IL TONNUTO©

PERIODICO D’ACQUA DOLCE -ANNO VI -  n° 50  MAGGIO 2005

   


Questo farcitissimo numero contiene:

CINQUANTONNO!!!!

MONDO RINGHIO!    EDITORIALE

BRUCE SPRINGSTEEN  “DEVILS & DUST”

KELLY JOE PHELPS  “TAP THE RED CANE WHIRLWIND”

MERCANTI DI LIQUORE  “CHE TE NE FAI DI UN TITOLO”

 BACCINI, DOLCENERA E… IL PIRATA

I MIGLIORI DEL 2005… SINORA  by MAURO

LUCINDA WILLIAMS   by FaZ

ZACHARY RICHARD  by FaZ

Curiosità:    Strane domande …e risposte... possibili..  by FaZ

20-30 maggio 2005: Invito per  la musica di "A força da partilha" ONLUS

 


CINQUANTONNO!!!!!!!

 

Cari amici,

è con viva soddisfazione che vi proponiamo il 50° numero del TONNUTO.

E’ un traguardo che, all’inizio, non potevamo sinceramente immaginare.

Nel corso di questi 5 anni parecchie cose sono cambiate; di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia e c’è chi ci ha lasciato e chi di nuovo s’è aggiunto.

La vita è naturalmente poco statica, e anche quando sembra che nulla è cambiato, invero il cambiamento c’è stato.

La nostra “fanzine” per esempio ha letteralmente cambiato pelle; dai primi numeri in cui si narrava di tutto e tanto di sentimenti ad oggi in cui, “purtroppo”, si parla quasi solo di musica. Ho aggiunto un “purtroppo” perché, in fondo, era di sentimenti e di storie che si doveva riempire la pagina bianca che ho di fronte… ma  si sa… la gente è ben poco propensa a dettare le proprie esperienze, idee, sentimenti ecc. ecc.

La chiamano privacy, la chiamano riservatezza, la chiamano timidezza, a volte anche pigrizia ma, non credo sia solo questo.

Penso, invece, che non ci sia l’interesse a capire chi si è veramente, cosa si vuole e da che parte si sta andando. Farsi troppe domande sul futuro o scomodare “fantasmi” passati per avere una dritta sulla via da seguire può, a volte, essere doloroso.

Diceva una volta un tizio che se la vita ti prende a calci nel culo allora è il caso di correre più forte.

Tagliamo il 50° traguardo in un inizio 2005 che ha visto la scomparsa di un Papa che, al di là del credo religioso di ognuno era Uomo tenace e veramente grande;  abbiamo tutti visto la croce del Cristo nella sua ostinata resistenza alla sofferenza degli ultimi tempi. Ecco, un pezzo del nostro passato se n’è andato con lui e questo ci porta uno sconforto nel profondo perché è come perdere realmente una parte del nostro “io del passato”. La benedizione di questo Grande Uomo arrivò in chiesa il giorno del nostro matrimonio… ed abbiamo conservato quotidiani e riviste di questi giorni perché domani vorremmo raccontare al piccolo Valentino anche la storia di questo Uomo di Fede.

Dopo 50 numeri ancora, con l’amico FaZ abbiam voglia di raccontare… contiamo sempre su di voi, amici.

Ci e Vi auguriamo ancora parecchi numeri… CINQUANTONNO è bello CENTONNO, forse di più.


MONDO RINGHIO!

EDITORIALE 
A CURA DI

I 50 NUMERI DEL TONNO!!!

 Cari amici ben trovati …

Che dirvi; il BOSS si è appropriato, questo mese anche del mio spazio, lasciandomi, quindi con ben poche righe di autonomia.

Bastano, tuttavia, per rendervi edotti sulla mia felicità per essere giunto al traguardo del 50° numero ancora al mio posto di EDITORIALISTA  del TONNO.

Sono arrivato(nel 2002) ad opera già avviata… e di fatti da allora ve ne ho raccontati pure io… e, a modo mio.

Sia chiaro (de la puta madre) che non intendo mollare il timone di questo mensile anche se, ammetto, mi han cercato quelli di PANORAMA e pure l’OGGI. Ho dovuto fare un enorme sforzo per non ascoltare le sirene provenienti da quelle “autorevoli” testate… Ma alla fine ho deciso di restare.

E per dirvi di questi mesi in cui di cose ne son successe, ormai, lo spazio e troppo poco… mi han promesso il doppio per il mese prossimo, dunque è a quello che vi rimando… a meno che … non vada all’ESPRESSO!!!!

