IL TONNUTO©

PERIODICO D’ACQUA DOLCE -ANNO IV -  n° 41   APRILE 2004

 


A TU PER ... TONNO

EDITORIALE

 

ALLA FINE DELLA PISTA…QUEL CHE RESTA… DEL TONNO

Cari amici,

è in questa uggiosa serata del 26 marzo (più invernale che primaverile) che, ufficialmente, sulle note di "Vivere una favola" del mitico Blasco, chiude IL TONNUTO.

Prima di ogni altra cosa, vi spiego perché chiude.

In un mese, possono cambiare tante cose.

Qualcuno già lo sa, qualcuno lo apprenderà da queste righe ora... qui in casa TONNO siamo in dolce attesa; è un'attesa appena iniziata e, a Dio piacendo, verso ottobre avremo la gioia di esser genitori.

Una sospensione del TONNUTO era già, comunque, stata messa in preventivo; entro poco più di un mesetto questa casa diventerà un piccolo cantiere.

I lavori in corso non ho proprio idea di quanto potranno durare... ma si rendono assolutamente necessari al fine di poter accogliere la/il nuova/o componente della famiglia.

Una sospensione, sarebbe stata, in verità la soluzione "meno dolorosa".

Ma poi ci ho pensato, e molto anche. Non crediate che sia facile mettere la parola fine ad un progetto che abbiamo cullato per quasi tre anni e ½ e 41 numeri + vari Speciali.

Ma alla fine è come se (personalmente) fossi giunto davanti ad un bivio.

Chi ha letto "Va dove ti porta il cuore" sa bene di cosa parlo. Una via per proseguire, e davanti ne hai due differenti... e qual'é quella giusta??? Boh!!!

In effetti mi sono seduto e ci ho pensato e ripensato.

Dopo che anche Elisabetta ha smesso di scrivere, siam rimasti solo io e Faz... in questo mese che Faz ha avuto ben altro a cui pensare son rimasto solo soletto a guardarmi negli occhi con Ringhio... e ho capito che "domani" non sono sicuro di farcela.

Da qui la decisione presa, credetemi sulla parola, a malincuore.

Già da qualche mesetto la mia mogliettina continuava ad insistere "Ma chiudilo 'sto TONNUTO... tanto non lo legge nessuno". Come se fosse solo “cosa nostra”… di famiglia, mentre io l’ho sempre inteso come “nostra” di noi, voi tutti.

Ho pensato in questi ultimi due mesi, e penso tuttora, che non sia (del tutto) vero... e credo anche che lei abbia iniziato a dir così solo per sentirsi un po' meno in colpa per via del fatto di aver "abbandonato" la sua paginetta sui libri.

Ora, non sapendo, per certo in quanti poi, alla fine, veramente leggano qualcosa di quanto mensilmente propinato... beh, sappiate che, nel momento stesso in cui, ora, i vostri occhi incroceranno queste righe avrete contribuito ad incasellare un tassello in mio favore alla sfida MAURO - ELISABETTA, sui dati  "auditel" del TONNO.

Di questi quasi quattro anni e 41 numeri il TONNUTO è stato il nostro diario... per questo era nato.

Ho sempre scritto molto, sin da piccolo. Amavo e amo raccontare. Amo bloccare l'attimo e le emozioni in testi scritti, che, riletti rievocano persone, situazioni,  immagini, sensazioni... emozioni.

Il primo diario di autentico "spessore" lo scrissi di ritorno da una vacanza in quel di Bormio nell'ormai remoto 1988. Era il diario di 15 giorni vissuti assieme ad un'amica, con la quale intrecciai un rapporto che avrebbe fatto la felicità di un sociologo come Alberoni.

Il diario nacque per vincere, una volta ritornato a casa, la mancanza dell'amica Paola.

Se lo riprendo tra le mani ora, a ben 16 anni di distanza riesco ancora ad entrare nella testa di diciassettenne che ero all'epoca.

Una parte della storia l'ho già narrata; la trovate nel TONNUTO n.ro 5 (aprile 2001) sul nostro sito www.iltonnuto.tk.

Mi accorgo che, in quell'occasione, sbagliai anche ad indicare l'anno... avevo scritto 1986; dovete invece leggere 1988.

Per farvela breve... io e l'amichetta Paola litigammo di brutto un pomeriggio della seconda settimana della mia permanenza in quel di Bormio.

