IL TONNUTO©
PERIODICO
D’ACQUA DOLCE -ANNO IV -
n° 40 –
MARZO 2004
A
TU PER ... TONNO
EDITORIALE
Bentrovati
ragaz,
ci
sono stati tempi epici a cavallo tra il 1995 e il 1997 nei quali la mia dolce
consorte (quale prima penna) ed io (come fedele scudiero) scrivevamo sul
prestigioso settimanale di Monza e della Brianza, "Il Cittadino".
Avevamo
da riempire una mezza paginetta settimanale su fatti e avvenimenti cabiatesi.
Elisabetta
scriveva di tutto quanto e di più, io esclusivamente delle partite del nostro
"Cabiate Calcio".
Consideriamo
entrambi, ancor oggi, un onore quell'esperienza biennale. Un'esperienza che ci
arricchito moltissimo.
Un'esperienza
che ci ha permesso di conoscere moltissima gente.
Assistere
alle sedute del Consiglio Comunale, capire ed essere testimoni delle motivazioni
socio-politiche che muovono un paese è sicuramente stata una importante
avventura.
Conoscere
personaggi ed interpreti della vita culturale, politica, sportiva della realtà
cabiatese e brianzola in genere è esperienza che consiglio a tutti quanti.
Ancora
ricordo una mezza giornata di permesso dal lavoro chiesto al mio capo per andare
nelle sedi elettorali a raccogliere i dati dello scrutinio per le elezioni
comunali.
Invero
la scadenza settimanale del giornale imponeva, spesso, lunghe serate a battere
articoli... ironia della sorte... sempre con il medesimo piccolo e un po'
obsoleto portatile dal quale vi sto raccontando questa storia.
Alla
fin fine, l'onore di firmare per "Il Cittadino" divenne un pesante
onere.
Essere
in due, tre con il sciur Galimberti (creatore -autore del resto dello spazio/Cabiate),
a dover riempire settimanalmente un così notevole spazio non era per niente
facile.
E'
stato così che dopo due anni di scadenze settimanali, un bel giorno, abbiamo
mollato.
Esperienze
come questa ti fanno veramente crescere in fretta, ti danno modo di renderti
conto che il mondo gira con regole ed equilibri ben precisi.
Ci
restano, qui in casa, come cimeli, quel centinaio di numeri de "Il
Cittadino" a ricordo di tempi epici... di quando eravamo inviati...
speciali.
Un
saluto ragaz!!!
L’AMORE
AL TEMPO… DEL PIRATA
Premetto
che non ha mai amato il ciclismo; né come pratica agonistica (troppa, troppa
fatica)
né come spettacolo sportivo.
Se
nel passato devo cercare momenti di infatuazione ciclistica, beh, bisogna
ritornare indietro, fino agli ottanta. Ai tempi dei tentativi di battere il
record dell'ora del grande Francesco Moser; qualcuno tra voi, ricorderà.
Per
il resto sono sempre rimasto abbastanza distante da emozioni ciclistiche.
Certo,
il successo di italiani, che fosse al Giro, al Tour o alle altre grandi
classiche l'ho sempre salutato come un bell'evento... ma senza, come dire,
pathos.
Così
non ho mai amato particolarmente il "Pirata" Pantani.
Ho
assistito, nel 1998 ad una tappa di montagna da lui dominata durante il Giro
d'Italia, e quella faccia sofferta, è diventata l'emblema della fatica del
ciclista.
Così
proprio il "Pirata" è diventato, per me, il simbolo del ciclismo.
Intendo dire che, se penso al ciclismo in quanto tale, l'associazione più
immediata è con il nome Pantani.
Non
intendo minimamente affermare che fosse l'ero del ciclismo... intendo che per me
era, è, e probabilmente continuerà ad essere "il ciclismo", inteso
come sport di fatica.
Chi
ha provato a starmi accanto nelle varie scampagnate domenicali si sarà accorto
che, non appena in lontananza scorgo un ciclista (uno dei tanti ciclo-amatori
che sfrecciano "festivi" nelle nostre strade) la prima cosa che penso
e dico è sempre quella: "Tel lì el Pantani!!!"... oh, ma quando dico
sempre... intendo sempre... non so perché, se è che prendo per il culo i
poveri ciclo-amatori o cosa... fatto sta che la mia frase è sempre, sempre e
sempre quella "TEL LI' EL PANTANI".
Ora,
"el Pantani" non c'è più.
Avrete
letto, sentito e visto mille e mille più pareri... voglio solo aggiungere due
pensieri e nulla di più a quanto già sapete... senza dietrologie o retoriche.
Io
credo solo che, a quel punto, solo l'amore avrebbe potuto salvarlo.
Forse
non è un caso che se ne sia andato nel giorno della festa degli innamorati, San
Valentino.
Se
avesse avuto accanto una compagna, una fidanzata, una moglie... una famiglia.
Ho
letto una dichiarazione di un collega, uno di quelli che gli è stato più
vicino, Renato Conti.
Conti
dice che provò a far di tutto, e un giorno gli parlò del fatto che lui stesse
per diventare padre; gli parlò della famiglia e dei suoi valori... capì subito
che le sue emozioni non veniva condivise da Pantani. E proprio il
"Pirata" gli chiese, infine, di lasciarlo solo.
Indubbiamente
Pantani aveva fatto terra bruciata tutt'intorno a lui... ma se gli amici alla
fine possono aver desistito... il pensiero va alla famiglia...
Ho
pensato, vedendo lo sfogo della madre di Pantani contro i giornalisti, se quella
povera donna, distrutta dal dolore ce l'avesse veramente con i giornalisti
presenti o, forse, non ce l'avesse con se stessa, per non esserci stata nel
momento dell'addio del figlio alla vita...
