualmente in edicola appare che, nella classifica degli incassi musicali USA del 2005,  Diamond è buon sesto!!

Di sicuro un disco così bello non se lo sarebbe aspettato nessuno dei suoi numerosissimi fans. Entra, di diritto, nella mia personale classifica dei migliori album dell’anno, mentre, le prime due canzoni del suo album si piazzano, a ruota dietro STREETS OF N.Y. di Willie Nile, come migliori composizioni.

Un disco da comprare, amare e diffondere. Suntuoso. Neil Diamond is back.

 

 



SULLE ORME DI…

THE MAMAS & THE PAPAS

by Mauro

 

Legati per sempre al successo di una canzone. Destino comune a moltissimi gruppi e/o cantanti. Così è stato per i THE MAMAS & THE PAPAS che, con la loro CALIFORNIA DREAMIN’, hanno segnato indelebilmente l’estate dell’amore “universale”.

John Phillips, la bionda e avvenente moglie Michelle Gilliam in Phillips, il canadese Denny Doherty e Mama Cass Elliott sono i THE MAMAS & THE PAPAS. Esordiscono nel 1966 con IF YOU CAN BELIVE YOUR EYES AND EARS ed è subito un successo travolgente. Vuoi per le facili armonie pop, vuoi perché è proprio l’estate dell’amore e proprio nella dolce California assolata, sarà per via dei testi, che parlano dell’estate, della forza delle passioni, della speranza, degli hippie… sarà tutto questo ma dietro vi è, ovviamente, molto di più. I nostrani Dik Dik hanno fatta loro “Sognando la California” ed anche a loro il successo ha arriso.

E’ sempre del 1966 il loro secondo lavoro: THE MAMAS & THE PAPAS. Ovviamente sull’onda travolgente dei primi due dischi il gruppo diventa già un’icona e passa dritto dritto nella leggenda nel giro di soli 12 mesi.

Nel 1967 esce THE MAMAS & THE PAPAS DELIVER album che vede molte cover e poche canzoni composte dal gruppo.

E’ del 1968 …PRESENTING THE PAPAS & THE MAMAS e già il gruppo sembra mostrare la corda. Di seguito la crisi coniugale che colpisce i Phillips non fa altro che gettare ancora più ombre sul futuro del gruppo. Nel 1970 esce HISTORIC PERFORMANCE RECORDED AT MONTEREY INTERNATIONAL POP FESTIVAL album che riprende l’esibizione allo storico festival del 1967. Quindi le strade dei quattro si dividono; nel 1970 il divorzio dei coniugi Phillips. In contemporanea iniziano le carriere solistiche dello stesso John Phillips e di Mama Cass. Nel 1971 c’è l’ultima reunion del gruppo in occasione dell’uscita di PEOPLE LIKE US, album che, segna l’ultima avventura del gruppo originale.

La Cass, trasferitasi in Inghilterra,  fa in tempo ad incidere diversi album quando, improvvisa, nel 1974 arriva la notizia della sua morte.

La bionda Michelle Gilliam intraprende la carriera di attrice mentre l’ex marito John Phillips inizia ad avere successo anche nella sua carriera solista. Anche il canadese del gruppo, Doherty, seppur con fortune alterne, intraprende la carriera solista.

Nel 1980 sull’onda della nostalgia Phillips e Doherty con altri ricostituiscono il gruppo. L’occasione è buona per fare nuovi concerti, e far riscoprire il “vecchio catalogo” dei classici alle nuove generazioni; tuttavia l’operazione non è altro che “un piatto riscaldato”. I bei tempi sono per sempre andati e il gruppo, nella sua nuova line-up nemmeno può lontanamente raggiungere le vette compositive ed esecutive dei vecchi tempi.

Resta intatto il fascino di canzoni  come (oltre, ovviamente, alla già citata California dreamin’) Monday Monday, I saw her again, Word of love, Dedicated to the one i love, e Dream a little dream (per citare solo le super-hits).

Se pensate che, da allora,  sono passati qualcosa come 40 anni capirete anche perché, chi scrive, (anche viste le recenti “tristi produzioni”) si guarda alle spalle con molta, molta “musicale nostalgia”.



 

 

 

RICORDANDO…

PHIL OCHS

19/12/1940  -   09/04/1976

 

 

foto tratta da ALLMUSIC.COM

 

Sono passati esattamente trenta anni da quel 9 aprile del 1976, giorno in cui Phil Ochs decise che la sua strada doveva finire lì.

Una carriera vissuta all’ombra di un altro grande come Dylan, i mancati riscontri commerciali, e un’inquietudine sempre più  disperata lo portarono sulla via del non ritorno.

Phil Ochs è uno dei miei preferiti, forse perché nelle sue canzoni si ritrova tutta la realtà della condizione umana, senza nessun velo, senza nessuna finzione.