Per due giorni non ci parlammo, o, meglio ci evitammo.

Poi arrivò la sera del sabato; l'indomani mattina sarei partito.

Non sapevo cosa fare... andarsene così... sarebbe stato un peccato. Però, pensai anche che, alla fine, se era così che doveva finire... sarebbe finita.

Pioveva di brutto quella sera.

Alla fine di un duro "tira e molla" psicologico suonai al campanello di casa sua.

Rispose sua madre. Mi disse che Paola era già scesa giù.

In effetti neanche un secondo dopo si spalancò la porta davanti a me.

Anche lei, alla fine, aveva optato per un addio "morbido".

Ci chiarimmo in poco tempo e passeggiammo tutta la sera sotto un diluvio di pioggia battente.

Eravamo ritornati amici... fradici… ma amici… e l'indomani, partendo, non avrei avuto il rammarico di non averle dato un ultimo saluto.

Quando arrivai a casa passarono si e no due orette e iniziai a sentirne la mancanza... una cosa insopportabile... tanto da spingermi, a scrivere un diario di quei 15 giorni... poi ci scrivemmo anche diverse letterine... e, negli anni a venire, nei miei sempre più rari soggiorni a Bormio, riuscimmo anche a rivederci un paio di volte.

Ecco, con quel diario sono riuscito a rendere eterni quei 15 giorni.

Successivamente ho scritto tantissimo... piccoli racconti dei mitici tempi della compagnia... finché nel 1994 nella notte tra il 6 e il 7 di luglio mi fidanzai ufficialmente con la mia consorte; quella notte, a poche centinai di Km da qui, l'ho appreso pochi mesi fa, John Hiatt teneva uno dei suoi rarissimi (3... 4???) concerti in Italia... (fortuna che la sua musica l'ho scoperta qualche anno più tardi... vedi mai che altrimenti avrei saltato l'appuntamento col destino!!).

Nei sei anni di fidanzamento io e Elisabetta ci siamo scritti così tante lettere, letterine, diari e biglietti che, messi insieme fanno poco meno di un'enciclopedia a volumi di quelle che ti vendono porta a porta.

Evidentemente siamo sempre stati entrambi grandi amanti della scrittura.

Cosicché, non c'è praticamente giorno di quei sei anni che noi, attraverso quegli scritti non si possa ricostruire. Ed è, credetemi, una cosa bellissima. Abbiamo costruito tutto quanto partendo da due letterine che ci scrivemmo subito dopo quella notte del 6/7 luglio.

Mettete di leggere un programma politico... ebbene, in quelle lettere programmavamo il futuro... ed io feci sfoggio della mitica "profezia sacchiana".

Sarebbe stata la nostra grande storia... a patto di aver avuto, entrambi "OCC, PASCIENZA... E BUS DAL CUL".

Rilette ora, dieci anni dopo e con un bebè in arrivo, quelle lettere assumono un'aurea magica... un piccolo "vangelo" dei giovani fidanzati.

Il TONNUTO è stato il nostro e vostro diario di questi ultimi anni.

Ricordo con estremo orgoglio e piacere il pomeriggio del 23 dicembre 2000 quando in una libreria in quel di Como consegnammo personalmente nelle mani del nostro DAVIDE VAN DE SFROOS il primo numero del TONNO!!!

La nostra avventura era appena iniziata e già pareva indirizzata sulla buona strada.

L'estate scorsa grazie alla mediazione dell'amico FaZ siamo pure riusciti a far leggere qualcosa del TONNO anche al famoso bluesman Fabio Treves...(la nostra foto con lui la trovate sempre sul sito) insomma, amici... qualche bella soddisfazione ce la siamo tolta...

E adesso... adesso che facciamo???

Beh, per un po' di tempo, come detto, causa lavori, questi polpastrelli riposeranno per quanto concerne il loro pazzo andirivieni sulla tastiera del pc; avranno ben altro di cui occuparsi...cemento, polvere, pittura.

E ... poi... poi... diciamo che il futuro è tutto un'incognita.

Di sicuro vi dico che, prima o dopo, senza specificare quando  vi ritroverete nella casella di posta elettronica nostre nuove.

Dirvi che potremmo ritrovarci... magari che ne so... con un bel trimestrale  fra qualche tempo, ora è di grande azzardo... ma, se qualcuno tra voi, fosse particolarmente triste, almeno, la speranza è di aver un po' indorato la pillola.