Come
me, credo, questa cosa l'avranno pensata in tanti.
Io
credo, insisto, che forse l'amore l'avrebbe potuto salvare.
Non
avremo mai la controprova.
Personalmente,
continuerò, additando il ciclo-amatore della domenica a salutarlo... "Tel
lì el Pantani!!"... e così 'l
Pantani, non morirà mai.
SPECIALE
“SEGRETI
TRASPARENTI”
CAPOLAVORO
DI
BUBOLA!!
Amici,
l'avevo scritto nello scorso editoriale del TONNUTO; il mio primo personalissimo
atteso album del 2004 era quello di Bubola dall'evocativo titolo di
"SEGRETI TRASPARENTI" in uscita il 10 febbraio.
Ne
avevo già sentito parlare esattamente un anno fa, nel febbraio del 2003 durante il concerto di Eric Andersen a
Seregno. Il violinista che accompagnava il popolare cantautore folk americano
era Michele Gazich che è anche il fedele scudiero di Bubola e che ha
cooprodotto il cd con Massimo.
L'attesa
non è stata vana; "SEGRETI TRASPARENTI" si è già sicuramente
assicurato il podio dei nostri preferiti del 2004.
Certo,
l'anno è appena iniziato e numerose leccornie musicali si intravedono
all'orizzonte, ma, riusciranno ad avere la qualità del prodotto offertoci da
Massimo??
E'
il primo album in studio da cinque anni a questa parte, cioè dall'epoca di
"Diavoli e farfalle".
La
stesura dell'album ha richiesto un lavoro triennale, dall'inizio del 2001 fino
alla chiusura dei lavori datata 2003.
Indubbiamente
siamo ben felici di aver dovuto aspettare così a lungo se poi, alla fine, il
risultato che abbiamo potuto ascoltare è stato di cosiffatta qualità.
Il
cd suona splendido dalla prima all'ultima canzone; e ci sono, a mio giudizio
almeno sette canzoni che sono autentici capolavori.
A
memoria di chi magari non lo sapesse, o se lo fosse scordato, vecchie canzoni di
Massimo come "Il cielo d'Irlanda" (best interpreta tra gli altri da
Fiorella Mannoia), o come "Fiume Sand Creeck", "Don Raffaè"
scritte con De Andrè, sono entrate nella Hall of Fame della canzone d'autore
d'italica memoria.
E'
vero che il nome di Bubola non è notissimo, a confronto del suo maestro De Andrè
per esempio, eppure la qualità della sua opera di cantautore è di indubbio
valore, se è vero che proprio De Andrè lo volle come collaboratore di alcuni
dei suoi dischi di maggior successo.
Inviso
alla critica nostrana, difficilmente la sua opera troverà risalto sulla
stampa… figuriamoci alla radio… è più semplice vendere prodotti di
plastica… come per esempio il pur “lodevole” lavoro di Norah Jones…
nulla da dire sulle qualità vocali… ma prodotto che viene spinto dalla EMI in
maniera sin troppo esagerata.
Comunque sia, il lavoro di Bubola si pone sul medesimo piano dei lavori di Fabrizio De Andrè, un cantautorato per pochi, forse, ma dal valore intrinseco notevole.
Ritornando
a "SEGRETI TRASPARENTI" questa è la track list, con debite, e
personalissime valutazioni:
1)
LA SPOSA DEL DIAVOLO
(10)
2)
SPECIALMENTE IN GENNAIO (9)
3)
ROGER McCLURE (8)
4)
STAI CON ME (7)
5)
LA FONTANA (E LA DOMENICA) (9)
6)
ENTRAMBI (9)
7)
QUELLA CAMPANA (1O+LODE)
8)
TUTTO E' LEGATO (7)
9)
PER QUANTO TEMPO (7)
10)
JETTA 'A LUNA (10 + LODE)
11) TORNANO I SANTI (9)
Tutte
le canzoni sono quindi ben sopra la semplice sufficienza, il disco suona
veramente sopra ogni più rosea aspettativa.
Arrivando
ad una rapida sintesi delle migliori canzoni:
"QUELLA
CAMPANA" è canzone di tristi ricordi, e di dolci speranze. Massimo ricorda
un evento luttuoso della propria esistenza; la morte del fratellino avvenuta in
giovane età. Un lutto che, ha spiegato alcuni giorni fa nel corso del programma
di Massimo Cotto su RADIO24, non ha mai finito di elaborare fintanto che non è
nata questa canzone. Commovente nel testo regala emozioni vere, quelle che ti
lasciano veramente qualcosa dentro, quelle per cui gli amanti della canzone
d'autore ancora provano il brivido della pelle d'oca. Qualcosa che con il tempo
si sta perdendo, a favore di cose molto più leggere e, soprattutto, senza
anima.
"JETTA
'A LUNA" mi ha personalmente ricordato il tempo in cui Massimo, con De Andrè
propose quella canzone "Don Raffaè"... quella del "Ah,
che bello 'o cafè, pure in carcere 'o sanno fa" ... una canzone in
dialetto napoletano che è una dolce ninna nanna. Il mandolino di Simone Chivilò
in sottofondo, il violino di Gazich a disegnare la melodia, la voce e la
chitarra acustica di Massimo a cullarci. Un Capolavoro con la "c"
maiuscola.
"LA
SPOSA DEL DIAVOLO" è la prima dell'album e, secondo la mia dolce metà è
l'episodio più intenso del disco. Indubbiamente è canzone dallo splendido
incedere, con l'alternarsi alle voci di Massimo e della semi-sconosciuta (ma
validissima) Luciana Vaona. Una filastrocca che ricorda, molto vagamente, quelle
storielle di Angelo Branduardi.