Ciao Ragaz!!! Alla prossima.

 


 

IL DISCO DEL MESE/1  

BRUCE SPRINGSTEEN

 “DEVILS & DUST”

by Mauro

Sono sincero e ammetto che non sono tra i fans “storici” di Springsteen.

Il suo rock, confesso, non mi ha mai appassionato.

Almeno fino al momento in cui  ho ricevuto in copia il lavoro che precedeva questo nuovo album, ossia THE RISING datato 2002. Quell’album era veramente molto bello e ha contribuito in maniera notevole ad avvicinarmi anche ai lavori precedenti del BOSS.

Una discografia sterminata e ricca di autentici capolavori.

Ma se la maggior parte dei lavori risulta essere composta da rock pulsante ed allo stato puro di cui BORN TO RUN può essere il classico esempio, l’album che alla fine mi ha fatto maggior impressione è stato THE GOSTH OF TOM JOAD (1995) disco asciutto, acustico e ridotto all’osso, come  NEBRASKA che nel 1982 segnò il primo passo “acustico” del nostro. Dischi che seguono chiaramente l’esempio di Woodie Guthrie, il sommo maestro dei singer-songwriter a stelle e strisce; dischi, questi due, pieni di storie appena sussurrate, che possono apparir pallose solo se hai orecchie solo per canzoni come BORN TO RUN o BORN IN THE U.S.A..

Chitarra, armonica, voce e a volte poco più per tratteggiare storie di ordinaria amministrazione, di vita quotidiana, e quotidiana disperazione… dischi, NEBRASKA  e THE GOST OF TOM JOAD, lontani mille  miglia da album che, come BORN TO RUN (75) e BORN IN THE U.S.A.(84) ne hanno creato la fama di rockstar mondiale.

Dunque ho preso ad amare questi due dischi semi-acustici e qualche canzone (THE RIVER) tra quelle degli altri album; ho abbracciato il suo lato più cantautorale… alla GUTHRIE,  insomma.

Non racconto quindi di Springsteen rock-star, ma del songwriter che  riesce a tirar fuori storie semplici e di grande efficacia pur senza l’ausilio della sua famosissima E-STREET BAND.

Questa la dovuta premessa che sta alla base di tutto.

Le anticipazioni del nuovo album DEVILS & DUST raccontavano di un lavoro concepito proprio dieci anni fa, all’epoca del TOM JOAD; e di conseguenza si è anche parlato di un ideale continuazione di quel lavoro.

Così mi sono avviato verso l’ascolto del nuovo lavoro con molta curiosità.

E la curiosità è stata premiata dal risultato del prodotto. Dodici canzoni e non una da buttare. Dodici racconti sui temi più disparati; dalla disperazione tutta “americana” per il momento storico che sta attraversando la “pre”potenza mondiale evocata nella canzone che dà il titolo all’album sino al Gesù tratteggiato a tinte “umane” di JESUS WAS AN ONLY SON, dalla storia del figlio e del cavallo in SILVER PALOMINO per finire con la gravidanza poetica di LONG TIME COMIN’.

Un disco bello ragazzi; poco importa che qua e là (proprio in LONG TIME COMIN’) si odano echi di ritornelli già sentiti nei dischi del BOSS:questo DEVILS & DUST pur non essendo proprio così acustico com’era stato presentato è proprio un gran bel disco.

Queste nel dettaglio le dodici canzoni:

1)     DEVILS & DUST

2)     ALL THE WAY HOME

3)     RENO

4)     LONG TIME COMIN’

5)     BLACK COWBOYS

6)     MARIA’S BED

7)     SILVER PALOMINO

8)     JESUS WAS AN ONLY SON

9)     LEAH

10) THE HITTER

11) ALL I’M THINKIN’ABOUT

12) MATAMOROS BANK

 

Tutte le dodici canzoni sono scritte dal BOSS di proprio pugno.

In alcune tracce, segnatamente 4 e 6 troviamo un po’ di E-STREET BAND con Soozie Tyrell al violino e, sempre in LONG TIME COMIN’ anche Danny Federici alle tastiere.

In conclusione DEVILS & DUST è uno di quei dischi che, a fine anno, finiscono nella classifica dei migliori. Senza dubbio.