Quindi vi invitiamo, nel caso nel frattempo cambiaste indirizzo e-mail, sempre se volete, (ovviamente) a farcelo sapere.

Dopo breve assicurazione ricevuta dall'amico FaZ vi confermo che il nostro sito resterà ancora attivo... sarà il nostro e vostro diario collettivo "DICEMBRE 2000/APRILE 2004", nonché punto di partenza per ritrovi e/o concerti prossimi di la da venire.

Vi invitiamo, pertanto a tenerlo d'occhio.

 

 

Infine (quasi) vorrei ringraziare:

 

L'AMICO FAZ: che più di tutti ha lavorato per il TONNUTO creando 
e gestendo il sito in maniera assolutamente impeccabile.

 

L'AMICO CON.ALBY: che, nonostante poi ci abbia lasciati, 
con i suoi interventi musicali precisi e competenti ha "illuminato"
 le prime annate del TONNUTO

 

L'AMICO PRIMO: che, seppur per breve tempo, ci ha dato il suo contributo.

 

IL PORCELLINO D'INDIA RINGHIO: che è stato la nostra anima “protestante”.

 

TUTTI GLI AMICI, E SONO TANTI: che, anche una sola volta,
 hanno vergato il TONNO con le loro firme: 
sono, in rigoroso ordine di apparizione:

- Marco e Chiara

- Warren Clara

- Paolino

- Vanessa

- Bond

- Veronica

- Mimmo

- Silvia e Teo

- Sergio

- Stefy

- Marco (fratello di Teo)

- Biancarosa

 

TUTTI GLI AMICI, E SONO TANTI; che ci hanno scritto e-mail con assiduità e, che (sperando di non dimenticare nessuno) corrispondono ai nomi di Ale.Siro, Elisa Zoia, Danilo, Don Mauro, Linda & Claudio della Primo's family, Fiorenza, la famiglia Bravi, la famiglia Gas, Marcello, Marco (cello), Simona & Carletto, Gall, Andrea. (Qualcuno, son sicuro, magari l’ho dimenticato… chiedo perdono in anticipo)

 

Bene amici... che dire... sulle note di "Siamo solo noi" versione storica e unica da "Fronte del Palco" sempre del Blasco pare proprio giunto il momento di chiudere.

Adesso inserisco, spedisco... e poi con una bella birretta tra le mani, ascolterò sino alla fine il cd... e già sentirò un po' la mancanza del TONNO.

Che dirvi... son fatto così. Son un po' triste...

Spero, sinceramente, che anche per voi, alla fine della lunga pista... quel che resta del TONNO sia un buon ricordo.

Un abbraccio forte forte a tutti.

Ciao Ragaz!!!

 

Mauro

 

  

  


GIGI MARRAS
LA SORPRESA DEL CONTROFESTIVAL DI MANTOVA

 

 

Un uomo brizzolato sale sul palco del Festival della Musica di Mantova. Prende posto al centro del palco; poi si guarda intorno un po' spaesato, e capisce che non tutti gli strumenti dei suoi musicisti sono ancora a punto.

Quindi si rivolge al pubblico, presentandosi e presentando i pezzi che andrà ad eseguire.

Ancora qualche attimo d'attesa e inizia lo spettacolo.

Una musica sublime, una musica che richiama, per certi versi, le liriche dei SULUTUMANa, nostri beniamini di lunga data.

Quindi la sua esibizione, della durata di un quarto d'ora circa, ci tiene incollati al video... senza parole.

L'uomo è Luigi Marras, detto Gigi.

La sua musica è stata in assoluto la più bella sorpresa che il Festival della musica di Mantova  (detto anche ControFestival) ci ha regalato.

Certo, "preziose" anche le prove degli altri nostri beniamini giunti in quel di Mantova, Sulutumana, Pippo Pollina, Massimo Bubola, Mauro Pagani, Tetes de Bois... ma... ma, tra tutti GIGI MARRAS è stata una vera sorpresa.

Il fatto che il suo nome vi risulti del tutto nuovo non vi deve trarre in inganno; il nostro è in attività già da parecchio tempo.

Nel 1999 Gigi ha infatti ottenuto il primo premio nella manifestazione canora "Premio Città di Recanati".

Il "Città di Recanati" è, per inciso, uno dei più importanti Festival di musica dedicato a giovani nuove promesse.