"SPECIALMENTE
IN GENNAIO" è la canzone che Massimo dedica all'amico e maestro Fabrizio
De Andrè. Il testo è carico di significato e viene ben accompagnato da musica
folk-rock, che, mischiato qua e là con buona dose elettrica, è matrice di
tutto il cd.
Ci
sarebbero, invero, cari amici ancora parecchie cose da raccontarvi su questo
capolavoro... purtroppo, questo mese, il tempo è stato tiranno... troppo
lavoro... troppo ascoltare... troppo tutto... quindi chiudo qui.
Inutile
dirvi che, se ne avete l'occasione, dovete farlo vostro... ascoltatelo e
riascoltatelo, ne resterete entusiasti.
Il
cd esce inoltre, direttamente in formato Hybrid Super Audio.
Amici,
chi di voi ha un DVD con sistema Home Theater mi invita a casa sua ad ascoltarlo
in questo formato????
Aspetto
offerte.
Vado
ora ad inserire "SEGRETI TRASPARENTI" nello spazietto dedicato alla
classifica delle nuove uscite discografiche del 2004.
Per
ora è solo... al comando. Riusciremo ad ascoltare qualcosa di altrettanto
valido nel proseguio dell'anno??? Mah!!!
UN
PACIFICO… SANREMO
E IL CONTROFESTIVAL DI MANTOVA
Cari
amici... il mese di marzo che inizia porta con sé la nuova edizione del
Festival della Canzone Italiana.
L'edizione
che sta per partire è già stata “chiaccherata”
prima ancora del suo avvio... di solito il "patatrac" succedeva
sempre poco tempo dopo la fine della kermesse ...insomma... chi ben comincia...
Non
siamo particolarmente felici di come si presenta al via la nuova edizione.
Siccome
noi amavamo soprattutto la gara delle "giovani promesse"...quest'anno
avremo ben poco da vedere, perché se è vero che ci sono parecchi giovani...
beh, di gente giovane come il DJ Francesco (per fare un nome), avremmo
volentieri fatto a meno.
Il
cast messo insieme da Tony Renis è abbastanza variopinto. Diciamo un
"giardino zoologico" della canzone.
Nel
mezzo di siffatta mistura artistica noi abbiamo già eletto quello che sarà il
nostro beniamino sul palco del teatro Ariston in questo festival 2004...
prendete nota bagai!!!
PACIFICO
E'
lui la nostra scelta... e, dopo aver già vinto un Tenco e un Recanati, le carte
in regola per stupire favorevolmente le ha tutte.
Come
sempre, non ci importa chi alla fine vincerà il Festival... noi votiamo
PACIFICO semplicemente per la musica che propone, scommettiamo che non deluderà.
Il
suo primo album dall'omonimo titolo "PACIFICO" lo acquistammo al
"buio" nell'ormai lontano 2001e fu una piacevole scoperta.
Era
un perfetto sconosciuto, ma con le carte in regola.
Invero,
lo SPETTACOLO, non andrà in onda dal teatro Ariston di Sanremo. Infatti si
tiene a Mantova, dal 2 al 7 marzo il CONTROFESTIVAL...
Cari
amici. Non è uno scherzo. E' l'idea di un coraggioso uomo della politica
italiana, Nando Dalla Chiesa.
Ci
sono i primi nomi degli artisti che si esibiranno a Mantova; Jannacci, Guccini,
Paoli, Carboni, Alice, Mercanti di Liquore, Bubola, Pippo Pollina, Antonella
Ruggero, Mauro Pagani e molti, molti altri...
Sarà
per via del fatto che ci sono diversi dei nostri beniamini, ma l'idea di questo
Controfestival ci sembra stupefacente e invita a riflettere.
Vista
la lista di Mantova... ridato un'occhiata a quella di Sanremo verrebbe da
dire...ma i miliardi della TV pubblica li avevano quelli di Mantova o quelli di
Sanremo????
Noi,
votiamo per Mantova... e, dopo aver aspettato PACIFICO, quest'anno spegneremo la
tv.
COSE
DA FAZ…by FaZ
BOOKER
T. & TUE MG’S
…nel
1962 grazie anche a “Green Onions” divengono
la band più richiesta e rinomata per le session di registrazione…
Quartetto strumentale di
fondamentale importanza per la definizione del cosiddetto Memphis sound, che dai primi anni ‘60 caratterizza soul e R&B:
nasce da un gruppo di giovani sessionmen che
gravita negli studi Stax e che per esibirsi utilizza i nomi di Triumphs e Royal
Spades. Il polistrumentista (successivamente si dedicherà prevalentemente a
piano e organo) Booker T. Jones
(Memphis, Tennessee, Il dicembre 1944), il chitarrista Steve Cropper (Willow Spring, Missouri, 21 ottobre 1941; ex Mar-Keys,
la band che comprende Donald Dunn e Wayne Jackson), il bassista Lewis
Steinberg e il batterista Al Jackson
Jr. (Memphis, Tennessee, 17 novembre 1945 / Memphis, Tennessee, 1 ottobre
1975), decidono di mettersi insieme nel 1962.
Ottengono il primo di
numerosi hit con la funkeggiante Green
Onions e divengono la band più richiesta e rinomata per le session di
registrazione: negli anni suoneranno con Otis Redding (di cui Cropper diverrà
stretto collaboratore e produttore), Wilson Pickett, Sam & Dave, Wil1iam
BelI (anche partner di Booker T. in qualche produzione e composizione), Rufus e
Carla Thomas, Eddie Floyd, Staple Singers (ancora la mano di Cropper), Albert
King e molti altri.