 


 

IL DISCO DEL MESE/2  

KELLY JOE PHELPS

 “TAP THE RED CANE WHIRLWIND”

by Mauro

 

Quella di Kelly Joe Phelps è stata una vera e propria scoperta da un milione di dollari!!!

In un vecchio live di Townes Van Zandt (LIVE AT McCABE’S) un giovanissimo Kelly Joe accompagnava al dobro il buon Van Zandt nelle ultime due canzoni.

Di lì il nome, poi la curiosità ci ha fatto avvicinare all’opera di questo ragazzo che, dati alla mano, vanta già con cinque album all’attivo una discografia di tutto rispetto.

Phelps si muove a suo agio tra un rock venato di blues, ma è anche abile songwriter, ed i testi delle sue canzoni sono lì a dimostrarlo.

Questo disco che andiamo a considerare è il primo live della sua carriera. Quello che lo rende assolutamente “importante” è il fatto che è un live acustico nel quale troviamo Kelly Joe da solo con la sua chitarra e null’altro. L’operazione, a livello commerciale, è invero assai rischiosa; infatti non è un caso che siano pochi, ben pochi, i musicisti che abbiano sfidato il mercato con un live completamente acustico; quei pochi hanno  nomi illustri… Neil Young con uno splendido cd come SILVER & GOLD… Bob Dylan con il suo UNPLUGGED, Eric Clapton sempre UNPLUGGED, e ultimo, ma non ultimo il nostro amato Warren Haynes con il suo LIVE AT BONNAROO.

Il rischio di annoiare è chiaro, esiste; qui conta quello che sai fare con l’attrezzo e, non è un caso, i nomi di prima corrispondono a gente che ha scritto la storia della musica “homemade”.

Phelps non si dimostra da meno ed in poco meno di settanta minuti di musica dimostra tutto quanto il suo valore.

Nove canzoni, due le cover, HARD TIME KILLIN’ FLOOR BLUES di Nehemian Skip James e I AM THE LIGHT OF THE WORLD del Reverendo Gary Davis.

Il resto è tutta farina del suo sacco. Canzoni che sono gia pezzi di storia del suo repertorio (nessun inedito)… titoli come NOT SO FAR TO GO, JERICHO, FLEASHINE, CARDBOARD BOX OF BATTERIES, GOLD TOOTH, WAITING FOR MARTY e, sopra tutte le altre, quella che personalmente amo di più, TOMMY, una canzone stupenda.

Altra particolarità del live è data dal luogo in cui lo stesso è stato (parzialmente) registrato; ossia il medesimo McCabe’s del live di Van Zandt, in quel di Santa Monica, California.

Il McCabe’e è un piccolo negozietto di strumenti musicali che, ha avuto l’onore di ospitare artisti di assoluto valore tra i quali, oltre a Van Zandt, il nostro Andersen e Steve Earle.

Il piccolo auditorium del negozio, che può ospitare non più di cento persone, è diventato un luogo di culto per gli amanti della musica d’autore.

Ritornando a  TAP THE RED CANE WHIRLWIND,  alla fine dell’ascolto non si può che essere pienamente soddisfatti. Kelly Joe convince in pieno; la sua tecnica chitarristica è ottima e la sua tecnica finger-picking è stretta parente di quella, certo più matura, dell’ultimo Van Zandt.

Va da sé che non è un disco per tutti i palati; in alcune canzoni le parti strumentali sono tirate alla lunga, e non annoiano solo se le si apprezza per quello che nascondono; piccole gemme di bravura artistica.

Da sola, la già citata TOMMY vale l’acquisto dell’album; una ballata dai toni assolutamente intimistici che narra appunto delle tristi vicende del medesimo. Una canzone da dieci che, con lode, mi fa dire che questo è un grande disco e che Kelly Joe è un grande autore. Assolutamente da scoprire.

 


   

IL DISCO DEL MESE/3  

MERCANTI DI LIQUORE

 “CHE TE NE FAI DI UN TITOLO”

by Mauro

 

La sorpresa della primavera ce l’han fatta i MERCANTI DI LIQUORE che, inattesi, sono usciti con la loro quarta opera musicale. Dopo il capitolo di SPUTI registrato con Marco Paolini, disco bello, ma non convincente fino in fondo, ecco che i nostri tre Mercanti han ripreso la retta via. Quella, per intenderci, che portò al loro secondo disco LA MUSICA DEI POVERI che era ed è un autentico capolavoro; con le sue  quattordici canzoni  tutte belle, niente da buttare.