L'opera prima di MARRAS l'abbiamo subito ordinata tramite internet e, grazie potenza della tecnologia, grazie al celere servizio delle poste, grazie a 13 euro ben (benissimo) spesi, qualche giorno fa abbiamo potuto stringerlo tra le mani.

"DIO MI HA FATTO  NON CREDENTE" è un piccolo gioiellino, di quelli da tenersi stretto stretto tra le mani... come (quasi) tutte le opere prime raccoglie le "gemme" di anni e anni di composizioni, concerti e proposizioni.

Le note del libretto chiariscono che la registrazione del prodotto è del tutto artigianale, essendo stata fatta "in casa".

Dodici canzoni e dodici autentici gioiellini: sopra tutte la poetica "Tanti canti", canzone di notevole spessore artistico.

Il tappeto sonoro che MARRAS costruisce è, come detto, molto simile a quello proposto dai nostri grandi amici SULUTUMANA.

Il tempo questo mese mi si stringe addosso... e me ne resta troppo poco per potervi parlare, più diffusamente di questo cd...

Un consiglio però ve lo posso dare... con 13 euro scoprirete qualcosa di veramente eccezionale, se ne volete sapere di più:

www.storiedinote.com

www.gigimarras.it

 

 


SULLE ORME DI…

RORY GALLAGHER

 

Dopo Steve Ray Vaughan proseguo questo mese con Rory Gallagher la carrellata dedicata ai più grandi chitarristi di rock blues mai esistiti.

L'irlandese Gallagher (1949-1995) è stato uno tra i più idolatrati chitarristi europei di ogni tempo.

Prima con il gruppo dei Taste e poi come solista ha imposto il suo particolarissimo stile di maneggiare la Fender Stratocaster diventando un icona, una leggenda della musica mondiale.

Addirittura, nel corso del 1975, quando Mick Taylor lascia i Rolling Stones, il nostro viene chiamato alla sua sostituzione; passano solo poche ore e qualche demo registrato quando Gallagher saluta la compagnia e se ne va, perdendo, di fatto, una storica occasione.

Rory Gallagher concepiva la sua musica come arte pura, lontana dalle logiche commerciali che ormai avevano travolto gli Stones con la loro mondiale fama.

Amava definirsi "chitarrista per il popolo" e nei suoi concerti i prezzi erano sempre volutamente "politici" per farci accorrere il maggior numero di persone possibili; sul palco lo spettacolo era assicurato sempre per ore e ore.

All'epoca dell'esordio discografico con i Taste di cui oltre a Gallagher, indiscusso leader, facevano parte il bassista Charlie McCracker e il batterista John Wilson la miscela musicale proposta era esplosiva; un rock blues potente e incisivo sulle orme di Jimy Hendrix, Muddy Waters e B.B. King.

Nell'anno di grazia 1971 in seguito all'abbandono dei due compagni d'avventura i Taste si sciolgono e parte così la carriera solistica di Gallagher.

Nel primo album "Rory Gallagher" subito una chiara indicazione del viatico sempre più rock blues e sempre più lontano da logiche commerciali dell'opera artistica del nostro.

Il primo CD, nella sua versione rimasterizzata contiene un brano inedito dal titolo "Gypsy Woman" scritta per Gallagher nientepopodimenoche dal mito vivente del blues, Muddy Waters; ciò a dimostrazione di quanta, in effetti, era la considerazione di cui godeva Gallagher nell'ambiente del blues mondiale.

La carriera di Gallagher decolla così verso il suo decennio d'oro.

La consacrazione definitiva arriva nel 1974 con la pubblicazione del doppio LP live "Irish tour".

La rivista musicale "Melody Maker" con il coraggio di chi ascolta solo sirene musicali, e non commerciali, lo giudica miglior album live del 1974. Un successo assolutamente incredibile, meritato e al tempo stesso inatteso. Un po' come, se nel calcio dessero il pallone d'oro al nostro Paolo Maldini.

Alla fine la carriera artistica di Gallagher conterà più di una ventina di album compresi live e raccolte.

Tuttavia è proprio la dimensione dal vivo che rende assolutamente merito a Gallagher; la sua sopraffina tecnica, indifferentemente lanciata tra rasoiate elettrica a smanettate slide, conquista ammiratori in ogni angolo d'Europa e ben presto la sua fama valica gli oceani e lo porta per sempre nella “hall of fame” del rock-blues.