Nel 1964 Steinberg viene
sostituito da Donald "Duck"
Dunn (Memphis, Tennessee, 24 novembre 1941), e nel 1965 gli MG's ottengono
un successo con Boot-leg (in cui Isaac
Hayes sostituisce temporaneamente Booker T., impegnato alla University Of
Indiana, dove l'anno seguente si laurea in musica). Ne seguono altri per tutto
il decennio, da H ip H ug-H er (1967),
all'insolitamente caraibica Sou/
Limbo (1968), ai temi da film Hang
'EmHigh (1968) e Time
Is Tight(1969), che diviene il loro più grande hit dopo quello d'esordio.
Nel 1967 il gruppo (a
cui da tempo si affiancano i Mar-Key Horns Wayne Jackson, Andrew Love e Joe
Amold), partecipa alle acclamate tournée europee, con la famosa "StaxNolt
Revue" (la casa discografica, oltre a pubblicare l'album dall' omonimo
titolo, ne produrrà uno diviso a metà coi Mar-Keys, BACK To BACK) e accompagna
quindi Otis Redding nella trionfale esibizione al "Monterey Pop
Festival".
Alla fine dei '60 BookerT. ha divergenze con la
Stax e così MELTING POT (che contiene anche incisioni precedentemente rifiutate
da Jim Stewart) chiude una quasi decennale collaborazione. Mentre Booker T.
offre un bellissimo esempio di produzione col disco d'esordio di Bill Withers,
anche Cropper abbandona il gruppo; altre
sedute vengono effettuate con due sostituti, mentre viene pubblicato qualche
singolo e un album di non grande levatura a nome MG's.
Jones
intraprende quindi una non esemplare carriera solista (intersecata con alcune
incisioni con la moglie Priscilla); Cropper si occupa della produzione di vari
artisti; Jackson presta la sua arte agli artisti della Hi (Al Green, Syl Johnson
e altri), prima di venire ucciso da un rapinatore nella sua città natale.
Poco
dopo la metà dei '70 Booker T., Cropper e Dunn si riuniscono e -col batterista
Willie Hall- incidono un nuovo album; poi è ancora un alternarsi fra impegni e
progetti individuali (Cropper e Dunn nell' avventura Blues Brothers) e ricomposizioni del vecchio gruppo, fino al 1993
quando i tre, insieme al batterista Steve Jordan, rispolverano la band per
rimetterla in attività, incidendo un nuovo disco.
(01) GREEN ONIONS, 1962 (Stax USA 1963)
(02) SOUL DRESSING, 1962-64 (Stax USA 1964)
(03) AND NOW ! ,
1965-66 (Stax USA 1966)
(04) IN THE CHRISTMAS SPIRIT. 1966 (Stax USA 1966)
(05) HIP HuG-HER, 1967 (Stax USA 1967)
(06) DOIN' OUR THING, 1967-68 (Stax USA 1968)
(07) THE BEST OF BOOKER T. & THE MO's, 1962-67 (Atlantic USA
1968)
(08)
SOUL LIMBO, 1968 (Stax USA 1968)
(09) UPTIGHT, 1968 (Stax USA 1969)
(10) THE BOOKER T. SET, 1969 (Stax USA 1969)
(11)
McLEMORE AvENuE, 1969 (Stax USA 1970)
(12) OREATEST HITS, 1967-70 (Stax USA 1970)
(13) MELTING POT, 1970-71 (Stax USA 1971)
(14) UNIVERSAL LANGUAGE, 1976 (Asylum USA 1977)
(15) THAT'S THE W AY IT SHOULD BE, 1993 (Columbia USA 1994)
SULLE
ORME DI…
STEVIE
RAY VAUGHAN
La
prestigiosissima rivista a stelle e striscie "ROLLING STONES" ha
decretato che il buon vecchio "Mancino di Seattle" Jimi Hendrix è il
miglior chitarrista della storia della musica.
Noi,
per dire diversamente non abbiamo (ovviamente) né titolo né sufficiente
scienza.
Premesso
che, una classifica del genere, ci pare, pure, inammissibile in quanto ogni
musicista ha il suo proprio stile e non è paragonabile a quello degli altri;
paragone che potrebbe valere per due sportivi, difficilmente per due artisti.
Un
pizzico di follia...beh, quella l'abbiamo di sicuro, e, quindi, nella nostra
personalissima classifica, NON DEI PIU’ BRAVI,
ma DEI NOSTRI PREFERITI il primo posto vede STEVIE RAY VAUGHAN dominatore
incontrastato.
Stevie
Ray Vaughan appartiene a quella grande famiglia di artisti che passano per
essere artisti di "Rock Blues".
Qualcuno
l'ha pure definito "Il Jimi Hendrix del Blues" chiarendo, di fatto,
che il sommo Hendrix non si toccava e, che semmai qualcuno avesse dovuto essere
portato a termine di paragone, questo non poteva essere che il buon Jimi.
Il
"Mancino di Seattle" era un rockettaro puro. Parliamo, quindi, di due
generi ben diversi, e parliamo anche del fatto
che, nel 1970 anno di morte di Hendrix, Stevie Ray ne aveva appena 16, ed
era fortemente ammirato dallo stile del "mancino".
Resta
fuori da ogni dubbio che tra i due, la fama maggiore in vita toccò ad Hendrix.
Forse
l'essere stato confinato in una sorta di limbo musicale, quale è il rock-blues
non ha del tutto giovato a Vaughan.
Eppure...
eppure... oggi come oggi, l'ammirazione che il mondo musicale nutre nei
confronti di Stevie Ray Vaughan non è seconda nemmeno a quella di Hendrix.