Ora questo nuovo CHE TE FAI DI UN TITOLO che propone 9 tracce 9 e tutte quante sopra la media. Gran bel disco amici. Sappiamo pure d’essere di parte perché i MERCANTI  sono da anni tra i nostri preferiti, ma credeteci… se avete quei 15, 16 euro da investire in musica questo mese… beh, andate sui MERCANTI che andate sul sicuro.

In questo album oltre ai nostri tre Monguzzi, Mucilli e Spreafico, vi è un lunghissimo elenco di musicisti ospiti.

In L’ITALIA ritorna la collaborazione con Paolini il quale, però,  limita al minimo la propria partecipazione.

In NON SIAMO MAI STATI SULLA LUNA che apre il disco la strumentazione solitamente limitata a chitarre e fisa si arricchisce con la presenza di viole e archi.

Come sempre l’ironia fa la sua seria parte nei testi… così in LA SEMI-AUTOMATICA si narra “(…) poi gli sparò. Sentì click … porca troia;  la pistola era scarica(…)”

Senza dubbio un gradino sopra le altre, nel mio personalissimo giudizio, la bellissima NELLA CHIESA DI BELLUSCO dove viene narrata una vicenda dei tempi della seconda guerra mondiale, delle Essesse e dell’occupazione; sul tappeto sonoro dolcemente steso si racconta di una vicenda che, potrebbe anche essere realmente accaduta.

Pacata L’UOMO CHE NON DORME MAI, mentre  la chiusura con HUNTSVILLE ci porta nel Texas, narrandoci la storia di un Ranger che ha l’ingrato compito di “abbassare la leva  e mettere fine alle discussioni”… si parla, ovvio, di esecuzioni.

Un gran bel disco che non fa altro che confermare i nostri come un grande gruppo! Bravi!!

BACCINI, DOLCENERA E… IL PIRATA

 

Amici, forse qualcuno tra voi avrà letto, seguito, o semplicemente sentito della questione sorta in seno alla trasmissione MUSIC FARM che ha coinvolto Francesco Baccini, innamoratosi, pare, perdutamente della sensuale Dolcenera.

Baccini, il SuperBacc è da sempre uno dei nostri preferiti, uno di quelli che, nonostante l’”oscurantismo” a cui è stato spesso confinato, ci ha sempre regalato emozioni con i suoi dischi.

Ebbene ora, dopo l’esperienza della FARM di cui vi narrerò con dovizia e precisione sul prox TONNO, SuperBacc esce con un nuovo disco di inediti dal titolo “…STASERA TEATRO”

Nel disco 10 nuove canzoni… nel prox numero tutta la recensione del disco, ora solo il tempo di segnalarvi IN FUGA, canzone che il nostro dedica a Pantani e che, è una di quelle canzoni da pelle d’oca, una  di quelle che lasciano il segno.

Nella mia personale classifica mensile troverete il nuovo di Baccini secondo solo dietro al De Sfroos…

Il Bacc è tornato e l’ha fatto con un grande, grandissimo disco.

Alla prossima per ogni dettaglio.

 

 


 

I MIGLIORI DEL 2005… SINORA

By MAURO

 

1)   DAVIDE VAN DE SFROOS – AKUADUULZA

2)   FRANCESCO BACCINI – STASERA TEATRO

3)   BRUCE SPRINGSTEEN – DEVILS & DUST

4)   KELLY JOE PHELPS – TAP THE REAL CANE WHIRLWIND*

5)   MERCANTI DI LIQUORE – CHE TE NE FAI DI UN TITOLO

6)   SONNY LANDRETH – GRANT STREET

7)   GREG BROWN – IN THE HILLS OF CALIFORNIA**

8)   JOHN MELLENCAMP – WORDS & MUSIC

 

   

 

 


Musiche dal sud degli U.S.A.
Artisti Folk & Blues

 

Lucinda Williams

by FaZ

   

Nata a Lake Charles, Louisiana, il 26 gennaio 1953 in una famiglia benestante, il padre è il poeta Miller Williams, critico e professore d'inglese; la madre è una pianista di talento.

 Lucinda è cantante autrice dei suoi testi  e chitarrista. 