Gli anni 80 passati attraverso seri problemi di alcolismo ne appannano un po' la buona stella, ma la produzione artistica prosegue.

Nel 1990 con "Fresh Evidence" Gallagher registra il suo ultimo album in studio.

Cinque anni dopo, nel 1995, Rory Gallagher muore.

 

 

IRISH TOUR (CAPO 1974)

Come poco sopra scritto, si tratta, dell'album più famoso di Rory Gallagher. Raccoglie le esibizioni live registrate durante il tour di gennaio del 1974 tra Dublino, Belfast e Cork.

In questo album, che uscì in origine come doppio LP, vi è tutto il meglio dell'artista irlandese.

L'atmosfera che si respira è già quella pesante dell'epoca delle contestazioni e del cielo plumbeo sopra l'Irlanda.

In 71 minuti di musica e dieci pezzi tutta la forza trascinante di un chitarrista sopraffino.

Con lievi inclinazioni al blues Gallagher suona elettrica e slide con una veemenza, una rabbia e una carica che sconfinano nella lucida follia.

La versione che abbiamo potuto ascoltare, anche per via del fatto di essere stata di recente rimasterizzata in digitale, offre un suono pulito e nitidissimo, nonostante gli ormai 30 anni passati dalla data del mastering originale; ciò permette di assaporare ogni singolo assolo della chitarra di Gallagher, che sembra dover esplodere da un momento all'altro.

L'album all'epoca della sua uscita ottenne un successo incredibile, tanto da finire, come sopra già riferito, per essere eletto dalla rivista inglese "Melody Maker" miglior album live dell'anno 1974.

La tracklist propone ben sette composizioni di Gallagher, mentre un giusto tributo al blues è la canzone "I wonder who" composta da Muddy Waters; vi è poi una canzone "Too much alcohol" del chitarrista J.B. Hutto e "As the crow flies" di Tony Joe White.

Nell'album Gallagher svaria tra potenti pezzi al limite dell'hard rock come l'iniziale "Cradle rock" sino al frenetico ritmo slide di "Who's that coming", passando per la già citata "As the crow flies" suonata in una versione acustica, confermando la sua classe e la sua fama di artista poliedrico.

 

 

 

WHEELS WITHIN WHEELS (BMG 2003)

Ultima uscita discografica in ordine di tempo che ripercorre le orme di Rory Gallagher è questo stupendo album, che il fratello di Rory, Donal ha messo insieme per sottolineare il grande valore "acustico" delle performance live di Rory.

Se, infatti, nei suoi concerti Gallagher sparava dentro dritto per dritto un potentissimo rock-blues, ecco, in questo album sono raccolti, tutti insieme, gli immancabili intermezzi acustici che, il buon Rory amava offrire al suo pubblico, quasi a voler, idealmente, staccare momentaneamente la spina al potente rock-blues, per ritrovare una dimensione maggiormente intimistica.

La canzone che dà il titolo all'album è infatti lontana mille miglia dallo standard rock-blues del nostro; è una canzone romantica che, con piano voce e chitarra acustica riesce a donare forti emozioni.

Non mancano forti richiami al folk irlandese... avrebbe potuto farne a meno un irlandese purosangue???

In "Flight to paradise", ballata strumentale, ad accompagnare Rory c'è Juan Martin chitarrista di flamenco in un misto di chitarre tutto da ascoltare.

Nel totale delle quattordici canzoni del cd trovano spazio anche tre brani registrati live dal festival di Montreux nel 1994, dove, ad accompagnare Rory è Bela Fleck; tre brani stupendi dove la rilettura di "Blue Moon of Kentucky" di Bill Monroe mi pare una buona spanna sopra le altre.

Bellissime anche le esecuzioni di "Braley & Grape Rag" e del brano tradizionale "The Cuckoo".

Puro folk blues viene fuori dalla canzone "Lonesome Highway" che, registrata live nel 1974 rappresenta, tutta l'arte di Gallagher al massimo della sua espressione.

Alla fine, quindi, questo album serve per raccogliere le idee sull'anima più acustica di Gallagher.

In 56 minuti e 14 tracce, tutta l'arte di un chitarrista di quelli che... oggi te li sogni.