Per
rendersene conto basta andare a leggere nei vari forum (made in USA o Italy)
presenti su internet quanto il culto di Stevie Ray sia ormai diventato
"fondamentale" nel mondo delle chitarre e dei chitarristi.
Vi
è, come sempre, una netta presa di posizione tra le fazioni che si dividono tra
vaughiani e hendrixiani, e ci sarà sempre.
Noi,
dicevamo, stiamo con Stevie Ray.
Nato
nel 1954 dalle parti di Dallas Stevie Ray viene influenzato in gioventù proprio
dallo stile di Jimi Hendrix. Seguono anni dove il nostro si appassiona di jazz,
e incontra, successivamente il blues.
Nel
1972 si trasferisce ad Austin. Da Austin parte la carriera artistica di Stevie
Ray che vede un primo album registrato nel 1980 dal titolo "IN THE
BEGINNING".
L'album
verrà ufficialmente pubblicato solamente nel 1992. Ad accompagnare Stevie Ray
sul palco ci sono i Double Trouble; ossia il batterista Chris Layton e il
bassista Jackie Newhouse. Nel 1983 Tommy Shannon (già bassista dell’albino
Johnny Winter) sostituisce Newhouse.
Nel
frattempo la fama di Vaughan si propaga sempre più e, nel 1983 David Bowie lo
chiama a partecipare alla registrazione di "LET'S DANCE".
E
poco dopo il nostro firma per la Columbia, segno che il progetto, e quello che
ci sta dietro, è valido.
Escono
in ordine TEXAS FLOOD (1983), COULDN'T STAND THE WEATHER (1984), SOUL TO SOUL
(1985) LIVE ALIVE (1986).
Ormai
Stevie Ray Vaughan è una stella di prima grandezza. Rappresenta il vero e
proprio guitar hero. Veste proprio come un "monile vivente"; stivali
di pelle, cappello, ponchos. Insomma, un personaggio a tutto tondo.
Vaughan
suona la chitarra con uno stile totalmente personale, e ha i numeri che aveva
Hendrix. Infatti non è rara, nei suoi show la classica schitarrata dietro le
spalle o con i denti come solo il "Mancino di Seattle" sapeva fare.
Gli
abusi di alcol e cocaina lo fanno stramazzare al suolo durante un concerto sul
finire del 1986. Seguono quindi due
anni di totale ripristino fisico e mentale.
Nel
1989 esce IN STEP che resta, in assoluto, uno dei suoi migliori lavori vincitore
anche di un Grammy.
Sempre
nel 1989 lavora per l'album "Under the red Sky" di
Bob Dylan.
Ormai
ritrovata la buona strada la stella di Stevie Rau Vaughan smette di brillare la
notte del 27 agosto 1990.
Appena
terminato un concerto (che si chiuse con una schitarrata in compagnia di Eric
Clapton e Buddy Guy) in una località montana del Wisconsin Vaughan parte in
elicottero con i componenti della band di Clapton.
L'elicottero,
a causa della scarsa visibilità, si schianta contro la montagna, portandosi via
per sempre uno dei più grandi interpreti del rock-blues.
Rimane
il fatto che, anche lui come Hendrix, scelse lo strumento di lavoro tra i
modelli della casa "Fender". Non che i due fossero in cattiva
compagnia; hanno suonato chitarre Fender tra gli altri Buddy Holly, Eric Clapton,
Mark Knopfler.
La
replica del suo modello che verrà in seguito denominato "FENDER STEVIE RAY
VAUGHAN STRATOCASTERS" è tuttora una delle chitarre elettriche più
vendute al mondo.
Altri
diversi album usciranno postumi; soprattutto live.
Passati
ormai tredici anni dalla sua scomparsa, il suo mito, così come la sua musica
sopravvive più vitale che mai… la prova??? Provate a cercare in un qualsiasi
motore di ricerca materiale su Stevie Ray. Sarete travolti dalla mole di siti,
anche e soprattutto amatoriali che neanche immaginate.
Inoltre,
se non lo conoscevate prima, avrete anche la piacevole sorpresa di scoprire la
sua musica.
STEVIE
RAY VAUGHAN E DOUBLE TROUBLE LIVE FROM AUSTIN, TEXAS
(DVD
–VIDEO)
"Live
from Austin, Texas" in dvd propone una retrospettiva sulla carriera di
Stevie Ray Vaughan. Il live riprende infatti due diversi concerti tenuti da
Vaughan in quel di Austin.
Nella
prima parte, la registrazione è datata 1983, e si vede uno Stevie Ray
giovanissimo e già tuttavia incisivo e deciso nelle sue schitarrate.
Le
tre canzoni proposte per il periodo 1983 sono "Pride and Joy",
"Texas Flood" e "Voodoo Chile" (del grande "Mancino di
Seattle"). Escluso, quindi, il dovuto omaggio ad Hendrix le altre due
canzoni sono riprese dall'album "TEXAS FLOOD".
Assistere
a qualcosa di veramente eccezionale in questo DVD significa aspettare il minuto
11:17 per vedere, nell'interpretazione della canzone "Texas Flood"
il grande S.R.V. suonare la sua chitarra dietro la schiena!!!
Con
uno stile tutto suo, emulo del grande Jimi, senza essere da meno.
Insomma,
il "Jimi Hendrix Bianco" regala autentiche emozioni, e dalla sua
chitarra escono suoni di un blues veramente senza tempo.
Nella
seconda parte del live ritroviamo Stevie Ray ad Austin nel 1989. E' passata la
burrasca che l'aveva travolto; coca e alcool sono solo un ricordo. Ci ritroviamo
davanti uno S.R.V. debitamente invecchiato ma tirato a lucido.