Fa ormai parte dei migliori songwriters americani e la sua popolarità è in fase crescente.  Dopo che le sue canzoni sono diventate cover di famosi cantanti, vedi  Changed the Locks usata da Tom Petty o  Passionate Kisses  rifatta da Mary Chapin Carpenter o The Night's Too Long  che Patti Loveless ha portato al successo in 10 paesi ,  Lucinda Williams è passata da cantante cult  ad esecutrice di più largo pubblico. Anche Daniel Lanois ha prodotto per Emmylou Harris la cover di Sweet Old World una delle canzoni migliori degli ultimi anni.

Le influenze musicali del Williams sono vaste e varie.

Ma andiamo con ordine.

Nel 1965 ha la prima lezione di chitarra e impara sulle musiche di Dylan e Joan Baez.

Non segue molte lezioni ma preferisce giocare con la chitarra ascoltando e ripetendo in continuazione le musiche preferite. Nel 1970 suonando sulla spiaggia con amici guadagna i primi soldi.

Nel 1978 fa la prima registrazione per Folkways ed incide "Ramblin' on my mind" una raccolta di pezzi blues tradizionali e country standard. L’anno dopo registra "Happy woman blues" contenente pezzi originali. Passeranno otto anni, e siamo quindi nel 1988, quando rientra in sala di incisione per un album che porta il suo nome contenente il brano "Passionate kisses" che riceverà un Grammy nell'interpretazione di Mary Chapin Carpenter.

Seguono, nel 1992, "Sweet old world", 1998 "Car wheels on a gravel road", prodotto da Roy Bittan e Steve Earle, che vale alla ragazza un altro meritato Grammy Award e l'unanime consenso da parte di pubblico e critica.  Entra in molte classifiche top 10.

Segue, nel 2001 "Essence" , un album tranquillo e riflessivo rispetto agli altri già incisi.

Con questo album vince un Grammy per miglior voce rock femminile e la rivista Time la elegge miglior songwriter del 2002 . Anche Rolling Stone ha grandi valutazioni per quest’album.

Infine l’ultimo nato "World without tears" del 2003, prodotto da Mark Howard, tecnico del suono che in passato ha collaborato con Dylan e gli U2.

 

I suoi testi raccontano di realtà sociali come l'abuso dei minori, la pena di morte, ma soprattutto la nostra si becca la nomea di cantautrice di "cuori infranti", vista l'inesauribile vena poetica espressa in questo settore.

Lucinda ha uno stile che tende a concentrare l'attenzione sulle parole delle sue canzoni.

La sua carriera è comunque influenzata molto dal ritmo blues. Alterna ballate lente a canzoni emotive con la dolce voce che ha.  Suoni semplici ma che toccano.


 DISCOGRAFIA ESSENZIALE:

RAMBLIN' ON MY MIND - 1979, Smithsonian/Folkways
HAPPY WOMAN BLUES - 1980, Smithsonian/Folkways
LUCINDA WILLIAMS - 1988, Rough Trade
SWEET OLD WORLD - 1992, Chameleon
CAR WHEELS ON A GRAVEL ROAD - 1998, Mercury
ESSENCE - 2001, Lost Highway/Universal
WORLD WITHOUT TEARS - 2003, Lost Highway/Universal

 Sito ufficiale:                http://www.lucindawilliams.com/home.html

 

 


 

Musiche dal sud degli U.S.A.
IL SOUND DELLE PALUDI

 

ZACHARY RICHARD

by FaZ

 

 

Cantante, fisarmonicista, poeta, compositore di canzoni tra tradizione e modernità,  è nato e cresciuto in Louisiana. La sua musica contiene tutte le principali influenze della sua terra: cajun anzitutto, sentito come l’espressione piu’ genuina dell’etnia francofona a cui l’artista appartiene, ma anche zydeco, rythm’n’ blues di New Orleans oltre a rock’n’roll.

Ricorda in alcune canzoni Willy DeVille. Non è un caso quindi che nella sua band sia passato Freddy Koella, il grande chitarrista di Willy DeVille. Inoltre anche il bravo Sonny Landreth, che in seguito si unì alla band di John Hiatt suonò con Zachary Richard.

Dopo un esordio discografico di impronta marcatamente rock, Zachary reinventa il proprio stile contaminandolo con il “sound delle paludi”, salvo poi spostarsi in Canada dove incide vari albums di successo cantati in francese, come “Allon dancer” e “Vent d’etè”.

Spirito inquieto e costantemente alla ricerca di nuovi stimoli artistici, Richard sviluppa negli anni più recenti un linguaggio personalissimo nel quale abbandona ogni riferimento diretto alla tradizione ma cerca una vena cantautorale nuova, più raffinata e moderna.