 

 


 

MUSIC FOR TONNO…

IL DISCO DEL MESE

CARRIE NEWCOMER

“BETTY’S DINER – THE BEST OF”

 

 

Questo "Betty's Diner" è l'album con il quale mi sono avvicinato all'opera di una misconosciuta artista del panorama folk made in USA.

Attiva già da tredici anni per l'etichetta indipendente "PHILO" (distribuita in Italia dalla IRD) Carrie Newcomer si è rivelata in questo "Best of" un'autentica sorpresa.

Detto che va all'amico Teo il ringraziamento per il "recupero" dell'album, lo stesso ha iniziato a girare nel lettore cd e vi è rimasto per una buona settimana intera, segno che il gradimento è stato notevole.

L'album ripercorre gran parte della carriera artistica della Newcomer, e contiene anche tre canzoni inedite.

In tutto 18 canzoni per 65 minuti e pochi secondi di ottimo folk, mischiato sapientemente con un pizzico di country-blues.

La voce della nostra è molto "calda" e sufficientemente accogliente per risultare autenticamente sorprendente. Una voce veramente bella bella, di quelle delle quali ti puoi innamorare da subito un secondo dopo averla ascoltata.

E così è stato.

Dopo un'inizio scoppiettante con la semi-elettrica "Toward the horizon" ecco subito la seconda traccia che dà il titolo all'album "Betty's Diner" e sento che è gran canzone, una delle migliori in assoluto; una ballata dal dolce divenire accampagnata da piano e chitarra acustica.

Segue "Bowling baby" unico momento di rock'n roll allo stato puro di tutto quanto il cd.

"I'll go to" è momento di profonda riflessione in cui si alternano momenti elettrici e splendidi pezzi di piano.

"Bare to the bone" è una di quelle canzoni che più amo; molto semplicemente vanno a formare l'armonia tre semplici elementi; la voce della Newcomer, la sua chitarra acustica e il piano, che in sottofondo va a disegnare una splendida "cartolina di vita".

Seguono un pugno di altre belle canzoni fino ad arrivare alla tracks n. 8 dove, al solito, s'è formato il solco: "The gathering of spirits" è una delle più belle canzoni che le mie orecchie abbiano mai udito. E' una splendida ballata che parla dell'essenza dello spirito, di ciò che siamo e di ciò che, per mezzo dello spirito, sempre saremo; special guest nell'esecuzione del pezzo è Alison Krauss che, con la sua splendida voce contribuisce ad accrescere la bellezza di un pezzo veramente "memorabile".

"The gathering of spirits" nella quale uno splendido assolo di mandolino rimanda a reminescenze "mediterranee" vale, da sola,  il prezzo del biglietto!!!

Segue un'alchimia musicale molto azzeccata; "Hold on" è infatti una dolce ballata nella quale oltre alla voce e chitarra della Newcomer segue l'accompagnamento di solo, semplice e nudo violoncello. Notevole, pure questa.

Bella canzone anche "The moon over Tucson" che riporta ad atmosfere magiche di serate di festa.

La potenza della "calda" voce della Newcomer salta fuori all'esecuzione di "When one door closes" nella quale abbiamo accenni di gospel che confermano la poliedricità del lavoro della nostra nuova beniamina.

"Threads", traccia n.ro 13 si sviluppa tra piano, chitarre acustiche, percussioni basso e viola; altra ballata che piace perchè fatta di suoni semplici e puliti.

"Straight to the point" mi ricorda, per la presenza forte di un buon violino su di un telaio country-folk, certe vecchie canzoni di Michelle Shocked; bel momento campestre del cd della Newcomer.

Si chiude alla grande con due canzoni di intima riflessione come "My father's only son" e "Three women".

Proprio nell'ultima canzone la Newcomer inserisce a quanto già sinora udito uan stupenda combinazione di flauti che rendono la ballata delle "tre donne" una delle più riuscite del suo "Best".

Poco più di un'ora di buona musica che scorre via dolce come la voce di Carrie.

Se amate o avete amato la musica di gente come la prima Tracy Chapman o Michelle Shocked cercate quest'album.

Vi piacerà.