Si
nota subito che con l'età è cambiato parecchio anche nel suo stile, ora più
affinato... ora è ancor più un istrione da palcoscenico, è l'icona del "guitar
hero" senza alcun dubbio.
Le
sei canzoni che seguono sono in gran parte tratte da "In Step" con
l'unica eccezione di "Cold Shot" di cui, ad essere sincero, ignoro
l'esatta provenienza nell'ambito discografico del nostro.
In
questa seconda parte ritroviamo quindi un Vaughan in perfetta forma, le canzoni
picchiano di un genere che, potremmo anche definire "hard blues". I
riff che Stevie Ray esegue con la sua Fender Stratocasters unitamente alle note
dei due "Dobule Trouble" sono veramente musica "celestiale"
per le nostre orecchie.
Dopo
una buona oretta il DVD sia avvia
purtroppo, alla conclusione, ma c'è lo spazio per un'altra gran sorpresa.
La
schermata finale ci ricorda la triste data della scomparsa di Stevie Ray per poi
affermare che... "His spirit and music live on".
Automaticamente
dopo i credits dei due live parte il video di una delle ultime canzoni
registrate da Stevie Ray prima della morte.
Più
che un video, direi, un museo.
La
canzone è "Little Wing. E' stata pubblicata dopo la sua morte su uno dei
primi dischi usciti postumi: "THE SKY IS CRYING".
Il
video è un continuo susseguirsi di immagini di storici chitarristi mischiate
con le varie fasi di lavorazione e costruzione di una chitarra elettrica.
Si
vedono così tutti i mostri sacri dell'attrezzo. Da Hendrix che incendia la sua
chitarra e la sbatte qua e là in terra per tutto il palco a Muddy Waters, da
Albert King il mitico "Mr. Blues" fino a John Lee Hooker... insomma
tutti i grandi ci sono.
Vecchie
immagini di Stevie Ray che vediamo entrare in un saloon come un vero cowboy e
poi, verso la fine, vediamo uscire, salutando, nello stesso modo con cui ha
salutato la vita.
Chiude
un'inquadratura stretta su di un vecchio articolo di giornale
appeso sulla parte di un bar in quel di Austin. Tutta la parete è
tappezzata di foto ed articoli che parlano di lui. Ma la camera stringe sempre
più su uno in particolare. Una foto di Vaughan e un titolo che dice tutto;
"SO LONG STEVIE RAY".
Il
mito continua... per rendervene conto, entrate in un qualsiasi negozio di
strumenti musicali. Dove c'è profumo di chitarra, beh, lì troverete di sicuro
almeno due foto, o piccoli poster. Una/o, sarà sicuramente di Hendrix,
l'altra/o non potrà che essere di Stevie Ray. Con buona pace di tutti gli
altri, mille, seppur bravi chitarristi. E’ il tempo che decide chi deve
restare nell’olimpo e chi no.
MUSIC
FOR TONNO…IL DISCO DEL MESE
GOV’T
MULE
“THE
DEEPEST END”
Il
gruppo dei GOV'T MULE nasce ufficialmente nel 1994. L'input che da il via alla
storia di questa band è tutto targato southern rock.
Due
dei tre membri fondatori sono infatti membri anche degli ALLMAN BROTHERS; il
chitarrista Warren Haynes e il bassista Allen Woody.
Warren
Haynes e Allen Woody danno il via quindi ad un loro personale progetto e,
ingaggiato il batterista Matt Abts fondano i GOV'T MULE.
I
MULE propongono un genere di musica che, pur restando molto simile al più
classico suono Southern Rock degli ALLMAN, condensa altri diversi influssi,
svariando a più riprese tra blues, jazz e funky. Insomma, una commistione di
generi e suoni, ma con alla base un sempre ottimo e duro rock.
L'esordio
dei MULE è con un album dal titolo omonimo "GOV'T MULE" datato 1995.
Sia
Haynes che Woody suonano contemporaneamente nei GOV'T MULE e negli ALLMAN, finchè
nel 1998 i due decidono di far decollare la carriera dei Muli abbandonando la
band di Greg Allman.
Il
destino rema contro e, nel 2000 la morte per infarto di Woody lascia Haynes e
Abts da soli a proseguire
l'avventura.
Alla
memoria dell'amico scomparso i due Muli superstiti decidono di dedicare un album
dal titolo "THE DEEP END".
Nel
disco il ruolo che fu di Woody viene via via affidato ad una serie di bassisti
titolari di altre band. Alcuni nomi, tra gli altri, Mike Gordon (Phish), Flea (Red
Hot Chili Peppers).
Il
risultato è un insieme di bassisti di assoluto valore che si alternano tra loro
e che contribuiscono al successo dell'operazione.
Al
primo "THE DEEP END" segue successivamente un secondo volume (di cui
ho riportato la copertina nel titolo) che conferma lo stato di grazia dei Muli.
Nel
corso della loro carriera i Muli hanno proposto diversi album di studio, ma è
con gli album live che la loro musica viene maggiormente apprezzata dal pubblico
statunitense.
I
Muli sono "animali" da palco, ed è proprio con la dimensione live che
il loro suono diventa un "suono divino".
Di
concerto in concerto, in pochi anni, il gruppo raggiunge un buon livello di
fama. Le lunghe jam strumentali che sono state per anni la fortuna degli ALLMAN
divengono la strada verso la quale si incammina il gruppo.
Negli
USA i MULE, nonostante la prematura scomparsa di Woody, e la mancanza di un
bassista fisso titolare, vengono
ormai considerati come una delle migliori jam band contemporanee.