Alcuni suoi più famosi successi sono “Cap enragè e “Coeur fedele” album di grande spessore che sono il risultato del nuovo brillante corso musicale intrapreso dall’artista.
Grazie anche a lui, negli USA e nel mondo, ci si ricorda ancora della realtà di un popolo, i cajun della Luoisiana, tenacemente impegnati a conservare la propria identità culturale nell’epoca della globalizzazione, in cui tutto pare ormai destinato a omologarsi a modelli standardizzati.


Cronologicamente, dal 1976 al 1981, Zachary vive a Montreal, registrando 7 album in lingua francese.  Poi torna in Louisiana ad inizia un altra fase registrando in inglese. Porta in giro la sua musica ed ha un certo seguito di pubblico. Nel 1995 torna però a cantare nella lingua natia, il francese, girando per il Canada e la Francia. Scrive anche varie poesie in questa lingua.
E’ membro fondatore di Action Cadienne un’organizzazione che cerca di mantenere vivo il francese nei luoghi cajun. Ha anche realizzato documentari per la TV sul suo popolo.

 

DISCOGRAFIA

Coeur Fidèle                                            Registrato agli  Studio La Frette, Parigi nel 1999

Silver Jubilee: The Best of Zachary Richard                     

Travailler C'est Trop Dur - Anthologie 1976-1999

Cap Enragé

Snake Bite Love

Women in the Room

Mardi Gras Mambo

Zack's Bon Ton

Looking Back

Zack Attack

Vent d'Eté

Live in Montreal                

Allon Danser                                     

Migration                                           

Mardi Gras                                        

Bayou des Mystères                              Registrato a Studio in the Country, Bogalusa, Louisiana, primavera 1976

 


 

Se siete interessati a notizie e dati sul popolo e tradizione Cajun,   vi riporto qui di seguito alcune risposte che Zachary ha rilasciato ad un giornalista:

 

ZR: Ci sono approssimativamente 250.000 persone che parlano il francese in Louisiana, di cui la maggioranza ha più di 60 anni. La mia generazione si può considerare la “generazione perduta”. I nostri genitori, la cui prima lingua era il francese, a causa di una varietà di influenze culturali non parlavano ai loro figli (la mia generazione) in francese. Oggi vi è un interesse rinnovato a proposito di questo genere di linguaggio tra i genitori della mia età o più giovani.

 

 ZR: Non sono mai stato un musicista “tradizionale”, nel senso che non ho mai cercato di interpretare unicamente delle canzoni create dalle generazioni precedenti. Il mio interesse verso la musica cajun è epidermico ed ha molto a che fare con il mio senso d’identità. Quello che mi interessava della musica in se stessa era la possibilità di creare una nuova interpretazione, che ultimamente mi ha portato al tentativo di mischiare il cajun con altri stili musicali. Apprezzo e vengo influenzato da una miriade di generi musicali e non ho mai cercato di indirizzare verso uno stile specifico le mie composizioni. Al contrario ho sempre cercato di creare qualcosa di nuovo.

 ZR: La forza del linguaggio nella diffusione di una cultura non può essere sottovalutata. Infatti per un cantautore come me la questione del linguaggio è fondamentale. Scegliendo di scrivere in francese mi sono naturalmente avvicinato al pubblico francofono. Anche in Louisiana i miei ultimi dischi in francese, i più venduti della mia carriera, rimangono relativamente sconosciuti. Le stazioni radio della Louisiana che trasmettono musica in francese sono riluttanti a suonare la mia musica , in quanto questa si discosta per la maggior parte dalla tradizione, ed il fatto di cantare in francese mi preclude dall’essere trasmesso dalle radio americane. Quando “Cap enragè” fu registrato, venne proposto a diverse compagnie discografiche americane; quasi tutte si mostrarono interessate, ma nessuna si sentiva pronta ad investire in un disco in lingua francese. “Traducilo in inglese” dicevano tutti, ed era una cosa che non mi sentivo ispirato a fare. D’altra parte sto preparando un nuovo disco in lingua inglese.

 ZR: Ci sono canzoni con un contenuto sociale di cui sono particolarmente fiero: “Reveille” è la prima. Anche “No French no more” e “Sunset on Louisiana” sono particolarmente importanti per me. Mi piace pensare che le mie canzoni possano avere un’influenza positiva sul modo in cui la gente percepisce i problemi, siano essi sociali o meno. Detto questo, non mi sono mai seduto a scrivere con l’intenzione dichiarata di mandare un messaggio. Prima deve esserci l’ispirazione.