Canzoni come WHEN I’M GONE, NO MORE SONGS, REHEARSALS FOR RETIREMENT sono le specchio dell’anima di un uomo, ma possono essere lo specchio dell’anima di ciascuno di noi, sono tutto e sono tutto quello che noi vogliamo possano essere per noi.

Sin dai primi album, quelli dell’epoca del folk del Greenwich Village, Ochs si è sempre schierato, si è sempre impegnato. Poi sono venuti i dischi della maturità artistica, album di una bellezza rara ma, soprattutto, pura. Lì al Village visse a contatto con tutti quei folksinger che hanno fatto la storia, come lui di quel movimento. Ma il successo, a lui, non arrise più di tanto. Non era Dylan, pronto a sacrificare l’idea iniziale per il fine.

Così è rimasto all’ombra di tanti, troppi, “eroi di plastica”.

Ma i suoi amici, come Eric Andersen, per citare quello a lui più legato, mai l’hanno dimenticato. Le sue canzoni vivono oggi ancor più di ieri di una luce propria, intensa bella e trasparente.

All’epoca dell’uscita di REHEARSALS FOR RETIREMENT (1969) fece scalpore la sua scelta di mostrare in copertina una lapide, la sua, come in una sorta di profetica visione:  in quel periodo una forte dipendenza dall’alcol iniziò a segnarne un declino artistico irrimediabile.

Se mai ne avrete la fortuna, ascoltate proprio REHEARSALS FOR RETIREMENT. L’intro di piano risuonerà nelle vostre stanze e la sua voce vi colpirà, così come le sue liriche, che parlano di ritiro dalle scene, in senso letterale ma che nascondono, ovviamente, un risvolto umano ben più preciso.

Era un grande artista Phil Ochs. Ora, trenta anni dopo la sua morte è vivo nella memoria di chi, ascoltando le sue canzoni, prova autentiche emozioni.

 

REHEARSALS FOR RETIREMENT

 

The days grow longer for smaller prizes
I feel a stranger to all surprises
You can have them I don't
want them
I wear a different kind of garment
In my rehearsals for retirement

The lights are cold again they dance below me
I turn to old friends they do not know me
All but the beggar he remembers
I put a penny down for payment
In my rehearsals for retirement

Had I known the end would end in laughter
I tell my daughter it doesn't matter

The stage is tainted with empty voices
The ladies painted they have no choices
I take my colors from the stable
They lie in tatters by the tournament
In my rehearsals for retirement

Where are the armies who killed a country
And turned a strong man into a baby
Now comes the rabble they are welcome
I wait in anger and amusement
In my rehearsals for retirement

Had I known the end would end in laughter
Still I tell my daughter that it doesn't matter

Farewell my own true love, farewell my fancy
Are you still owin' me love, though you failed me
But one last gesture for her pleasure
I'll paint your memory on the monument
In my rehearsals for retirement

 

 

 

 


 

 

I MIGLIORI DEL 2006
(SINORA)

By Mauro

 

 

1)    WILLIE NILE – STREETS OF NEW YORK

2)    NEIL DIAMOND – 12 SONGS

3)    VINICIO CAPOSSELA – OVUNQUE PROTEGGI

4)    PACIFICO – DOLCI FRUTTI TROPICALI

 

 

SONO ATTESI…

Andrea Parodi – data da definire – SOLDATI l’album più a lungo atteso… in arrivo.

Bruce Springsteen – 24/04/2006 (un nuovo lavoro sulle canzoni di Pete Seeger).

Mark Knopfler & Hammilou Harris – fine aprile – un duo d’eccezione per un lavoro che promette bene!

Stefano Barotti – da definire – un nostro beniamino alla seconda prova. Attesissimo.

 

 

 

  


 


 da INTERNET:    STRUMENTI  MUSICALI
by FaZ

 

Il Clarinetto

 

 

(Da Wikipedia, l'enciclopedia libera)

 

Il clarinetto è uno strumento musicale a fiato ad ancia semplice appartenente alla famiglia dei legni.

Il suono del clarinetto è limpido e grintoso. Nella sua estensione si divide in diversi registri, ognuno con le proprie particolarità. Il registro grave è dolce, vellutato e malinconico, quello centrale è goliardico e allegro mentre quello acuto è chiaro e cristallino.

Il clarinetto è costituito da una camera cilindrica alla cui estremità superiore c'è il bocchino e a quella inferiore una svasatura a campana. Il legno utilizzato per costruire il clarinetto è in prevalenza l'ebano che gli conferisce il caratteristico colore nero. Sul clarinetto sono presenti ventiquattro fori di dimensioni differenti. Sette fori, di cui sei circondati da anelli, vengono chiusi dalle dita, gli altri vengono chiusi dai cuscinetti azionati dalle diciotto chiavi o dagli anelli. Il clarinetto è diviso in cinque parti unite ad incastro con guarnizioni in sughero che svolgono funzioni diverse. Partendo dall'alto c'è il bocchino, corredato di ancia e fascetta, che serve a produrre le vibrazioni sonore. Segue il barilotto che fa risuonare le vibrazioni. Poi c'è la parte centrale costituita dal corpo superiore e quello inferiore. Su queste due parti ci sono i fori, le chiavi e gli anelli e, mediante impostazione delle dita, le vibrazioni vengono modellate per ottenere i suoni desiderati. Lo strumento termina con la campana che dà ulteriore risonanza ai suoni.  Il suo ingresso in orchestra è avvenuto solo alla fine del 1700 per merito di Mozart, che ne intuì l'originalità del timbro e le risorse tecniche.