 

 


 I PIU’ GETTONATI IN CASA TONNUTO
 NEL MESE DI MARZO 2004

 

1)       CARRIE NEWCOMER – “BETTY’S DINER”

2)       GIGI MARRAS – “DIO MI HA FATTO NON CREDENTE”

3)       ROBERTO VECCHIONI – “ROTARY CLUB OF MALINDI”

4)       STEVIE RAY VAUGHAN – “IN THE BEGINNING”

5)       RORY GALLAGHER – “IRISH TOUR”

6)       MASSIMO BUBOLA – “SEGRETI TRASPARENTI

7)       STEVIE RAY VAUGHAN – “LIVE FROM AUSTIN, TEXAS” (dvd)

 

 


I MIGLIORI DEL 2004

1)     MASSIMO BUBOLA – SEGRETI TRASPARENTI

2)     CARRIE NEWCOMER – BETTY’S DINER

3)     ROBERTO VECCHIONI – ROTARY CLUB OF MALINDI

 

  


MONDO  RINGHIO!!!!

A CURA DI

 

Cari amici bentrovati,

questo mese il mio intervento non poteva che essere rivolto alla terribile strage dello scorso 11 marzo a Madrid.

L'attentato ha gettato l'Europa tutta in uno stato di profonda angoscia; d'altronde era questo che i terroristi volevano.

La fobia degli attentati è una delle paure che, diffuse su scala mondiale, può far perdere la ragione, può far vedere pericoli dove non ce ne sono, può causare brutte forme di xenofobismo...questo volevano i gran figli di puta madre che hanno piazzato le bombe sui treni in Spagna.

Il risultato l'hanno ottenuto. In pieno.

Avete visto tutti quanta angoscia e quante vite spezzate... quante persone che non hanno più fatto ritorno alle loro case dai loro cari.

Vite distrutte, in nome, sa Dio di quale ragione.

L'unico modo di veder finire questa mattanza è legato ad un'elezione politica.

Ci avreste mai creduto???

L'unica cosa che potrà fermare queste azioni terroristiche sarà un risultato uscito fuori dai seggi elettorali americani in novembre.

Gente... aprite i vostri occhi... e chiedetevi: com'è che finché alla Casa Bianca c'era Clinton l'unico problema dibattuto negli States era il famoso "pompino" della Legwinsky??

E come mai, quando al potere è salito il petroliere Bush sono cominciati i casini???

Non è che il buon vecchio George avesse interessi (petroliferi) in Iraq, Afganistan tali da giustificare una bella guerretta???

Ma cazzo... andate a dirlo ai genitori dei militari morti in Iraq... loro lo voteranno ancora uno che ha mentito fino all'altro ieri sulle presunte armi chimiche di Saddam???

Amici... pensare che l'unica speranza per la nostra salvezza sia lontana ancora cinque mesi, beh, un po' mi fa paura...

Potrà capitare ancora qualcosa di brutto??? Boh!!!

Io spero che questi mesi passino in fretta, poi spero che, con un bel calcio in culo il petroliere venga buttato fuori dalla stanza dei bottoni.

Allora, vedrete, tutto ritornerà alla normalità.

Certo, il baffone Saddam era un tiranno, ma voi, mettereste le mani sul fuoco sulle buone intenzioni di Mr. George W. Bush???

Un saluto amici... e se una bomba non ci porterà via prima... arrivederci.

 

 

 

P.S. Cari amici, la notizia che il giornale chiude mi è arrivata tra capo e collo ben dopo la chiusura del mio pezzo che sopra precede… ancora piango e non ho più fazzoletti… ‘sti fetenti, fan quel ca### che voglion loro… e a me???? A me non pensano??? Ora, io che faccio???

Approfitto del breve spazio per un annuncio…

APPELLO DI RINGHIO!!!!

Amici… se qualcuno tra voi avesse bisogno di un collaboratore… oh, mi chiami… correrò subito… per intanto Adios… o Hasta luego che dir volete.

 

 


QUESTO NUMERO DEL TONNUTO E’ STATO CHIUSO IN REDAZIONE ALLE

 ORE 22,10   DEL GIORNO 26/03/04 

 

HA  FATTIVAMENTE COLLABORATO A QUESTO NUMERO (E NOI LO RINGRAZIAMO) :

 

IL PORCELLINO D’INDIA RINGHIO

 

CIAO RAGAZ!!

 


WATER CLOSS

EDITOR PRINTING INC

DIRETTORE : Donadel Elisabetta

DIRETTORE RESPONSABILE : Rho Mauro

REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI CABIATE

STAMPATO PRESSO LA CASA DEL D. & D.R.

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IL NOSTRO INDIRIZZO E’  [email protected]

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