 ZR: I dischi più rappresentativi della mia evoluzione musicale: Bayou des mysteres -Live in Montreal - Zack’s bon ton -Women in the room- Snake bite love - Cap enragé
 
Parallelamente al tuo impegno di musicista hai sviluppato anche un’attività di talent scout e produttore, scoprendo negli anni ottanta un eccellente gruppo come Les Freres Michot. Esistono attualmente in Canada e in Louisiana delle giovani band che vorresti produrre?
 ZR: Sono stato contento di produrre Les Freres Michot ed il primo album di Steve Riley and the Mamou Playboys. A quel tempo era una sfida per vedere cosa potevo tirare fuori dal mio studio di casa e come potevo collaborare con dei musicisti che, sentivo, avevano talento. Tuttavia, non sono un produttore e non ho nessuna ambizione di diventarlo.
 
 ZR: Ho iniziato come cantautore con “High Time” e “Bayou des mysteres”. Negli ’80, quando sono tornato alla Louisiana, mi sono immerso nella sua musica e sono stato associato a generi ballabili quali cajun-zydeco-ibrido rock. L’energia con cui suonavo dal vivo ha portato ad una mia caratterizzazione che evidenziava la performance energica a scapito della composizione. Negli ultimi dieci anni, tuttavia, sono riuscito a caratterizzarmi per il songwriting molto di più. Mi sembra un progresso naturale.



Curiosità

Strane domande …e risposte... possibili..

by FaZ

 

Le ho trovate curiose ed interessanti.

Quindi ve le propongo.

 

1) Chi è padre di Qui Quo e Qua?

sono figli della sorella gemella di Paperino, Della Duck, che spedisce i pargoli dal fratello dopo che le tre pesti hanno fatto scoppiare un petardo sotto la sedia del padre. Chi sia il padre resta però un mistero. Alcuni dei più anziani disegnatori Disney sostengono che potrebbe trattarsi di un fratello di Daisy Duck, Paperina, e spiegano così la ragione per cui i 3 paperi la chiamino zia.

Per saperne di più… http://victorian.fortunecity.com/palace/439/characters/della.html

 

2) Chi ha inventato il telecomando?

Nasce nel 1956 come "space command", fu ideato dalla Zenith. Pensato dal fondatore ed allora presidente Eugene McDonald, e realizzato da Robert Adler, principalmente per evitare la pubblicità (realizzato senza batterie). Fu realizzato anche a filo, collegato direttamente al televisore.

 

3) Perchè si dice che i nobili abbiano il sangue blu?

Dato che i nobili non si esponevano mai direttamente ai raggi solari, la loro pelle era bianchissima e quindi le vene risaltavano in maniera considerevole. Questo era un segnale forte di appartenenza ad un ceto sociale elevato e infatti si usava anche "ripassare" dette vene con una matita azzurrina, per sottolineare tale caratteristica.

 

4) In acqua si suda?

La sudorazione è data da tutte le materie che non sono utili per il nostro organismo per questo vengono espulse dalle ghiandole suporifere.La temperatura del nostro corpo è in media di 37°C ma questa può anche aumentare attraverso la febbre. Anche in acqua si può sudare ma noi di certo non ce ne accorgiamo o a volte capita che questa evapori.

 

Queste 2 invece cercate voi di trovare la risposta giusta:

5) Perchè i pinguini dondolano?

- perchè hanno freddo hai piedi ed allora cercano di posarne a terra solo uno alla volta

- perché in questo modo risparmiano le energie; infatti tale movimento permette loro di sfruttare la spinta fornita dal movimento discendente per impostare il passo successivo.

- se non avessimo le ginocchia camminando dondoleremmo anche noi!!!

 

6) Come fa ad uscire a righe il dentifricio?

 - generalmente i denti li lavi la mattina o la sera quindi?? il tuo dentifricio e in pigiama!!!

 - e' molto più semplice del previsto: prova a tagliare un tubetto di dentifricio a strisce,e vedrai che non c'e' alcun "meccanismo", ma semplicemente il cilindro di dentifricio all'interno del tubo e', in sezione, gia' a spicchi, cosicche', come per la trafilatura di tanti altri materiali, esce a strisce ma in sezione piu' piccola.
 - il dentifricio è confezionato a strati: un lato del colore A, nel mezzo il colore B e infine il colore C... una specie di sandwich. Premendo il fondo del tubetto, si esercitava la stessa pressione sui tre strati e il dentifricio usciva a strisce.