 

I generi

Grazie alle doti espressive e tecniche, il clarinetto è presente in vari generi musicali. È ampiamente presente in musica classica dove si trova prevalentemente in orchestra. Qui svolge un ruolo di accompagnamento e spesso gli vengono affidate parti a solo.

Copiosa è la produzione di musica da camera che vede il clarinetto in molteplici formazioni. Il clarinetto è molto usato nelle bande musicali in cui riveste un ruolo pari a quello dei violini in orchestra. Nel genere jazz è utilizzato nelle orchestre e come strumento solista. Nella musica popolare si distingue per la tecnica brillante.

 

La famiglia

Esistono diversi tipi di clarinetti, differenti per intonazione. Questi strumenti formano una vera e propria famiglia composta dai seguenti tipi di clarinetto: soprano in La bemolle (noto come "sestino"); soprano in Mi bemolle; soprano in Do, soprano in Si bemolle; soprano in La; contralto in Fa (noto come corno di bassetto); contralto in Mi bemolle; basso in Si bemolle; contrabbasso in Si bemolle. Genericamente, quando si parla di clarinetto, si sottintende il registro facendo implicito riferimento al clarinetto soprano in Si bemolle, il più utilizzato.

Data la sua vastità, la famiglia dei clarinetti ricopre una grande estensione.

Le potenzialità della famiglia del clarinetto vengono sfruttate sopratutto in orchestra.

 

La storia

Lo strumento più antico che adotta il principio dell'ancia semplice è il memet egiziano, costituito da una coppia di canne e conosciuto dal 2700 AC. Esistono vari tipi di strumenti che adottano questo principio tra cui le launeddas sarde, conosciute dal 900 AC. Sullo stesso principio si basa lo chalumeau, il predecessore del clarinetto, costituito da un tubo cilindrico di canna alla cui parte superiore c'era un'incisione fatta per ricavare l'ancia.

 Il termine clarinetto appare per la prima volta nel 1732 nel "Musicalishes Lexicon" di Johan Gottfried Walther in cui è scritto: "Sentito a distanza, esso suona piuttosto come una tromba". Ciò spiega il nome clarinetto derivato da clarino, termine oggigiorno utilizzato impropriamente, che indica uno strumento appartenente alla famiglia delle trombe.

 Lo sviluppo del clarinetto continua nel 1740 quando Jacob Denner (figlio di Joahnn Christian) aggiunse al clarinetto la terza chiave, portando lo strumento all'estensione attuale. Nei decenni successivi diversi artigiani hanno fatto tentativi per migliorare lo strumento, senza ottenere risultati rilevanti. Un passo importante è stato fatto da Ivan Müller.

Nonostante ciò il clarinetto di Müller ha posto le basi al clarinetto tedesco.

Questo strumento era facile da gestire e dava la possibilità di suonare in tutte le tonalità. Fu Klosé stesso ad esibirlo per la prima volta a Parigi nel 1839. Oggi è il tipo di clarinetto più diffuso.

 

 

 


 

 


 

NEL PROSSIMO NUMERO:

 

APRILE CI CONSEGNA LAVORI IMPORTANTI… VEDREMO CHI LA SPUNTERA’…
 POI C’E’ JAMES TALLEY, DA SCOPRIRE O RISCOPRIRE.

 E BUONE NUOVE COSE DA FaZ e IVANO

 

 

QUESTO NUMERO DEL TONNUTO E’ STATO CHIUSO IN REDAZIONE ALLE   

 ORE 18,50   DEL 10/04/2006

 

 

 

 

 

HANNO FATTIVAMENTE COLLABORATO A QUESTO NUMERO (E NOI LO RINGRAZIAMO) :

 

IL PORCELLINO D’INDIA RINGHIO

L’INDISPENSABILE AIUTO DEL GRANDE AMICO  FAZ

IL NOSTRO NUOVO “SOCIO” IVANO

 

CIAO RAGAZ!!

 

 

SE AVETE MATERIALE CHE VOLETE PUBBLICARE…

SE AVETE UN CANTATE PREFERITO DI CUI PARLERE…

SE VOLETE SAPERNE DI PIU’ SU QUALCHE ARGOMENTO…

 

IL NOSTRO NUOVO INDIRIZZO E’  [email protected]

 

 

SCRIVETECI ! ! !