Essere
messi sullo stesso piano di leggende musicali come gli ALLMAN e GRATEFUL DEAD è
motivo di grande soddisfazione, ed evidentemente Warren Haynes ne è ben
conscio.
Nel
2002 lo stesso Haynes è rientrato alla base ALLMAN giusto in tempo per
contribuire con le sue schitarrate al successo dell'ultima fatica del gruppo di
Macon dal titolo "Hitt’in the note" uscito nel primo semestre del
2003.
Il
doppio lavoro ha comunque molto giovato ad Haynes che, nel breve volgere di un
paio di anni è giunto alle soglie della palma di miglior chitarrista vivente.
Il
fatto che, dalle nostre parti, il suo nome non sia notissimo se non ai
grandissimi appassionati di rock a stelle e striscie, non vi deve trarre in
inganno. Haynes è veramente un talento allo stato puro; e non è una bestemmia
aver parlato di lui proprio in
questo numero del TONNUTO dove vi
abbiamo narrato di chitarristi del calibro di Hendrix e Stevie Ray Vaughan, due
autentiche leggende.
Haynes,
pachidermico nel suo apparire, suona chitarra e slide con una naturalezza
sconvolgente, e nelle lunghe jam, sia con gli ALLMAN che coi i MULE, tutta la
sua eccezionale bravura salta fuori direttamente dalle corde della sua chitarra.
Ascoltarlo
dal suono dei cd è pura delizia... vederlo in DVD è cosa semplicemente
fantastica. Tra una jam e l'altra il nostro si permette di salutare amici e
parenti dietro le quinte, continuando a smanettare la sua Gibson come niente
fosse.
"THE
DEEPEST END", l'ultima fatica discografica targata GOV'T MULE è una cosa
da leggenda... o, se preferite, DA URLO!!!!!
Cari
ragaz!!! Vi dico che, una sera, poco prima dello scorso Natale, passeggiando in
quel di Cantù ho intravisto questo album nella vetrina di MUSIC MAKER
(negozietto in zona Piazza Garibaldi).
Bell'esposto
in vetrina al prezzo di euro 23,00 il cd "THE DEEPEST END" prometteva
(invero) l'inverosimile: dalla targhetta gialla e ben visibilmente applicata
sulla confezione si leggeva "2
CD'S - 1 DVD - The entire 5- 1/2 hour concert, 25 Special Guest, 36 Songs,
equals ONE AMAZING PACKAGE".
"One
amazing package" è una di quelle cazzute formulette magiche "da
americani" che ti possono,
musicalmente parlando, far sbandare.
Ovviamente
l'amante della musica che alberga in me venne travolto, quella sera, da suoni,
immagini, backstage, ospiti.
Anzitutto,
va detto che, l'album, è la registrazione di una serata (una) e precisamente la
serata del 3 maggio 2003 al Saenger Theatre di New Orleans.
I
Muli hanno iniziato a suonare alle 10 p.m. per finire alle 3:50 a.m. del 4
maggio.
Sarebbe
troppo lunga da spiegare... diciamo solo che hanno sempre suonato i due
MULI originali, ossia Haynes e Abts, mentre, si sono susseguiti nel ruolo di
bassista ed ai fiati altri numerosissimi e quotatissimi artisti. Per l'elenco
occorrerebbe un altra mezza paginetta, quindi, omissis.
Diciamo
che, musicalmente parlando, è una vera e propria orgia...
Due
cd dalla durata, ognuno di circa 75 minuti; un DVD dalla durata di circa 186
minuti. Sommate il tutto ed arriverete a quanto promesso dalla famosa targhetta.
Più di sei ore di musica... senza sosta, e con la sovrapposizione di pezzi
presenti sia nelle tracce audio sia nel DVD limitata a soli 3 o 4 pezzi.
Ragazzi,
credetemi sulla parola, questo triplo album è veramente qualcosa di
eccezionale, come raramente capita di ritrovarsi tra le mani.
E'
presente tutto il repertorio musicale dei Muli; quindi si passa dal rock duro,
ed allo stato puro, a più tranquilli ritmi di rock-blues, passando anche per
pezzi di pura psicadelia e fusioni tra jazz e blues.
Insomma,
difficilmente, anche i palati più fini resteranno delusi.
Il
rock, soprattutto quello troppo duro, non è mai stato, propriamente il mio
genere preferito, eppure, suonato dai Muli, alla fine, mi va giù ben bene anche
quello.
E
poi quel Warren Haynes... ragazzi che forza... ha suonato tutte le 5 ore e mezza
che è durato il concerto; senza mai mollare il suo posto. Certo, merita la
menzione di onore anche al batterista Abts.
Ma
Haynes è il mio preferito... è una forza della natura.
Certo,
rimane difficile spiegare, senza aver avuto la possibilità, di ascoltare o
vedere quanto siano bravi questi GOV'T MULE.
Come
sempre, su internet, se vi interessa, troverete tutto su di loro...
Io,
a chi pensa che il rock, sia confinato tra quei tre o quattro nomi pompati/dopati
da emmetv o altre del genere... non posso che dire... IO STO COI MULI!!!!
I
PIU’ GETTONATI IN CASA TONNUTO
NEL MESE DI FEBBRAIO 2004
1)
MASSIMO BUBOLA – “SEGRETI TRASPARENTI”
2)
PATRIZIA LAQUIDARA – “INDIRIZZO PORTOGHESE”
3)
TOWNES VAN ZANDT –
“LIVE AT THE OLD QUARTER, HOUSTON, TEXAS”
4)
GOV’T MULE – “THE DEEPEST END”
5)
STEVIE RAY VAUGHAN – “LIVE FROM AUSTIN, TEXAS”
(dvd)
6)
FUNAMBOLICI VARGAS – “CANZONIERE COPERNICANO”
I
MIGLIORI DEL 2004
1)
MASSIMO
BUBOLA – SEGRETI TRASPARENTI
A
CURA DI
Cari
amici bentrovati.