Da non perdere…

20-30 maggio 2005
8^ edizione

by FaZ

 

Vorrei invitarvi alla manifestazione musicale annuale che ritengo più interessate  per la  nostra zona. E tutto il ricavato va a fin di bene !  Eccovela:

 

Associazione "A força da partilha" ONLUS
La forza della condivisione

per i "meninos de rua" di Salvador Bahia, la "Comunità Emmaus" di Recife (Brasile),
l'"Ospedale di Poxoreo" - Mato Grosso (Brasile), la Coop. Soc. "La Rosa Blu" di Ronco Briantino (MI)

 

 

Programma:

venerdì 20 maggio    ore 21.30  DAVIDE VAN DE SFROOS   - € 13

sabato 21 maggio    ore 21.00  ACHTUNG BABIES - U2 Official Cover Band - € 5

domenica 22 maggio   durante la giornata danze e percussioni afro-brasiliane, pranzo e cena brasiliana; ore 21.00  EUPHONIA, a tribute to PINK FLOYD  -   gratis

martedì 24 maggio   ore 21.00 musical LA PICCOLA MATITA DI DIO - ingr. € 5

mercoledì 25 maggio  ore 20.45 proiezione su grande schermo della finale di Champions League - Pericolodincendio, tributo a "Elio e le storie tese".

giovedì 26 maggio  ore 21.00 COLORADO CAFE' live con alcuni suoi comici- SKIANTOS  € 12

venerdì 27 maggio  ore 21.30 NEGRAMARO e MEGANOIDI   € 10

sabato 28 maggio  ore 21.00  NOMADI   € 15

domenica 29 maggio   pranzo, pomeriggio con animazione per bambini; ore 18.00 LADRI DI CARROZZELLE – cena con cucina e bevande brasiliane - ore 21.00  I LUF, gratis

lunedì 30 maggio  a Merate (LC) ore 21.00 "LA PARTITA DELLA CONDIVISIONE" (1^ ed.). Partita di calcio benefica tra una rappresentativa di COMICI, capitanata da Max Pisu e la NAZIONALE PRETI CALCIO, con personaggi dello sport e dello spettacolo - ingr. € 5

 

I concerti e gli spettacoli, gratuiti per i bambini fino a 12 anni e per i disabili,

si svolgeranno, con qualsiasi condizione di tempo, nel teatro-tenda allestito presso

l'area polifunzionale di Imbersago (LC), Via Provinciale all’incrocio con la strada che porta al famoso traghetto. (Imbersago è dopo Montevecchia-Cernusco Lombardone)

IMBERSAGO (LC)
TEATRO TENDA
presso Area Polifunzionale
per info  Tel. 039.790488

 

Troverete anche mostre fotografiche sui centri del Brasile e una dozzina di banchetti di gruppi e associazioni impegnati nel campo della solidarietà.

Per tutta la durata della manifestazione: SERVIZIO BAR E CUCINA - PIZZERIA

 

 


NEL PROSSIMO TONNUTO IN ARRIVO PER  IL 30 APRILE 2005

  

NEL PROSSIMO TONNUTO

TUTTO BACCINI … da Dolcenera al nuovo album

JOHN PRINE… uno degli originali… regala un disco d’altri tempi

by Mauro

  

chissà .. forse un articolo a sorpresa
su un diario sudamericano …trovato in solaio…
e poi …I Ratti della Sabina…ed altre curiosità da www

by FaZ

  


 

QUESTO NUMERO DEL TONNUTO E’ STATO CHIUSO IN REDAZIONE  ALLE

 ORE  20.00  DEL GIORNO 09/05/05  

 

  HANNO FATTIVAMENTE COLLABORATO A QUESTO NUMERO (E NOI LO RINGRAZIAMO) :

IL PORCELLINO D’INDIA RINGHIO

L’INDISPENSABILE AIUTO DEL GRANDE AMICO  FAZ

CIAO RAGAZ!!

 

SE AVETE MATERIALE CHE VOLETE PUBBLICARE…
SE AVETE UN CANTANTE PREFERITO DI CUI PARLARE…
SE VOLETE SAPERNE DI PIù SU QUALCHE ARGOMENTO…


 

IL NOSTRO INDIRIZZO E’  [email protected]

SCRIVETECI ! ! !