Come
passa la vita?? Bene?? Benino??
Qui,
tutto bene, a parte qualche nuovo arrivo musicale che il Boss sta facendomi
sorbire a tutta manetta, ma, suvvia, siamo alle solite.
In
giro per il mondo, beh... come sempre un sacco di casini, alcuni dei quali
meritano perlomeno una piccola riflessione in puro stile ringhio, ovviamente.
CASO
1
Dal
Sole 24 Ore del 3 febbraio ultimo scorso apprendiamo nel giro di due sole pagine
alcune cosette interessanti.
In
prima pagina strillato nell'articolo in colonna "Amburgo, allarme polli”
nel testo… “Allarme in Germania per due casi sospetti di influenza
aviaria".
La
notizia è inquietante e prosegue nel descrivere questi sospetti casi di
influenza dei polli nella sua variante umana. Non fai in tempo a finir di
leggere che, girata la pagina, nel fondo di pagina tre ci sta il seguente
annuncio largo tutta la pagina:
"Voli
Milano-Amburgo a solo 1 Euro!!!". Ma CAZZO!!! I casi sono due: o i signori della pubblicità sono stati
sfigati e hanno beccato il giorno sbagliato per la loro promozione oppure, più
probabile, hanno fiutato la possibilità dell'affare... ATTENZIONE: VENIVA
SPECIFICATO... 1 EURO, SOLA ANDATA.
Il
ritorno??? Ve lo devo dire io
oppure lo immaginate???
CASO
2
L'influenza
dei polli... in quanto tale.
Allora
gente la finiamo??? ? 'Ste storie di influenza contratta da animali; vi spiego
io... breve breve.
Qualche
cap'e cazz decide di testare nuovi virus su cavie (zibetti??galline?? o altri
animali). Immancabilmente il coglione perde il controllo dell'operazione.
Risultato
il virus testato su innocenti animaletti, finisce per essere trasmesso all'uomo.
Tutte
queste malattie non arrivano dal mondo animale gente!!! Aprite gli occhi.
Che
io dico... per rovinarsi con le proprie mani bisogna essere proprio stronzi... o
semplicemente uomini.
La
soluzione è ammazzare migliaia di innocenti zibetti o polli...
Più
facile, probabilmente, che ammettere di essere (un po’) stronzi.
CASO
3
Si
sta pian piano sollevando il coperchio sulla brutta storia del mostro di
Firenze. Già si sente una gran puzza di mmm!!
Immagino
che chi tra voi legge assiduamente i quotidiani sia al corrente... per gli
altri, beh, diciamo che è stato assodato che dietro il mostro e i compagni di
merende Pacciani e Co, ci fosse una vera e propria loggia massonica formata da
gente assai potente e con conoscenze più potenti ancora.
Diciamo
tanto potente da far sparire cadaveri, e tanto da farli riaffiorare più
bassi... e quant'altro insomma abbastanza potenti da far insabbiare tutto.
Addirittura
sono stati perquisiti gli appartamenti di due giornalisti (tra cui quello del
Corriere) colpevoli di aver fatto trapelare notizie che, è chiaro, qualcuno
ancora adesso non vuole farci sapere.
La
verità che sta uscendo pian piano è persino peggio di quanto immaginato.
Vedremo mai la parola fine su questa storia???
CASO
4
Il
massimo arriva qualche giorno fa…
Viene
arrestato un boss della camorra latitante da un buon decennio e cosa salta
fuori??? Che il tipo percepiva da più di 15 anni una pensione di invalidità!!!!!
La
notizia viene riportata da diversi quotidiani.
Puntuale,
il giorno dopo, la smentita delle competenti autorità… “Non è vero
niente…” dicono le forze di polizia… il latitante non percepiva nessuna
pensione.
Oh,
non so voi… ma questi, a me pare, ci stanno prendendo in giro.
La
smentita è arrivata troppo tardi… per essere vera. Come sempre, hanno pensato
bene di insabbiare tutto finché erano in tempo.
La
morale, comunque, c’è anche qui: tu t’ammazzi di lavoro per la tua
“sudata” pensione… qualcun altro la pensione già la percepiva…
ammazzando gli altri. E scusate se è poco.
Bene
amici... il quadretto, anche per questo mese è fatto.
Un
saluto.
Il
vostro Ringhio
QUESTO
NUMERO DEL TONNUTO E’ STATO CHIUSO IN REDAZIONE ALLE
ORE 20.15 DEL
GIORNO 23/02/2004
HA
FATTIVAMENTE COLLABORATO A QUESTO NUMERO (E NOI LO RINGRAZIAMO) :
IL
PORCELLINO D’INDIA RINGHIO
L’AMICO
FAZ
RINGRAZIAMO
DI CUORE ANCHE TUTTI GLI AMICI CHE CI HANNO SCRITTO E A QUELLI CHE MAGARI
VOGLIONO SCRIVERCI …MA ANCORA NON HANNO TROVATO IL TEMPO PER FARLO…
SCRIVETECI!!!
CIAO RAGAZ!!
WATER
CLOSS
EDITOR
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DIRETTORE :
Donadel
Elisabetta
DIRETTORE
RESPONSABILE : Rho
Mauro
REGISTRATO
PRESSO IL TRIBUNALE DI CABIATE
STAMPATO
PRESSO LA CASA DEL D. & D.R.
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IN ITALY
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IL NOSTRO INDIRIZZO E’
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SCRIVETECI ! ! !